Amants: recensione del melodramma di Nicole Garcia con Stacy Martin e Pierre Niney in concorso al Festival di Venezia 2020
Una storia d'amore tormentata fra due giovani che sono cresciuti insieme e vengono divisi dalla vita, Amants è un film di Nicole Garcia con Pierre Niney e Stacy Martin presentato a Venezia 77.
Il cinema di Nicole Garcia sembra cristallizzato a una ventina d’anni fa, preso da storie e stilemi che non evolvono, cozzano come mosche contro un vetro di immobilismo che la rende un’autrice che non convince, nonostante sia frequentatrice abituale dei salotti buoni festivalieri, con rinnovato vigore negli ultimi anni. È successo anche con Amants, in concorso al Festival di Venezia 2020, in cui ripropone la sua personale visione del melodramma. Siamo a Parigi, dove in un quartiere popolare, in un appartamento modesto, vivono due giovani partner amorosi da tanti anni, quasi da sempre, da quando erano poco più che bambini. Lisa (Stacy Martin) studia in una scuola alberghiera, sembra coscienziosa e molto innamorata dello scostante e ombroso Simon (Pierre Niney). I due sono inseparabili. Lui si guadagna da vivere, e di che mettere da parte un bel gruzzolo, spacciando cocaina nei quartieri bene di Parigi, a gente “rispettabile” con cui in qualche caso intrattiene anche un rapporto di conoscenza, se non di amicizia.
Pratica non proprio consigliata, come del resto il commercio che porta avanti, alla radice dei problemi che ha con la madre, che non lo vuole più vedere, nonostante il fratello cerchi di mantenere i contatti e l’unione familiare. Mestiere rischioso, e come ovvio presto provocherà una scintilla che turberà la vita quotidiana della coppia e Simon sarà costretto, almeno così la pensa, a scappare da Parigi a cavallo della sua moto. Senza Lisa, che dopo un periodo di lutto e inappetenza ritroviamo tre anni dopo sposata a un assicuratore dai giri d’affari vari e un po’ misteriosi, un uomo poco raffinato, un arricchito di molti anni più grande di Lisa, interpretato da Benoit Magimel.
Ma non sarebbe un (improbabile) melodramma di Nicole Garcia se i due non si rincontrassero per caso in un resort delle Mauritius in cui i due ricchi sposi, che vivono in una sontuosa dimora sul lago a Ginevra, sono in vacanza e Simon lavora come guida turistica dell’isola, ormai indebitato a causa di investimenti finiti male. Qui il film cerca a tutti i costi di dimostrare l’assunto delle regista che si tratti di un noir e il terzetto finirà per incontrarsi sulle lande svizzere invernali, in un balletto di rincorse e pensieri di nuova vita che non mancano di turbare i “nostri eroi innamorati”.
A proposito di innamorati, il problema principale, mettiamo le carte in tavola, è il fatto che questa giostra rimane glaciale e il melodramma non è tanto trattenuto quanto proprio poco credibile. Non solo per alcuni accadimenti di sceneggiatura che non stanno in piedi, o per i dialoghi che vorrebbero essere pregnanti e scadono invece nel bolso fasullo, ma per dei personaggi poco interessanti quando non respingenti come Simon, con le quali pene d’amore fuori tempo massimo non è proprio semplicissimo empatizzare. Niney è un bravo attore, non c’è dubbio, ma qui sembra spaesato e ingessato poco convinto di cosa fare e come farlo, come la sua partner Stacy Martin. Magimel, dalla sua, estremizza alcune derive di altri personaggi interpretati in passato.
C'è da rimanere stupiti che, in piena epoca di dovuta revisione della figura femminile al cinema, si possa proporre ancora una dinamica così stanca della protagonista, passiva e totalmente dipendente da un partner e se non sia amore siano almeno soldi e una figura rassicurante di vent’anni più vecchia. Siamo sicuri che per belle storie al femminile ci debba per forza essere una donna dietro la macchina da presa?
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito