Il candore di un ladro di diamanti, incontro con Kim Rossi Stuart e gli autori della serie Everybody Loves Diamonds
Una commedia camuffata da storia di rapina o il contrario. Everybody Loves Diamonds è in arrivo su Prime Video dal 13 ottobre. Abbiamo incontrato il protagonista Kim Rossi Stuart con il regista Gianluca Maria Tavarelli.

Un Kim Rossi Stuart sorridente e autoironico, che gioca con i suoi ruoli passati, sempre intensi, a dir poco. Parla di un nuovo inizio, sornione, in cui si è divertito su toni comici e addirittura si è rivolto in camera al telespettatore. Gioca con i giornalisti accorsi ad ascoltarlo come protagonista della serie televisiva Everybody Loves Diamond, in arrivo dal 13 ottobre su Prime Video in otto puntate. Insieme a lui, oltre al resto del cast - Gian Marco Tognazzi, Anna Foglietta, Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi - il capo sceneggiatore, Michele Astori, e il regista di tutte le puntate, Gianluca Maria Tavarelli.
Il punto di partenza, ovviamente liberamente sviluppato, è reale. Si racconta della rapina del secolo. Solo una delle etichette assegnate alla rapina dei diamanti conservati in un caveau di massima sicurezza ad Anversa, nel World Diamond Center. Uno dei luoghi ritenuti più protetti al mondo, svaligiato da una banda di italiani vent’anni fa. Il capo, interpretato da Kim Rossi Stuart, è l’ideatore ladro gentiluomo Leonardo Notarbartolo, grande consulente del film, con il suo slogan “io non truffo, io rubo”.
L'attore romano gli ruberebbe volentieri “quello slang siciliano strettissimo”, che trova irresistibile. “È stata una bella sfida”, ha dichiarato, “sono entrato nella lavorazione in corsa e trafelato. Dall’inizio mi sembrava si potesse fare in chiave di commedia. Un’intesa dall’inizio condivisa con tutti. A volte un po’ sopra le righe, concedendoci la libertà espressiva di fare quelle che si definiscono ‘facce’, un po’ fumettistico. In questo contesto ho incontrato il vero Leonardo prima delle riprese, non volendo fosse la chiave di accesso alla storia, come accaduto altre volte. Volevo guidassero altri aspetti di commedia, ma l’incontro è stato comunque emozionante. Non ho avuto il tempo di fargli il calco o di pensare a imitare la voce, le espressioni facciali o corporee. Ho cercato semmai di lavorare sul torinese. Lui è una persona mite, considera la sua una professione e l’affronta con grande passione, attento alla deontologia. Ho enorme simpatia per il personaggio, senza voler fare apologia, lui rinnega violenza e armi, dice di prendersela con chi ha molto più del necessario”.
Dietro la macchina da presa di questa serie dal budget imponente, prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, c’è Gianluca Maria Tavarelli, che ha diretto ogni episodio e seguito anche il montaggio. “È diversa dalle cose che faccio di solito, mi sono abbandonato alla scrittura di questa serie che mi ha portato fuori dalla zona di conforto, mi sono divertito con la commedia e l’heist, la suspense e l’azione, cercando di girare ogni genere perfettamente, senza che uno prevalesse sull’altro. Tutte le componenti hanno lavorato in maniera seria e competente, sapevamo dall’inizio la portata internazionale del progetto e volevo giocare a quel livello. Poi con alcuni attori come Tognazzi e Rossi Stuart ho un sodalizio fraterno che dura da tempo. Non parlo bene le lingue, ma con gli attori internazionali ci siamo intesi grazie al comune codice dei set e del cinema”.
Kim Rossi Stuart ci tiene a precisare che uno dei suoi attori preferiti è Jim Carrey, quasi a difendere il suo lato comico. Così parla delle motivazioni che hanno guidato il suo personaggio, “Lo fa principalmente per dimostrare di essere bravo, per quella che abbiamo definito ‘destrezza superlativa’. La sua è una fascinazione poetica per il mestiere, non lo fa tanto per i soldi. In fin dei conti anche nella realtà è uno che si barcamena, non è avido. L’importante non è il punto di arrivo, ma come va il viaggio. A me il suo candore di fondo tocca. Raccontiamo la parabola del sogno materialista, che poi non porta da nessuna parte”.
Ora Notarbartolo è impegnato in un business legale, produce e vende magliette, come ha detto Gian Marco Tognazzi, che ne ha mostrata una in conferenza, con scritto “il ladro di diamanti di Anversa” e il suo volto. Un ladro gentiluomo che è stato portato sullo schermo dagli sceneggiatori, Stefano Bises, Giulio Carrieri, Bernando Pellegrini, insieme all’head writer, Michele Astori, che racconta come sia stata cambiata la data dell’ambientazione. “Siamo passati dal 2003 della realtà al giorno d’oggi, per aggiungere qualche complicazione tecnologica in più. È stato un progetto folle, divertente e davvero entusiasmante. Abbiamo mantenuto alcuni enigmi, poi la fantasia ha trasformato la vicenda. Abbiamo lavorato sugli elementi della commedia all’italiana, i cui personaggi ricordano i nostri, sono individui piccoli, con sulle spalle cose più grandi di loro. Fanno tenerezza, e suscitano empatia. Partono in cerca di riscatto, di sogni da avverare. Su questo abbiamo innestato elementi da crime action più contemporanei e americani”.
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