I Croods 2: Una nuova era, la recensione del film d'animazione DreamWorks
Tornano i simpatici cavernicoli con Croods 2... e questa volta affrontano il progresso! Ecco la nostra recensione.
In I Croods 2: Una nuova era, Grug e la sua famiglia, che comprende ormai Guy in procinto di accasarsi con Hip, s'imbatte in un'oasi recintata che sembra un paradiso terrestre, lontana dai pericoli che marcano la loro esistenza quotidiana. Questo mondo ideale è il frutto del lavoro di Speranza e Filo Superior, due cavernicoli "evoluti", che impediscono alla loro figlia adolescente Aurora di esplorare il mondo fuori. L'impatto altera gli equilibri di tutti: i Superior conoscevano i genitori di Guy, e quest'ultimo si trova diviso tra due mondi, non proprio compatibili...
Basato su un soggetto dei due autori originali della saga, Chris Sanders e Kirk De Micco, che in origine avrebbero anche dovuto dirigerlo, I Croods 2: Una nuova era è stato più volte rimandato e anche ripensato a livello produttivo, per cui arriva sui nostri schermi ben otto anni dopo il primo I Croods, costruito con un budget più ristretto e diretto da Joel Crawford, veterano story artist della DreamWorks Animation. Non lo scriviamo per anteporre una pregiudiziale negativa, tutt'altro: animato in modo sicuro, vivace, ritmato e ben dosato, I Croods 2 miracolosamente non fa pesare affatto la sua gestazione difficoltosa, e fila come un proverbiale treno, tra risata, satira e commedia familiare.
Nel bene e nel male, I Croods 2: Una nuova era è il tipico prodotto seriale targato DreamWorks Animation, perfettamente ascrivibile all'approccio che la casa ha mostrato con i seguiti di un Madagascar, Shrek, Kung Fu Panda o Trolls. Gioca in difesa, non affronta una ricerca artistica sofisticata, scherza come ci si aspetta che faccia in ogni smorfia, sequenza, tragitto interiore dei personaggi: come strategia, unisce i proverbiali puntini e non mira di certo a mettersi in difficoltà come fanno i migliori autori Pixar. Troviamo che sia però eticamente impossibile rimproverargli più di tanto questo limite, perché nell'ambito dei paletti che si sono autoimposti, gli autori eseguono tutto in modo impeccabile: nell'immagine c'è ricchezza di dettaglio, effetti e coreografia, le gag funzionano sul serio (per noi, su tutte, la finestra-tv e il "linguaggio" delle scimmie), i personaggi sono semplici ma sempre leggibili con grande ironia grazie alle sfumature recitative nell'animazione. In fin dei conti gioca in difesa anche l'lllumination Entertainment con i suoi Cattivissimo Me, però nell'esecuzione la DreamWorks Animation continua a esserci un'energia che ci appare superiore.
Facile immaginare che nello scontro tra culture, tra arretratezza sincera e progresso freddo, il futuro stia nel mezzo, in modo tale da creare una famiglia allargata che abbatta i muri e glorifichi il vero lavoro di squadra, dove le spigolosità di ogni cultura siano smussate, e ognuna recepisca un miglioramento dall'altra, verso la sintesi di un "domani" che Guy cerca. Nella sua semplicità d'intenti, dopo il periodo terribile che abbiamo vissuto, i limiti dei muri, il terrore di quello che c'è oltre la porta di casa, si caricano in I Croods 2 inevitabilmente di significati non preventivati dagli autori, che pensavano forse soltanto alle "chiusure" sociali e politiche, non di certo sanitarie. Ridere con Grug e famiglia in I Croods 2: Una nuova era finisce per essere ancora più terapeutico del previsto.
- Giornalista specializzato in audiovisivi
- Autore di "La stirpe di Topolino"