Buona giornata: la recensione della commedia dei fratelli Vanzina
Buona giornata, come altri lavori precedenti, appoggia completamente sul cast: Diego Abatantuono, Lino Banfi, Vincenzo Salemme, Christian De Sica, Teresa Mannino, Tosca D'Aquino, Maurizio Mattioli, Paolo Conticini, Chiara Francini e Gabriele Cirilli.
Solitamente il problema delle commedie dei fratelli Vanzina è che sono approssimative su tutti i fronti. Sono scritte, girate e finalizzate velocemente. La fretta, si sa, è il miglior modo per fare le cose le male. Buona giornata in questo senso non fa eccezione. Un esempio: Christian De Sica e un'attrice che interpreta una sarta parlano in primo piano mentre un uomo dietro di loro, impegnato in un'animata conversazione telefonica con ampi movimenti labiali, non emette alcun suono o rumore. Spesso il doppiaggio degli attori su loro stessi non è perfetto, in parte per una imprecisa sincronia e in parte per una diversità di impatto sonoro con l'audio in presa diretta. In un altro diverso caso, Paolo Conticini sosta con l’auto quasi di fronte a Santa Maria del Fiore nel centro di Firenze, un’area pedonale interdetta anche alle biciclette, per compiacere uno degli sponsor che ha un negozio in quel punto.
Non è necessario avere l’occhio tecnico per notare tutto questo e non è nemmeno immaginabile che siano elementi disorientanti e fastidiosi per tutti. È vero che una buona fetta di pubblico ci passa sopra, digerisce senza ripercussioni o non se ne accorge proprio. È un peccato che Carlo ed Enrico Vanzina non riescano a realizzare film di livello almeno quanto dichiarino di amare la settima arte. Le citazioni e gli spunti che li ispirano dimostrano che la loro conoscenza del cinema, e dunque la passione per lo stesso, vada molto oltre quella di uno spettatore medio. E dai figli di Steno che fin da bambini respiravano l'aria del set, in effetti, non ci si aspetterebbe il contrario.
Buona giornata, come altri lavori precedenti, appoggia completamente sul cast. Gli attori sono distribuiti in questo caso su sette episodi indipendenti portati avanti parallelamente e raccordati da una voce narrante. Le storie non hanno necessità di essere originali, infatti non lo sono, e le risate vengono strappate unicamente dalla simpatia degli interpreti. Particolarmente esilaranti - e per loro merito alcuni difetti generali si riescono a perdonare - sono gli exploit del miserabile aristocratico Christian De Sica, dell’evasore fiscale Maurizio Mattioli, del notaio napoletano Vincenzo Salemme e moglie Tosca D'Aquino.
- Giornalista cinematografico
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