M - Il figlio del secolo: Su Sky e NOW Mussolini come non lo abbiamo mai visto, parlano i protagonisti
Debutta oggi la serie che ripercorre l'ascesa politica di Benito Mussolini e del fascismo: scopriamola attraverso le parole di Luca Marinelli, del regista Joe Wright, degli sceneggiatori e degli altri addetti ai lavori.
- M - Il figlio del secolo: La genesi della serie
- Diventare Benito Mussolini: La prova, superata, di Luca Marinelli
- Il cast e gli altri personaggi
Un period drama ambientato nel secolo scorso, eppure una serie drammaticamente contemporanea. Un protagonista affascinante e allo stesso tempo respingente. Una storia che seduce e intrattiene e, ugualmente, fa interrogare il pubblico. M - Il figlio del secolo, che debutta oggi in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW, fa leva sui contrasti e su ciò che è apparentemente incompatibile. E funziona proprio per questo. Lasciamo che siano Luca Marinelli e gli altri protagonisti, i produttori, il regista Joe Wright, gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino e Antonio Scurati, autore del libro che ha ispirato la serie e co-autore della stessa, a parlarci di questo ambizioso progetto. Un progetto che, come sottolineato dall'Executive Vice President Sky Studios per l'Italia Nils Hartmann, segna un nuovo punto di svolta per Sky, così come aveva fatto Gomorra - La serie.
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M - Il figlio del secolo: La genesi della serie
Basata sul bestseller di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega, M - Il figlio del secolo ripercorre la storia di Benito Mussolini e del fascismo dalla fondazione dei Fasci Italiani, nel 1919, fino al famigerato discorso del Duce in Parlamento nel 1925, dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Lo fa con uno stile inedito, offrendoci un ritratto originale e "pop" dell'uomo che seppe ammaliare gli italiani, pur macchiandosi di atti di violenza estrema. Lorenzo Mieli, produttore per per The Apartment (una società di Fremantle), ha creduto nell'unicità del progetto fin dalla lettura del manoscritto di Scurati, nel lontano 2017. "Ho capito che il tema principale era il populismo e noi volevamo fare una serie anche pericolosa, essere emotivamente coinvolgenti tanto da rischiare di essere empatici. Tutti i livelli sono tenuti insieme da questo doppio binario cioè l'essere travolti e distanziati", ha spiegato Mieli definendosi "sorpreso" del risultato raggiunto.
Gli autori hanno sicuramente corso dei rischi presentandoci un Mussolini che ammalia, rompe la quarta parete e si rivolge direttamente agli spettatori per commentare le sue imprese mentre, in pubblico, sovverte la democrazia e instaura la dittatura e, nel privato, coltiva relazioni extraconiugali. Ma l'equilibrio tra dramma e farsa è sempre perfetto. "Era importante per noi non rendere Mussolini un clown, ma prenderlo sul serio e fare anche una serie d'intrattenimento, senza insegnare o predicare. Dovevamo permettere a Luca di interpretare un Mussolini che seduce il pubblico proprio come il personaggio storico aveva sedotto le masse. Questo senza però dimenticare quello che ha commesso. La serie ci invita a cercare Mussolini in ognuno di noi, la bestia che abbiamo dentro. Diventa una metafora del male che alberga in noi", ha sottolineato il regista Joe Wright.
La sfida del tragicomico: Mussolini tra Alberto Sordi e Tony Soprano
Antonio Scurati ha seguito il processo di adattamento del suo romanzo e ha contribuito come co-autore del soggetto di serie e dei soggetti di puntata. La sfida più grande è stata individuare il tono giusto, considerato che la serie gioca costantemente con il tragicomico. "Io nel romanzo non volevo che il lettore empatizzasse con Mussolini, non volevo che ne venisse sedotto perché sono convinto che il fascismo sia stata una terribile tragedia. E confesso che a un certo punto della scrittura di fronte a questi aspetti di commedia bilanciati dalla tragedia io ho dubitato. E invece devo riconoscere che avevano ragione gli sceneggiatori. Quando ho visto il risultato sono rimasto ammirato e abbagliato", ha confessato lo scrittore. Per Joe Wright la rottura della quarta parete è stato il modo più naturale per riprodurre la struttura del romanzo che, come un collage, comprende lettere, telegrammi, articoli di giornale, scene di finzione e altro.
Lo sceneggiatore Stefano Bises ha posto l'accento sulla responsabilità avvertita nel portare sullo schermo una figura ingombrante come quella del Duce. "Questo primo Mussolini è un perdente, sconfitto, vile, bugiardo. Si prestava a farne un Alberto Sordi prima, un Tony Soprano dopo. Questo era funzionale a creare una simpatia e poi, man mano che la storia diventa più crudele, portare lo spettatore idealmente a sentirsi male per aver avuto anche dei sentimenti di comprensione inizialmente per lui. Mussolini è Mussolini, anche se abbiamo iniziato a lavorare nel 2017 e il panorama era diverso. Ma la responsabilità verso la memoria storica del nostro paese e verso Antonio Scurati ci ha fatto mettere sempre in discussione", ha detto Bises.
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Diventare Benito Mussolini: La prova, superata, di Luca Marinelli
Per Luca Marinelli il ruolo di Benito Mussolini è stato, naturalmente, uno dei più importanti e complessi della sua carriera. "Per me è stato fondamentale avvicinarmi a Mussolini anche a livello fisico, sentirmi più presente. Sul piano intellettuale ed emotivo è stato difficile, perché da antifascista ho dovuto sospendere il giudizio per 7 mesi e 10 ore al giorno", ha raccontato l'attore. È stato quindi necessario staccare tutte quelle etichette, come quella di "cattivo" e "diavolo", che rendono il personaggio distante mettendolo quasi su un piedistallo. "Era invece un essere umano che coscientemente ha fatto quello che ha fatto portando il Paese verso la distruzione totale", ha sottolineato il protagonista.
Il cast e gli altri personaggi
Francesco Russo (Call My Agent - Italia) interpreta Cesare Rossi, fascista della prima ora e braccio destro di Mussolini. "Joe Wright ci ha suggerito di lavorare su una specie di amicizia tossica, di dipendenza. Ho lavorato come se Cesare Rossi avesse una sorta di sindrome di Stoccolma verso Mussolini. E questo movimento umano diventa metafora di un intero Paese che si lascia sedurre da questo personaggio", ha raccontato Russo. Barbara Chichiarelli (Suburra - La serie) è Margherita Sarfatti, signora dell’élite culturale milanese, ebrea, sposata e amante di Mussolini. "È una donna che ha avuto una vita complessa ed è poco conosciuta anche in Italia. Lei viene prima abbandonata e poi tradita in quanto ebrea. Successivamente si è dissociata", ha detto la sua interprete. Benedetta Cimatti (Ricordi?) interpreta la moglie di Mussolini, Donna Rachele. Sul suo personaggio ha detto: "Per me la difficoltà più grande è stata liberarmi dal pregiudizio iniziale che avevo verso questa donna, e lo dico da romagnola. Sono passata a una sorta di pena, ho cercato le sue debolezze e fragilità. Il suo rapporto con Mussolini si basa su una violentissima dipendenza affettiva".
Il resto del cast include Federico Majorana (Prisma) che interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (Baby) che è Italo Balbo; Federico Mainardi (Il ritorno di Casanova) che interpreta Albino Volpi; Maurizio Lombardi (Ripley) nei panni di Emilio De Bono; Gianmarco Vettori (La Belva) in quelli di Dino Grandi; Gaetano Bruno (Martin Eden) che interpreta Giacomo Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito) nei panni di Gabriele D’Annunzio; Elena Lietti (Il Miracolo) che è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero) nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di Roberto Farinacci; infine Vincenzo Nemolato (Tutto chiede salvezza) interpreta Vittorio Emanuele III.
L'appuntamento con gli 8 episodi di M - Il figlio del secolo, prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con Fremantle e CINECITTÀ S.p.A, è su Sky e in streaming solo su NOW da oggi, 10 gennaio.
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