Fidanzata in affitto: la recensione della commedia con Jennifer Lawrence

21 giugno 2023
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Niente di sovversivo, niente di politico, per carità: e però questa commedia estiva fresca e divertente ha dalla sua Jennifer Lawrence e, con lei, rompere qualche schema e demolire qualche certezza, rifiutandosi di omologarsi al noioso e moralista puritanesimo che ci circonda. La recensione di Fidanzata in affitto di Federico Gironi.

Fidanzata in affitto: la recensione della commedia con Jennifer Lawrence

Quello di cui parla Fidanzata in affitto, oramai, lo sappiamo un po’ tutti. Parla di Maddie, una giovane donna che, per non perdere la casa di famiglia, a Montauk, propoagine estrema degli Hamptons, accetta il lavoro offerto da due ricchi, iperprotettivi e strambi genitori: “svezzare” il figlio che sta per andare al college ma che è timido, introverso e non ha mai avuto una ragazza.
Un tempo c’era un’espressione, “nave scuola”, per le ragazze che si occupavano di introdurre i maschi, spesso più impacciati e inesperti, alle gioie del sesso. Qui però alla base di tutto - scandalo! - c’è una sorta di transazione commerciale. “Non hai problemi ad affittare la vagina?”, chiede a Maddie il suo migliore amico. Che antiquato maschilista: del suo corpo, giustamente, Maddie fa ciò che vuole; e poi, come viene ricordato (scandalo!), le donne spesso decidono di fare sesso per ragioni assai più superficiali, o imperscrutabili, dell’ottenere l’auto che possa permettere a Maddie di riprendere a lavorare come autista di Uber, e quindi guadagnare, e quindi salvare casa sua.
Quando poi inizia a avere a che fare con un diciannovenne tanto imbranato che, quando lei ci prova in maniera sfacciata e sopra le righe per arrivare subito al dunque, lui le spruzza occhi e viso col “peppe spray”, per dirla col Secco di Zerocalcare, Maddie - che è una trentenne - rimane di sasso di fronte a una generazione che pare non fare più sesso preferendo rimanere attaccata allo smartphone, e che le dà addosso (col supporto degli onnipresenti genitori) per una battuta presunta omofoba.
Insomma: Fidanzata in affitto tanto spinge sull’emancipazione femminile quanto sulle critiche alla Generazione Z, presa in giro per tic e immaturità che sembrano aver contagiato anche i padri e madri ansiosi di essere moderni e giovanili. E la cosa è decisamente interessante.
Poi certo, quello di Gene Stupnitsky non è certo un film dallo spessore ideologico e politico rilevante, non vuole essere bandiera o manifesto di niente e di nessuno, ma certe punzecchiature al presente, così come quelle che riguardano la gentrificazione e l’invasione dei ricchi a scapito dei residenti negli Hamptons e in tanti altri luoghi e quartieri del mondo, sono divertenti e significative.

D’altro canto c’è anche da dire che Fidanzata in affitto non è certo un film che parla di solo sesso, dato che dopo un inizio scoppiettante e esplicito, nel quale Jennifer Lawrence non sono si scatena e si diverte, ma rivela di sé assai più di quanto non sia solita fare, c’è ampio spazio per i sentimenti (buoni) e per la morale (fin troppo sottolineata).
Se in quella sua prima parte Fidanzata in affitto non sarà Animal House, né American PieSuxbad, e di certo non è sovversivo, è comunque irriverente quanto basta per essere più che vagamente liberatorio, in questi tempi moralisti e bacchettoni in cui viviamo; e anche i suoi risvolti successivi, quelli che lo trasformano in una storia di crescita, emancipazione e maturazione non solo per il ragazzino imbranato, ma anche e soprattutto per Maddie, saranno forse nel complesso anche scontati ma mai troppo melensi, e tutti dentro le regole implicite di un genere e di un’industria.
Ovvio che non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un commedia estiva fresca e divertente, le cui tracce spariranno abbastanza rapidamente come orme sulla sabbia portate via dalle onde, ma è difficile negare il piacere che si prova nel vedere come ci siano persone, a Hollywood, che hanno voglia di rompere qualche schema e demolire qualche certezza, rifiutandosi di omologarsi al noioso puritanesimo che ci circonda. E fa piacere che in prima fila, senza paura, ci sia un’attrice giovane e capace e forse anche a questo punto intelligente come Jennifer Lawrence, che invece di fare le lagne come tante colleghe, dice parolacce, provoca, si spoglia e prende in giro gli alfieri del politicamente corretto.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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