Gangs of Milano - Le nuove storie del Blocco: al Noir in Festival Salmo presenta in anteprima il 6° episodio, tutto su Snake
Ad aprire il Noir in festival, ieri sera a Milano, è stato il sesto episodio di Gangs of Milano - Le nuove storie del Blocco, seconda stagione di Blocco 181. A introdurlo al pubblico sono stati il regista Ciro Visco e Salmo, che riprende il ruolo di Snake, qui protagonista quasi assoluto.
Ogni mattina un uomo si sveglia alle 5:30, medita, si allena, fa la doccia, nasconde tatuaggi, piercing e cicatrici, fa colazione ed esce di casa per andare al lavoro. L'uomo ha una lunga barba e una folta capigliatura, parla poco e cerca di non farsi notare. Si chiama Snake ed è evidente che sia in fuga da qualcosa o da qualcuno. Non è la prima volta che lo vediamo, e se lo osserviamo attentamente, ci rendiamo conto che ha il volto di Salmo, il rapper sardo di stanza a Milano che di recente ha pubblicato il suo primo romanzo. L'artista ha già interpretato Snake nella serie Sky Original Blocco 181, e quello che stiamo guardando è Bén Dàn, il sesto episodio della nuova stagione, che si intitola Gangs of Milano - Le nuove storie del Blocco. Più che una puntata, Bén Dàn è un film di 73 minuti, una specie di "Romeo e Giulietta" in versione crime che parte dall'idea di confinare un personaggio chiuso in un ambiente chiuso per poi introdurre in quell'ambiente un elemento di rottura, nella fattispecie una ragazza cinese che rischia di essere uccisa.
Inizialmente Bén Dàn durava 1h e 35 minuti, come ci spiegano il regista Ciro Visco e Nils Hartmann, Vice Presidente Esecutivo di Sky Studios Italia. Insieme a Salmo sono ospiti del Noir in Festival 2024, che ha scelto come "film" d’inaugurazione proprio Bén Dàn, in cui troviamo anche Elisa Wong e, nei panni di un losco figuro che procura documenti falsi ai tipacci come lui, Alessandro Borghi. Poco prima della proiezione, che è una squisita anteprima, visto che Gangs of Milano arriverà su Sky nella primavera del 2025, incontriamo Salmo insieme al regista Ciro Visco, che ci spiega la scelta di un titolo che rimanda a una pietra miliare del cinema di Martin Scorsese, e cioè Gangs of New York: "Quando abbiamo ragionato sulla seconda stagione di una serie in cui molte realtà vengono raccontate dal punto di vista crime, è venuto naturale pensare a qualcosa che rimandasse alla nostra fascinazione per Gangs of New York. Ovviamente era goloso poter trarre ispirazione da un film che è stato per noi di grandissimo interesse, e quindi Gangs of Milano ci è sembrato il titolo perfetto. E comunque, come tutte le storie di personaggi, la serie prende un altro abbrivio, va da un'altra parte. In realtà si concentra molto sulle psicologie lasciando un po’ perdere gli archetipi del genere. Sappiamo tutti che negli ultimi anni la serialità vince laddove il personaggio è protagonista e viene raccontato in profondità: ce lo hanno fatto capire benissimo i film Marvel, che ci hanno mostrato supereroi che avevano gli attacchi di panico. Allo stesso modo noi abbiamo tentato di dare ai nostri personaggi un percorso, una catarsi, qualcosa che potesse esprimere ciò che provavano in relazione agli eventi e al modo in cui questi condizionavano le loro vite. In ogni modo la parola gang non ha qui solo il significato di banda criminale, perché rimanda a un gruppo in cui riconoscersi, e quindi a un forte senso di appartenenza".
Ciro Visco parla poi della seconda stagione in generale, che ci riporta nell’imponente complesso edilizio della periferia milanese conosciuto come il Blocco. Utilizzando anche un gergo tecnico, il regista ci svela cosa ci dobbiamo aspettare: "Vi dovete aspettare una grandissima varietà, che è stata resa possibile da una squadra invidiabile di sceneggiatori, dagli attori e da un reparto produttivo che ci ha seguito in tutte le fasi di una serie incredibilmente complessa perché tutta in esterni. Non abbiamo girato in un teatro di posa, e quindi tutto quello che vedrete è parte della vita reale di qualcun altro che abbiamo modellato e cambiato. Gangs of Milano non è una serie totalmente lineare dal punto di vista della grammatica registica, perché tenta di seguire le emozioni dei personaggi. Possiamo dire che i primi due episodi, che introducono le varie linee narrative, sono rocamboleschi e tentano di tenere alta l'emozione dello spettatore. Poi abbiamo un terzo e quarto episodio molto vicini al mid season, dove si ha la possibilità di scavare dentro ai personaggi e quindi mostrare tutte le loro dinamiche interne, dopodiché arriviamo a metà serie, dove c’è un episodio 5 che riassume tutto quello che è successo precedentemente. A seguire c'è l’episodio 6 che, come sapete, è un salto di fantasia dal sapore cinematografico. La puntata 7 è un pre-showdown, mentre della 8 posso dirvi solo che spero emozioni il pubblico come ha emozionato me".
Meno chiacchierone del suo regista, Salmo ha gli occhi che gli brillano. Fare l'attore gli piace, perché recitare è un’altra maniera per esprimersi (come del resto la scrittura) ma anche di rappresentare, e in fondo che cos'è il rap se non una mescolanza di realtà e finzione? Fra il serio e il faceto Salmo racconta al pubblico del cinema Arlecchino il suo ingresso nella serie: "In realtà non avevo niente da fare e Ciruzzo mi ha chiamato al telefono e mi ha detto: 'Senti, vorrei fare una specie di film, conosci un attore?'. 'Io non conosco nessuno' - gli ho risposto, 'Se vuoi vengo io. Gli attori costano un sacco, meglio prenderne uno fake'. Insomma ragazzi, ho fatto risparmiare denaro a Sky.
A proposito di Snake, il rapper ha precisato che si tratta del buono del gruppo, spiegando poi il punto di partenza di Bén Dàn: "L'idea era di entrare nella vita di uomini che fanno parte della criminalità e che a volte nell'intimità sono persone sensibili. Un criminale come Snake non dev'essere per forza un robot quando è a casa. Volevamo 'aprire' il personaggio, farlo diventare un individuo normale".
Salmo ha supervisionato la colonna sonora di Gangs of Milano - Le nuove storie del Blocco e ha amato moltissimo questo lavoro: "La fortuna è che ho una squadra eccezionale di amici musicisti e tutti ci abbiamo messo il cuore, anche perché lo stesso Ciro è un musicista, dunque parliamo la medesima lingua. Lui ci ha parlato delle sue idee e noi siamo riusciti a tirare fuori tutto ciò che desiderava. Devo dire che lavorare a una colonna sonora è veramente interessante per chi fa musica. Io ho solo supervisionato e mi sono limitato a suonare la batteria, però il processo creativo è molto interessante perché è diverso dal fare un disco. Vedere delle immagini e accompagnarle con la musica è bellissimo. Qui la musica è l'80% del film. È stato veramente fico".
In Gangs of Milano recitano anche Laura Osma, Andrea Dodero, Alessandro Piavani e Alessandro Tedeschi. Le sceneggiature sono di Paolo Vari, Ivano Fachin, Tommaso Matano, Giovanni Galassi e Ciro Visco, mentre il soggetto di serie è firmato da Dario Bonamin, Giuseppe Capotondi, Fabrizio Cestaro, Ivano Fachin, Laura Grimaldi, Naima Vitale, Paolo Piccirillo, Stefano Voltaggio, Paolo Vari e dello stesso Ciro Visco. Per vedere il frutto del loro lavoro l'appuntamento è, come già detto, in primavera, naturalmente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.