Famiglia all'improvviso: recensione della commedia dolce amara con Omar Sy

19 aprile 2017
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Cosa succede se un donnaiolo impenitente si vede recapitata una figlia appena nata?

Famiglia all'improvviso: recensione della commedia dolce amara con Omar Sy

Diventato in pochi anni l’attore più amato di Francia, Omar Sy ha sfruttato il grande successo mondiale di Quasi amici per costruirsi una carriera internazionale e trasferirsi a Los Angeles, proprio come il suo predecessore nel cuore della nazione, Dany Boon. Scegliendo con attenzione grandi produzioni, come Jurassic World e Inferno, ha poi cercato in patria di affrontare nuove sfide, come quella drammatica di Mister Chocolat, mettendo la sua fisicità al servizio di un’icona dimenticata della risata, clown venuto da un altro mondo per la gioia di grandi e piccini, la cui vita privata fu tormentata e finito poi dimenticato come solo un nero abbandonato dal successo nella Francia di inizio secolo.

Sy torna ora in terreni più abituali nella commedia in Famiglia all’improvviso, mettendo a frutto la sua esperienza di padre in una storia che inizia come una farsa per poi imboccare senza paura anche gli impervi tornanti del dramma.

Conosciamo Samuel, questo il nome del protagonista, mentre passa un’estate assolata in Costa Azzurra, più impegnato a corteggiare ogni bella fanciulla a portata di mano, da vero seduttore seriale, che a lavorare in un villaggio vacanze gestito da una donna di mezz’età, anche lei chiaramente non insensibile al suo fascino. Con una svolta piuttosto tradizionale si troverà in braccio una pargola portata da una bionda, sua antica e fugace conquista pronta a sfruttare la sua meraviglia per prendere il largo lasciandogli la figlia. Il senso di responsabilità non ha mai attecchito nello stile di vita ramingo di Samuel, ma l’arrivo di Gloria lo porterà a Londra in cerca della madre. Naturalmente troverà doti inattese di padre modello, oltre a una serie di incontri e vicende che costituiscono la base comica di questo Famiglia all’improvviso. Parlando di tempi, dalla notte di festa come unico orizzonte, una vita vissuta alla giornata proprio come un bambino, dovrà imparare ad allungare lo sguardo per pianificare un futuro per l’inattesa, ma sempre più adorata figlia. Un film di contrasti, come quello fra un prima e un dopo nella vita di Samuel o fra un sud azzurro, spensierato e una Londra grigia e rigorosa.

Il padre interpretato da Sy, pronto a fare di tutto per colorare di gioia la vita quotidiana della figlia, anche quando il destino si accanisce, ricorda il Benigni de La vita è bella o il Will Smith de La ricerca della felicità di Gabriele Muccino. Un supereroe al servizio della felicità della figlia, pronto a costruire un mondo di fantasia in cui la madre è un’agente segreto troppo impegnata a salvare il mondo per tornare a casa.

La particolarità del film è quella di alternare toni comici e più drammatici, spiazzando lo spettatore in più di una situazione, specie verso la fine. Un tentativo anche lodevole, nel cercare di dare maggiore spessore ai suoi protagonisti, ma che cede spesso alla retorica e a un sentimentalismo facile. Ci ha convinto di più la parte puramente di commedia, così come alcuni ruoli di contorno come l’amico della famiglia, sorta di genitore aggiunto, ottimamente interpretato da Antoine Bertrand.



  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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