Lost: I produttori Damon Lindelof e Carlton Cuse sotto accusa, avrebbero favorito razzismo e bullismo sul set
Un nuovo libro riporta le testimonianze di alcuni membri dello staff di Lost che denunciano comportamenti inappropriati sul set del mistery drama, ma Lindelof si difende: "Ero inesperto".
- Lost, set tossico: Le accuse mosse agli autori
- Harold Perrineau e la sua frettolosa uscita di scena
- Le dichiarazioni di Damon Lindelof
Un nuovo libro in uscita negli Stati Uniti prende di mira la stanza degli sceneggiatori di Lost, in particolare gli autori e produttori esecutivi Damon Lindelof e Carlton Cuse, accusati di aver favorito un ambiente tossico sul set della serie di ABC. Il volume, scritto da Maureen Ryan e intitolato Burn It Down, Power, Complicity e A Call For Change in Hollywood, intende investigare su "modelli di molestie e pregiudizi a Hollywood" riportando le testimonianze di chi ha subito in prima persona comportamenti inappropriati dietro le quinte. Tra le personalità intervistate dall'autrice ci sono alcuni ex membri dello staff di Lost che non ne hanno un bel ricordo, come l'ex sceneggiatrice Monica Owusu-Breen e l'attore Harold Perrineau che nella serie interpretava Michael Dawson.
Lost, set tossico: Le accuse mosse agli autori
Tutto quello che volevo fare era scrivere alcuni episodi davvero fantastici di una serie fantastica. Era impossibile per quello staff", ha detto Monica Owusu-Breen, che ha lavorato alla terza stagione di Lost. "Non c'era modo di superare quella situazione. Parte del motivo stava nel fatto che a loro non piacevano davvero i loro personaggi neri. Quando devi andare a casa e piangere per un'ora prima di poter vedere i tuoi figli perché devi eliminare tutto lo stress che hai trattenuto, dopo non scriverai niente di buono".
Owusu-Breen ha anche ricordato anche di quando lei e un suo collega sono stati incaricati di uccidere Mr. Eko, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje. L'attore voleva lasciare la serie e alla fine è stato ucciso dal Mostro di fumo nella terza stagione, anche se Cuse avrebbe voluto per lui un finale diverso, molto più cruento. "Carlton ha detto qualcosa del tipo: 'Voglio impiccarlo all'albero più alto. Dio, se solo potessimo tagliargli il ca**o e ficcarglielo in gola'", ha ricordato Owusu-Breen. "A quel punto ho detto: 'Potresti moderare le immagini del linciaggio, per non offendere?' Ed ero molto arrabbiata", ha aggiunto la sceneggiatrice.
Cuse ha risposto a Ryan dicendo: “Non ho mai, mai fatto quella dichiarazione e questo scambio di battute non è mai avvenuto. Aggiungere altro a questa menzogna e suggerire che qualcuno sia stato licenziato a seguito di una dichiarazione che non ho mai fatto è completamente falso", aggiungendo che l'insinuazione è "completamente oltraggiosa".
Harold Perrineau e la sua frettolosa uscita di scena
Harold Perrineu, inoltre, ha dichiarato di essere stato licenziato dalla serie nella seconda stagione dopo aver espresso preoccupazione per l'arco narrativo del suo personaggio. L'attore non riteneva convincente il modo in cui Michael sembrava non preoccuparsi di dove si trovasse suo figlio, Walt, dopo che il ragazzo era stato rapito dagli Altri nella seconda stagione.
"Non posso essere una persona a cui non importa dei ragazzi neri scomparsi, anche nel contesto della finzione, giusto?" ha spiegato Perrineau. "Questa cosa non fa altro che promuovere una narrazione secondo cui a nessuno importa dei ragazzi neri, nemmeno ai padri neri". L'attore ha riconosciuto che sarebbe stato difficile sollevare la questione con Lindelof e Cuse: "Ogni volta che parli di razza, tutti prendono fuoco: i loro capelli prendono fuoco e dicono, 'Non sono razzista!'. Devo giustificarmi, 'Solo perché sono nero non significa che ti sto chiamando razzista. Ti sto parlando dal mio punto di vista. Sono molto chiaro sul fatto che non sto cercando di scaricare il mio trauma su di te, ma sto cercando di parlarti di quello che sento. Quindi possiamo farlo? Possiamo semplicemente avere quella conversazione?'".
Le dichiarazioni di Damon Lindelof
Diverse fonti hanno confermato a Maureen Ryan che, al momento dell'uscita di scena di Harold Perrineau, Damon Lindelof avrebbe dichiarato: "Mi ha chiamato razzista, quindi l'ho licenziato". Alla domanda sull'incidente che ha coinvolto Perrineau, Lindelof ha detto: "Cosa posso dire? A parte il fatto che mi spezza il cuore che quella sia stata l'esperienza di Harold". Lo sceneggiatore ha detto di non ricordare di aver mai detto certe parole a Perrineau. "Ammetto che gli eventi che stai descrivendo sono accaduti 17 anni fa, e non so perché qualcuno dovrebbe inventarsi qualcosa su di me", ha aggiunto.
Quando gli è stato chiesto di rispondere alle accuse di bullismo e razzismo, Damon Lindelof si è difeso dichiarando a Maureen Ryan: "Il mio livello di fondamentale inesperienza come manager e capo mi ha fatto fallire nel ruolo di colui che avrebbe dovuto creare un clima stimolante a livello creativo, fornire sicurezza e conforto nel corso del processo creativo. Ho fallito nell'impresa".
Altre rivelazioni potrebbero arrivare il 6 giugno quando il libro di Ryan uscirà in tutte le librerie americane.