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Django: alla Festa del Cinema di Roma presentata la serie western con Matthias Schoenaerts e Noomi Rapace

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Ispirata al film omonimo di Sergio Corbucci con Franco Nero, arriverà su Sky e in streaming su NOW nel 2023 la serie Django, diretta da Francesca Comencini. A presentarla in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma i protagonisti Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace e Lisa Vicari.

Django: alla Festa del Cinema di Roma presentata la serie western con Matthias Schoenaerts e Noomi Rapace

Dopo la rivisitazione  del Django Unchained di Tarantino, torna stavolta sul piccolo schermo in 10 puntate tutte da scoprire Django, liberamente ispirato agli sceneggiatori Maddalena Ravagli e Leonardo Fasoli dall'omonimo e leggendario italian western del 1966 con Franco Nero diretto da Sergio Corbucci. La serie sarà su Sky e NOW in una data ancora non annunciata del 2023, ma in anteprima mondiale i primi episodi sono stati presentati alla Festa del cinema di Roma, alla presenza del cast protagonista (con l'eccezione di Nicholas Pinnock) composto da Matthias Schoenaerst, Noomi Rapace e Lisa Vicari, nonché di Francesca Comencini, regista dei primi due episodi e direttrice artistica della serie, degli sceneggiatori e dei produttori. Un Django che pur mantenendo alcune caratteristiche e stilemi dell'originale se ne differenzia anche molto, in una rilettura che cerca di parlare anche del presente.

Questo, che è uno dei temi presenti nella serie, ci ha tenuto a sottolineare Francesca Comencini, dopo aver aperto l'incontro con la stampa con una dichiarazione molto sentita in memoria di Masha Amini e in solidarietà con le donne coraggiosissime che in Iran stanno lottando per la libertà, perché questo Django parla anche del nostro presente:

“I western degli anni 70, ed è anche il motivo per cui li amavo tanto, erano film di rivolta i cui protagonisti erano antieroi, refrattari e anarchici. Hanno costruito un grande racconto, una favola nera per adulti in cui sono stati in grado di parlare di quel tempo e di quello spirito di rivolta indomito. Non solo il western italiano, ma anche quello americano, con film come Il mucchio selvaggio, hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione di ragazza ribelle. Questa tradizione leggendaria l'abbiamo rispettata e omaggiata cercando al tempo stesso di fare come hanno fatto loro, cioè di parlare del nostro tempo, usando questa cornice e questo sogno di cinema smisurato per parlare di oggi, dando anche un maggior protagonismo ai personaggi femminili. Anche il nostro Django è un antieroe, con crisi più intime più legate alla sfera affettiva, e vive in un mondo pieno di differenze, diviso tra l'utopia di New Babylon, che vuole che tutti siano accolti e chi ha paura di questo mondo e si chiude rispondendo con la paura e la violenza. Con Noomi Rapace, che è l'antagonista della storia, abbiamo cercato di dare una profondità e diversi stati di complessità al personaggio e capiremo andando avanti cosa ha dietro e perché una donna diventa quasi la più feroce guardiana di un ordine patriarcale”.

Nel film Noomi Rapace è Lady Elizabeth, una feroce assassina, a capo della bigotta cittadina di Elmsdale, che giustifica le sue azioni con una fanatica fede religiosa, ma si intuisce che dietro la sua storia c'è qualcosa in più della semplice cattiveria. L'attrice, che alla Festa riceverà anche un premio alla carriera, è entusiasta dell'esperienza e del personaggio: “Quando me ne hanno parlato mi sono subito accorta che si trattava di un personaggio con una complessità molto rara e fin dall'inizio abbiamo cominciato a svilupparlo per arrivare a comprenderlo perché all'inizio sembra solo il Male, ma poi arriveremo a capire perché una persona può arrivare a quel punto di estremismo, è uno studio profondo della psiche di qualcuno. È stato un processo di grande collaborazione e mi è piaciuto moltissimo mettere in scena questo personaggio".

La sceneggiatrice Maddalena Ravagli parla di come anche Django Unchained di Tarantino sia stato tenuto presente in questa lettura moderna: "Lo abbiamo avuto in mente perché anche il Django di Tarantino fa un racconto politico, che non è non ideologico ma è una riflessione che parte dalla condizione reale della popolazione black dopo la fine della guerra civile americana (dopo una vittoria apparente che in realtà è stata una sconfitta) e mette in scena personaggi che rispecchiano condizioni ancora esistenti oggi e quindi potenzialmente universali”. Matthias Schoenaerts nella serie è un uomo che è mancato alla sua famiglia quando questa aveva più bisogno di lui. Dopo averla perduta, scopre che sua figlia Sarah (Lisa Vicari) è ancora viva, nell'utopica New Babylon, e cerca di ricostruire un rapporto con lei che si è sentita abbandonata e inizialmente lo respinge. L'attore belga, molto convincente nella serie, è di poche parole nella realtà: “Il personaggio, il mio Django, deve capire come andare avanti con la vita una volta che ha perduto quasi tutto quello che ha di più caro, un tema diventato oggi con la guerra ancora più pertinente. Il desiderio di Django è quello di riuscire a cogliere la sua ultima possibilità di esprimere l'amore nei confronti dell'ultima persona che gli è rimasta".

Francesca Comencini racconta di aver lavorato benissimo alla sua prima esperienza nel cinema internazionale (anche se i tecnici sono in maggior parte italiani, le riprese si sono svolte in Romania e c'è una coproduzione estera, ndr) e di avere imparato molto da un cast che ha investito moltissimo in maniera appassionata e molto personale nello sviluppo della serie. Sottolinea anche l'importanza dell'incontro con Noomi Rapace, che “oltre a essere una grandissima attrice è una donna molto forte", una caratteristica che evidentemente le accomuna. Al momento non c'è ancora una data di messa in onda di Django e la curiosità dopo questo assaggio cresce, ma per ora possiamo solo aspettare, sicuri che non resteremo delusi da un western che ai classici elementi archetipici, alla tragedia e alla violenza, ai grandi paesaggi e alle sparatorie, unisce lo scavo intimo all'interno dei personaggi e, come ha detto l'altro regista Enrico Marta Artale, anche un po' di melodramma. Nel 2023 su Sky e in streaming su NOW.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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