Hop - la recensione del film
La prima considerazione che sorge spontanea vedendo Hop, è quanto siano bravi, a Hollywood, a trasformare una trama insensata in un prodotto godibile e dignitoso. La seconda è che era l’ora che arrivasse un film dedicato alla “festa di serie B”, la Pasqua, che meno si presta alla retorica anche nel suo lato più commerciale, e che è ric...
Hop - la recensione del film
Nell’Isola di Pasqua, all’interno di una delle gigantesche teste di pietra, c’è il laboratorio del Coniglio Pasquale, discendente da una generazione di conigli che da secoli portano le uova ai bambini la mattina di Pasqua. Prossimo alla pensione, il titolare pensa di passare lo scettro al figlio adolescente, CP, che però non ne vuole sapere. Quello che vuole, infatti, è diventare un batterista rock. Per raggiungere il suo obiettivo, CP fugge a Hollywood, dove viene investito da Fred, un trentenne disoccupato che vive ancora coi genitori, e che non ha ancora deciso cosa farà da grande.
La prima considerazione che sorge spontanea vedendo Hop, è quanto siano bravi, a Hollywood, a trasformare una trama insensata in un prodotto godibile e dignitoso. La seconda è che era l’ora che arrivasse un film dedicato alla “festa di serie B”, la Pasqua, che meno si presta alla retorica anche nel suo lato più commerciale, e che è ricorrenza gradita ai bambini e ai golosi di tutto il mondo.
Dopo il delizioso Cattivissimo Me, Chris Meledandri onora il suo contratto con la Universal con questa seconda pellicola, in cui mescola live action e animazione. Affidato al regista di Alvin Superstar, Tim Hill, abituato a far interagire creature immaginarie ed esseri umani, Hop non arriva ai livelli di Cattivissimo Me ma è un semplice entertainment per bambini, con spunti interessanti anche per i grandi.
Al di là delle creature e della loro magica catena di montaggio (una sequenza bellissima, che ricorda la più famosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka), il protagonista umano della vicenda, interpretato da James Marsden, è il classico “bamboccione”, che vive ancora alla giornata nonostante l’amorevole supporto della sorella (la Kaley Cuoco di The Big Bang Theory).
Come C.P., ha un rapporto non risolto col padre, e cerca disperatamente di resistere a una sistemazione lavorativa banale, perché desidera riprovare i brividi avuti nell'infanzia, quando una notte si è svegliato la vigilia di Pasqua e ha visto qualcosa di magico. Per questo, dopo lo sconcerto iniziale, si allea con C.P. e lo accompagna a un talent show condotto da David Hasselhoff, l'eroe di Supercar. E il suo coinvolgimento andrà anche oltre, quando dovrà sventare il complotto di un ambizioso pulcino ispanico per detronizzare il Coniglio Pasquale.
Anche se non mancano riferimenti di immediata comprensione per gli adulti – la galleria di quadri della dinastia dei Conigli Pasquali, che ricorda molto da vicino quella degli antenati di Bugs Bunny in un celebre cartoon, il gruppo dei ciechi canterini, e lo stesso personaggio di Hasselhoff - per una volta sono mantenuti al minimo.
Hop è infatti un classico popcorn movie a misura di bambino che fa della semplicità la sua forza e della simpatia dei personaggi la sua carta vincente: non lascerà tracce nella storia del cinema, ma – anche grazie all'aiuto di una bella colonna sonora, che comprende un remix di “Tu vuo' fa l'americano” e una bella rendition della classica “I Want Candy”, suscita allegria e un po’ di stupore infantile anche nei genitori.
- Saggista traduttrice e critico cinematografico
- Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità