La recensione di Diverso da chi?, commedia d'esordio di Umberto Carteni
Diverso da chi? è finalmente una commedia italiana di cui è possibile evidenziare maggiormente i numerosi ed evidenti pregi di quanto non si debba fare con i pochi difetti.
Diverso da chi? - la recensione
Diverso da chi? è finalmente una commedia italiana di cui vanno evidenziati maggiormente i numerosi ed evidenti pregi di quanto non si debba fare con i pochi difetti. Partiamo prima di tutto col salutare la lungimiranza produttiva della Cattleya, che in collaborazione con Universal continua nel tentativo di affermare quel tipo di cinema che in Italia ancora manca: un “prodotto medio” di genere ideato e realizzato secondo regole ben precise e riconoscibili. In questo caso ci muoviamo appunto dentro i confini stabiliti del cinema comico, organizzato con i giusti tempi dalla bella sceneggiatura di Fabio Bonifacci, capace anche di costruire dei personaggi briosi e dalla psicologia sfaccettata.
Diverso da chi? parte infatti come il più classico dei “buddy movie”, in cui l'elemento "battaglia dei sessi" è maggiormente accentuato dai gusti del protagonista Piero (Luca Argentero), un gay dichiarato che da attivista politico si ritrova addirittura a concorrere per la carica di sindaco di una città del Nord-est. Nella seconda parte invece il film si trasforma in un triangolo amoroso più convenzionale, pur non perdendo né di presa emotiva sullo spettatore né di precisione riguardo il disegno dei caratteri. Per dirigere il film è stato scelto l’esordiente Umberto Carteni, proveniente principalmente dalla pubblicità, ed anche questa si rivela fondamentalmente una mossa azzeccata: non soltanto infatti il regista costruisce la storia regalandole il giusto ritmo narrativo, ma la incornicia anche in una confezione molto sopra la media per i nostri standard produttivi. Soprattutto l’attenzione ai costumi (di Roberto Chiocchi) dimostra come si possa perfettamente raccontare lo stato interiore di determinate giure anche in base al loro modo di vestire.
E in un applauso generale va riunito anche il cast di attori: partiamo da quelli di supporto, in cui spiccano due caratteristi d’esperienza come Giuseppe Cederna ed Antonio Catania, entrambi molto divertiti e divertenti nel raffigurare il cinismo dell’odierna classe politica italiana (anche, purtroppo, quella che dovrebbe presentarsi al cittadino come più democratica…). Ci sono poi i tre protagonisti tutti ottimamente inseriti nei rispettivi ruoli, e sorprendentemente affiatati. Luca Argentero è naturalmente simpatico, che è ciò che poi serve di più al suo personaggio; Filippo Nigro dimostra una sensibilità attoriale che in passato non eravamo riusciti a scorgere; la vera sorpresa è però Claudia Gerini, nettamente la migliore in scena, che passa dal suo stile di recitazione comica solitamemente sopra le righe – vedi ad esempio i film con Verdone o Nero bifamiliare – a costruire un personaggio sobrio, contenuto ma assolutamente convincente.
Diverso da chi? è una commedia briosa in cui la battuta non è mai “telefonata”, l’effetto non è mai fastidioso, ma che si muove invece sui binari di un equilibrio ammirevole tra coordinate del genere e realismo di situazioni e personaggi. Il risultato è davvero di pregevole fattura, ed anche se nella seconda parte una maggiore profondità di satira sulle contraddizioni del nostro sistema politico non avrebbe guastato, tuttavia il film merita di essere visto ed apprezzato per il gusto e l’intelligenza di ogni sua componente.
- Critico cinematografico
- Corrispondente dagli Stati Uniti