La caduta della casa degli Usher: Frank Langella respinge le accuse al mittente con una lettera dopo il licenziamento
Accusato da un'attrice di condotta inappropriata, il grande attore veterano Frank Langella, licenziato da Netflix come protagonista di The Fall of the House of Usher, si difende raccontando come sono andati veramente i fatti e denunciando la "cancel culture".

Il 13 aprile scorso, il sito web Deadline Hollywood ha pubblicato per primo la notizia che Frank Langella, protagonista della miniserie Netflix La caduta della casa degli Usher, tratta dalla storia di Edgar Allan Poe, e trasposta da Mike Flanagan in epoca moderna, era stato licenziato per inaccettabile condotta sul set, che includeva l'accusa di molestie nei confronti di un'attrice. L'attore è stato in seguito sostituito da Bruce Greenwood. Il sito ha chiesto spiegazioni a Langella, che le ha date diffusamente in una lunga, appassionata e dettagliata lettera aperta che diventa un atto di accusa contro la cancel culture e che vi traduciamo più sotto, dopo una necessaria premessa alla storia.
Chi è Frank Langella e cosa è successo
I più giovani lo avranno forse visto nel ruolo del padre del personaggio di Jim Carrey nella splendida - e purtroppo cancellata - serie Kidding, o in The Americans, ma la carriera di Frank Langella è lunga e gloriosa. Oggi 84enne, l'attore ha vinto 4 Tony Award per le sue performance teatrali, ha interpretato il conte Dracula nel 1977 a teatro e lo ha portato poi al cinema con grande successo nell'omonimo film diretto da John Badham nel 1979: il suo ritratto del personaggio è stato unanimemente giudicato uno dei migliori della storia. Parallelamente a quella teatrale, che ha continuato a coltivare con successo, Langella ne ha portata avanti una soprattutto televisiva, ma è anche apparso al cinema in film come E Dio creò la donna, La nona porta, Frost/Nixon - Il duello, per cui è stato candidato all'Oscar, Wall Street - Il denaro non dorme mai, Captain Fantastic e altri. Tra cinema e tv ha oltre cento titoli all'attivo. Attore stimatissimo, sulla sua carriera nessuna macchia e nessuna ombra, fino ad oggi, quando è stato licenziato dopo un "processo sommario" a seguito delle proteste di un'attrice che interpretava sua moglie in La caduta della casa degli Usher. Noi un'idea ce la siamo fatta, per questo gli lasciamo la parola per la sua versione dei fatti, nella lettera aperta che l'attore ha indirizzato proprio a Deadline e che vi traduciamo integralmente. Se non altro, in un momento in cui basta la parola di una persona a distruggere la carriera e la reputazione di un'altra, diamo a chi subisce questo trattamento la possibilità di raccontare il suo punto di vista.
Frank Langella: la lunga e dettagliata lettera con cui respinge le accuse al mittente
"Sono stato cancellato. Così, all'improvviso. Nella crescente follia che attualmente pervade il nostro ambiente, non avrei mai potuto immaginare che le parole "danni collaterali" sarebbero state applicate a me. Hanno portato con sé un peso che non mi ero aspettato di dover sopportare nei decenni conclusivi della mia carriera. E insieme a questo è giunto un senso imprevisto di grave pericolo. Sono stato licenziato da Netflix per quello che hanno deciso fosse un comportamento inaccettabile sul set. Il mio primo istinto è stato quello di incolpare, di attaccare e cercare vendetta. Ho fatto colloqui con responsabili di gestione di crisi, tosti avvocati online, quelli che offrono comprensione professionale per 800 dollari l'ora. Mi hanno anche offerto consigli gratuiti: "Non fare la vittima". "Non citarli in giudizio, scaveranno nel tuo passato". "Firma l'accordo di non divulgazione, prendi i soldi e scappa". "Vai ai talk show, mostra pentimento, fingi umiltà, Dì che hai imparato un sacco". Scusati, scusati, scusati.
Avevo il ruolo protagonista di Roderick Usher in La caduta della casa degli Usher, modernizzata in una serie di otto episodi per Netflix. Un ruolo splendido, che ero giunto a considerare come probabile mio ultimo canto del cigno. Una cosa profetica in modo bizzarro, nelle attuali circostanze. Il 25 marzo di quest'anno interpretavo una scena d'amore con l'attrice che fa la mia giovane moglie. Entrambi eravamo interamente vestiti. Ero seduto su un divano e lei era in piedi di fronte a me. Il regista ha dato lo stop. "Mi ha toccato la gamba" - ha detto l'attrice - "Non era nel blocking" (il piano con cui vengono coreografate le azioni prima di girare una scena, ndr). Poi si è girata e se n'è andata dal set, seguita dal regista e dal coordinatore per le scene intime. Ho cercato di seguirla ma mi hanno chiesto di "darle un po' di spazio". Ho aspettato per circa un'ora, quando mi hanno detto che non sarebbe tornata sul set e che avevamo finito.Poco tempo dopo, è iniziata un'indagine.
Circa una settimana dopo, l'ufficio Risorse Umane ha chiesto di parlarmi al telefono. "Prima che iniziasse la scena d'amore il 25 marzo" - ha detto chi mi interrogava - "il nostro coordinatore per le scene intime ha suggerito a entrambi dove mettere le mani. Ci è stato detto che lei ha risposto "questo è assurdo!". "Sì" - ho risposto - "l'ho fatto e ne sono ancora convinto". Era una scena d'amore di fronte a una telecamera. Dettare per legge dove mettere le mani, per me, è ridicolo. Danneggia l'istinto e la spontaneità. Verso la fine della nostra conversazione, lei ha suggerito che non contattassi la signorina, il coordinatore per le scene intime o chiunque altro nell'azienda. "Non vogliamo rischiare dei contraccolpi", mi ha detto. Quando le ho detto che certo non era mia intenzione di... mi ha interrotto cortesemente e ha detto "Non ci interessano le intenzioni. Neflix si occupa solo degli effetti".
Quando è protagonista, un attore deve, secondo me, dare l'esempio mantenendo un'atmosfera leggera e amichevole. Tuttavia, questo faceva parte dell'accusa: 1. "ha raccontato una barzelletta sconcia". 2. "A volte mi ha chiamato tesoro o bambina". 3. "Mi ha abbracciato o mi ha toccato la spalla". "Non puoi fare questo, Frank" - mi ha detto il produttore - "non puoi scherzare. Non puoi fare complimenti. Non puoi toccare. È il nuovo ordine". Il 13 aprile, il titolo seguente è apparso su TMZ (noto sito di gossip americano, ndr): "Frank Langella è stato licenziato da Netflix per aver palpeggiato un'attrice tra un ciak e l'altro e lei ha lasciato il set infuriata". Si faceva il nome dell'attrice. Era la stessa giovane donna che mi aveva accusato di "toccarle la gamba" durante le riprese della scena d'amore. Il giorno successivo l'articolo fu corretto in "Frank Langella non è stato licenziato ma è oggetto di indagine". In questa versione, il nome dell'attrice era cancellato. Quel pomeriggio stesso, sono stato licenziato. Netflix non mi ha dato udienza. La mia richiesta di un faccia a faccia con l'attrice è stata rifiutata. I registi e il produttore hanno smesso di rispondere alle mie email e alle mie telefonate. 30 minuti dopo il mio licenziamento, è arrivata una lettera al cast e alla troupe ed è stato mandato immediatamente un comunicato stampa. I miei rappresentanti ed io non abbiamo avuto opportunità di commentare o collaborare alla narrazione.
Non posso parlare delle intenzioni dei miei accusatori o di Netflix, ma l'impatto su di me è stato incalcolabile. Ho perso una parte fantastica, la possibilità di guadagni futuri e forse dovrò affrontare un periodo di disoccupazione. Netflix mi ha eliminato dopo tre mesi di lavoro, a sole tre settimane dalla fine delle riprese e devo ancora essere pagato interamente per il mio lavoro. Cosa ancora più importante, la mia reputazione è stata sporcata. Questi affronti sono, per me, la vera definizione di comportamento inaccettabile. La cancel culture è l'antitesi della democrazia. Reprime la conversazione e il confronto. Limita la nostra capacità di ascoltare, mediare e scambiare punti di vista antitetici. Cosa ancora più tragica, annienta il giudizio morale. Questo non è giusto. Questo non è americano. Frank Langella."