Fingernails - Una diagnosi d'amore: la recensione del film con Riz Ahmed e Jessie Buckley
Uno scenario inquietante, in cui l'amore è confermato da un test oppure non è. Un dramma romantico trattenuto e originale per AppleTv+, Fingernails è l'esordio in lingua inglese per il regista greco Christos Nikou, con Jessie Buckley e Riz Ahmed. La recensione di Mauro Donzelli.
In un mondo esattamente come il nostro, solo ancora più grigio e scialbo nei colori e con abbondanza di apparecchi analogici e richiami estetici a un passato vagamente polveroso, la scienza interviene per decidere quando ci si trova di fronte al vero amore. Un sollievo, un pensiero in meno? Molti lo pensano, abituati come sono a misurare in percentuale l’affinità di coppia. Ma con la differenza, rispetto a qualche test su riviste per adolescenti, è che qui viene preso sul serio. 100% e si progetta una vita in comune, 0% e addio senza ripensamenti. Ci sarebbe poi il peggiore di tutti, come risultato, quello che ha alimentato filoni interi di letteratura e cinema: il 50%, quando uno solo dei due è innamorato. Il risultato è sofferenza a senso unico, e addio, anche in questo caso.
Si sacrifica un’unghia per amore, come fosse una costola, per sottoporsi al responso della scienza che elimina il rischio e la sorpresa, l’inatteso brivido che costituisce la natura stessa dell’azzardo amoroso. Alimenta, in qualche modo, la tendenza attuale di cancellare il processo di corteggiamento, quella danza misteriosa dal responso in discussione che rende l’innamoramento immutabile nei secoli. Nell’universo di Fingernails - Una diagnosi d'amore è sostituito dalla blanda vidimazione o meno di una specie di microonde. Patto sociale, funzionale allo sviluppo delle relazioni della comunità, senza spazio per il sentimento. O almeno il rischio è quello. Un contesto malinconico e di fantascienza sobria e trattenuta che rimanda al precedente - e notevole - film di Christos Nikou, Apples, in cui raccontava del recupero della memoria dopo un'amnesia mondiale. Se in quel caso la scienza interveniva nella vita intima delle persone per ricostruire un vissuto, compresi i ricordi più dolorosi - visto che il film raccontava proprio l’elaborazione di un lutto - Fingernalis presuppone l’intervento del test per costruirla, una memoria condivisa, indirizzando la creazione di coppie e quindi di famiglie.
Primo film in lingua inglese per Nikou, collaboratore di Lanthimos in passato, che dirige Jessie Buckley, Jeremy Allen White (la serie tv The Bear) e Riz Ahmed in una storia d’amore che azzarda il profumo di un triangolo, nel contesto qui descritto inconcepibile, o meglio “scientificamente impossibile”. Perché Anna, alcuni anni dopo un bel test positivo con il suo fidanzato Ryan, con cui convive all’insegna di una routine priva di ogni slancio, comincia a pensare che forse i sentimenti prendono una direzione diversa da quella imposta dal test. Una sana irrequietezza, sempre senza esagerare, la porta ad accettare l’offerta di lavoro del Love Institute, luogo di preparazione e addestramento al fatidico test per coppie speranzose di aver trovato l’anima gemella.
A suo modo, con discrezione e molti piccoli morsi alle labbra, occhi luminosi in movimento frenetico e altri sintomi della malattia dell’amore, si renderà conto che forse Nick non è quello che le fa battere il cuore. Almeno non quanto il suo nuovo collega Amir, tenero, timido e segretamente in cerca di prove meno scientifiche di quelle con cui lavora ogni giorno su cosa voglia dire essere innamorati. Fingernails è una storia d’amore senza svolazzamenti e colori pastello, malinconica e fragile come i sentimenti. Gli si vuole bene e ci si intenerisce, con il merito di affrontare gli amorosi sensi da un punto di vista differente e con protagonisti a cui vorresti dare un buffetto sulla guancia e un abbraccio rincuorante.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito