Amici di letto - la recensione del film con Mila Kunis
Se invece di finire a letto insieme dopo un anno di amicizia, Harry e Sally avessero condito la loro perfetta relazione fraterna con un pizzico di sesso senza amore, forse non sarebbero stati tanto diversi dai protagonisti di Amici di letto...
Amici di letto - la recensione
Se invece di finire a letto insieme dopo un anno di amicizia, Harry e Sally avessero condito la loro perfetta relazione fraterna con un pizzico di sesso senza amore, forse non sarebbero stati tanto diversi dai protagonisti di Amici di letto, che prima di capire di essere fatti l'uno per l'altra, si cimentano in acrobazie erotiche prive di qualsiasi coinvolgimento emotivo.
Ammesso e non concesso che dal 1989 al 2011 i costumi sessuali siano effettivamente cambiati, il paragone tra i due film va decisamente a favore di Harry, ti presento Sally, perchè Justin Timberlake e Mila Kunis non sono Billy Crystal e Meg Ryan e soprattutto perché di Nora Ephron ce n'è – e sempre ce ne sarà - una sola.
Detto questo, è anche giusto valutare Amici di letto come un'opera a sé, facendo finta che il regista Will Gluck e lo sceneggiatore Keith Merryman non abbiamo voluto giocare al pericoso gioco della citazione.
Considerato come un puro prodotto dei nostri tempi – tempi in cui dalle penne degli sceneggiatori escono quasi esclusivamente sequel e remake – Amici di letto è un film gradevole, stiloso, irriverente al punto giusto e interpretato da due attori che bilanciano una recitazione da 6 e ½ con un fondoschiena da 10 e lode. Eh, sì, perché quando ci sono di mezzo scene di nudo, mostrare dei bei corpi, fasciati o meno in biancheria rigorosamente Calvin Klein o Victoria'S Secret - aiuta. Perfettamente scolpiti e illuminati da una sapiente fotografia, quelli dei nostri due protagonisti non rimandano mai un'immagine di volgarità, e questo perché fra loro il sesso non è che un gioco un po' goffo. Da un lato si tratta di una trovata intelligente, perchè finalmente un film ci mostra due persone che prima di entrare in perfetta sintonia hanno bisogno di alcuni aggiustamenti e che invece di sosporare e guardarsi languidamente negli occhi possono ridere e parlare. Dall'altro lato, però, questa rappresentazione spoetizzante è tirata troppo per le lunghe, e quando l'amicizia con sesso diventa amicizia senza sesso e poi sesso con amore, il racconto non sa davvero che strada prendere, se non quella, già troppe volte percorsa, dei musi lunghi e della presentazione in famiglia seguita da consigli e coup de theatre.
Per fortuna, a fare da contraltare a una simile prevedibilità, che tuttavia interessa soprattutto la seconda parte della storia, ci sono dei comprimari tratteggiati in maniera straordinariamente originale: alcuni più comici, come il giornalista gay con il volto di Woody Harrelson, altri decisamente tragici, come il padre malato di Alzheimer impersonato da un bravissimo Richard Jenkins. Pur costituendo l'obbligato "coro" che tanto piace a chi fa commedie sentimentali, danno verità a un film a cui ci sentiamo di fare un'altra piccola critica.
Se è vero, infatti, che il cinema ha la funzione di farci dimenticare per due ore i nostri problemi, viaggiando in mondi lontani o sognando un'esistenza meravigliosa, a vedere quanto sia facile e agiata la vita nella Grande Mela dei due protagonisti di Amici di letto, si prova un po' di irritazione. Ad alcuni succedeva anche con la serie di Sex & the City. Ma quella era la New York di fine anni '90 – tanto per continuare con i paragoni – e allora non si presagivano gli attuali tempi bui.
Passati quasi 4 lustri, un po' più di austerity sarebbe stata gradita.
- Giornalista specializzata in interviste
- Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali