Alibi.com: la recensione della commedia francese diretta e interpretata da Philippe Lacheau
Fra i maggiori incassi al botteghino francese dell'anno.
Non succede solo in Italia che comici televisivi sfruttino la popolarità e la rassicurante presenza quotidiana nelle case della gente, per spingere i propri fan a seguirli anche al cinema. In questo modo si è formata una buona parte della pattuglia di comici francesi che riempiono le sale. Uno degli ultimi casi è rappresentato da Philippe Lacheau e dal gruppo dello show di Canal+ La Bande à Fifi, che hanno sconvolto il botteghino alcuni anni fa con Babysitting, sorta di Project X transalpino; un piccolo film che ha incassato alla grande generando poi un sequel e un remake italiano, I Babysitter, con Francesco Mandelli e Paolo Ruffini.
Con Alibi.com Lacheau ha ottenuto un successo ancora maggiore in patria, facendo gli straordinari come sceneggiatore, regista e protagonista. Prosegue con la risata facile alzando il target di riferimento e abbassando l’originalità, convertendosi a una commedia più tradizionale coinvolgendo un paio di generazioni, i genitori cinquantenni e i figli trentenni, ritagliando uno spazio per qualche scorrettezza assortita e sparute citazioni nerd.
La giostra del tradimento è al centro del film, con una società molto moderna ed efficente, appunto la Alibi.com, che propone ogni forma di copertura per cattive azioni di ogni genere, che ruotano sempre intorno alla tresca con una più giovane, e quasi sempre coinvolgono uomini, con una curiosa intromissione di un bambino che fa di tutto per non andare a scuola. Seppur imbellettata con qualche pixel buono per l’era di internet, non ci si inganni: siamo dalle parti della più trita, abusata e ormai sterile commedia degli equivoci, con uomini dalla bugia facile e dalla scappatella istintiva pronti a convertirsi per un trionfo finale dei buoni sentimenti. Si tratta di una commedia a salve, con qualche deriva di volgarità a cercare di confondere le acque, che fallisce quasi sempre - a parte forse per un inizio divertente - nell’unico scopo: far ridere.
Lacheau vorrebbe passare per un Owen Wilson sulla Senna, finendo per riproporne la fissità espressiva, ma non la sua ironia malinconica. Se cercate una commedia confortante, pronta a smussare ogni angolo con qualche forma di buon senso, a quel punto meglio rivolgersi a Non sposate le mie figlie!, che aveva almeno qualche momento riuscito e attori più carismatici. La bella bionda protagonista del film, Elodie Fontan, viene proprio da quella commedia.
Alibi.com è una commedia nata superata, in cui il punto di vista è rigorosamente maschile e le donne servono solo come belle statuine e motore per spingere i nostri baldi fanciulli ad agire. Se poi Lacheau finisce con il prendersela pure con François Hollande (come dire, la Croce Rossa), giocando sulla sua relazione con Julie Gayet, vuol dire che di cartucce ne aveva davvero poche.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito