Due amici: recensione dell'opera prima di Louis Garrel con Vincent Macaigne e Golshifteh Farahani oltre al regista

03 luglio 2019
3.5 di 5
50

Uno stralunato triangolo fra amicizia e amore in una Parigi notturna e malinconica.

Due amici: recensione dell'opera prima di Louis Garrel con Vincent Macaigne e Golshifteh Farahani oltre al regista

Abel. Sembra essere questo il nome scelto da Louis Garrel per il suo personaggio nei film come regista, per ora due. Del resto il padrino è un tale di nome Jean-Pierre Léaud, che di nom de plume, declinato in variazione cinematografica, se ne intende. Per un azzardo distributivo, arriva nelle sale italiane come seconda la sua opera prima, Due amici. Un film che dimostra il suo debito nei confronti dei grandi autori della nouvelle vague, un triangolo amoroso con al centro, ce lo suggerisce il titolo, più la storia di amicizia che quella d’amore

Abel tira avanti lavorando in un parcheggio notturno, anche se risponde “scrivo delle cose”, ma sembra più che altro impegnato a girare per una Parigi malinconica, incapace di trovare un senso alla sua vita. Le giornate orbitano intorno al suo migliore amico, Clément, comparsa nel cinema, uno straordinario Vincent Macaigne, di una fragilità assoluta e una sensibilità che lo rendono più una figura svenevole da feuilleton ottocentesco che un abitante del cinico mondo di oggi. Il cinismo lo utilizza al massimo Abel, con lui, accorrendo in suo soccorso, ma anche sentendosi migliore di lui, pronto a dire la cosa giusta e dare sfogo all’arroganza di chi nasconde la solitudine. “A volte va troppo veloce e le cose vanno troppo lente per lui”, dice Abel di Clément. È proprio quest’ultimo il vero protagonista del film, con Garrel che dimostra intelligenza nel ritagliarsi - lo farà anche ne L’uomo fedele - il ruolo di un personaggio non privo di difetti, e non il più simpatico del lotto. 

Non è molto originale il motivo per cui l’amicizia fra i due verrà messa a dura prova: per amore. O meglio per l’amore che guida ogni azione di Clément. Una donna si inserisce in una grande amicizia fra maschi, generando uno di quei triangoli che Garrel dimostra di amare, come molto cinema francese. Ma in Due amici è tutto sfumato, appena accennato come il borbottio fra il timido e lo spaventato con cui i due codardi adorabili, Abel e Clément, sono soliti comunicare. L’atmosfera sembra sospesa nel tempo, mentre la bella Mona, come Cenerentola allo scadere della mezzanotte, deve lasciare il chiosco in cui lavora nella Gare du nord per prendere il treno che la riporta verso “casa”, una generica periferia che si dimostrerà sorprendente, quando finalmente i due bizzarri ragazzi scopriranno il suo domicilio coatto. Proprio un luogo emotivo come una stazione è il perfetto centro nevralgico del rapporto poco chiaro (amici o qualcosa in più?) fra il tenero Clément e Mona, interpretata dall’adorabile Golshifteh Farahani, all’epoca compagna di Garrel.

Ogni mossa nei confronti di lei viene confidata e concordata dai due, come in ogni amicizia vera che si rispetti. Sono due osservatori della varia umanità di una città variegata come Parigi, alle prese con un mestiere eternamente di passaggio, in cui la malinconia è presenza costante, nobilitata però da un’ironia sottile e irresistibile. Di questo va dato merito, ovviamente, a Garrel stesso, agli attori, ma anche ad alcuni collaboratori illustri, come Christophe Honoré, che ha sceneggiato il film insieme al regista, e Philippe Sarde, autore di colonne sonore meravigliose come L’inquilino del terzo piano, che disegna una partitura musicale in cui i tre protagonisti si muovono a perfezione.

Due amici dimostra la complessità di mantenere in vita un’amicizia così stretta, come fosse una storia d’amore, cercando di superare, anche se è una missione persa in partenza, le piccole e grandi meschinità di ognuno di noi. Garrel si lascia andare a citazioni e omaggi, sempre funzionali, come la scena più bella del film, con i tre sulle barricate come comparse in un film sul maggio parigino del 1968, in un momento di cinema nel cinema esilarante e raffinato. È nato un autore, su questo non ci sono dubbi, come ha confermato il suo film successivo, magari più maturo e sofisticato, ma privo della sincerità irresistibile di questo terzetto di anime perse nella notte parigina.

Due amici
Il Trailer Italiano Ufficiale del Film - HD


  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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