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Citadel: Diana, la serie spy raccontata dalla protagonista Matilda De Angelis

Ha maneggiato la pistola con grande maestria e gestito con più difficoltà l’amore che ha fatto irruzione in questa storia di spionaggio duro e puro. Matilda De Angelis racconta la sua esperienza in Citadel: Diana in arrivo su Prime Video.

Citadel: Diana, la serie spy raccontata dalla protagonista Matilda De Angelis

Il suo nome è Diana, ma volendo mettiamoci anche il cognome, Cavalieri, che suona così eroico e anche se bisogna andarlo a cercare fra le pieghe della serie (o del pressbook). Perché Matilda De Angelis è una Bond dal nome d’arte breve e lineare in Citadel: Diana, capitalo italiano delle avventure ambientate nell’universo di quel Citadel dei fratelli Russo, la cui prima stagione è in streaming e la seconda in produzione. In arrivo il 10 ottobre nelle sei puntate della prima (ma non unica?) stagione su Prime Video, è ambientata in una Milano del 2030 plumbea e hi tech.

Otto anni fa l’agenzia indipendente di spionaggio Citadel è stata distrutta da una potente organizzazione rivale, Manticore. Da allora, Diana Cavalieri (Matilda De Angelis), spia di Citadel sotto copertura, è rimasta sola, intrappolata tra le linee nemiche come infiltrata in Manticore. Quando finalmente le si presenta l’occasione di uscirne e sparire per sempre, l’unico modo per farlo è fidarsi del più inaspettato degli alleati, Edo Zani (Lorenzo Cervasio), l'erede di Manticore Italia e figlio del capo dell’organizzazione, Ettore Zani (Maurizio Lombardi), in lotta per la supremazia contro le altre famiglie europee.

Citadel: Diana è diretta da Arnaldo Catinari e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la serie con Ilaria Bernardini, Gianluca Bernardini, Laura Colella e Giordana Mari. Showrunner ed executive producer è Gina Gardini; con lei, nel ruolo di executive producer, Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini ed Emanuele Savoini. Anthony Russo, Joe Russo, Angela Russo-Otstot, Scott Nemes di AGBO e David Weil sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le serie nel mondo di Citadel.

Un genere, quello dello spionaggio, che esalta i ricordi di sceneggiatore e regista, mentre la protagonista De Angelis precisa come “in passato le donne non erano rappresentate nel genere, mentre hai bisogno di vedere qualcosa che ti somigli. In questo senso sono contenta se potrò dare motivo di appassionarsi al genere alle bambine che diventeranno le donne di domani. Non posso dire molto, CItadel: Diana è una serie in cui tutto è il contrario di quello che sembra o quasi, ci sono cecchini che mi minacciano se spoliero qualcosa. Sicuro mi sono allenata, dal punto di vista fisico mettendo a frutto dodici anni di ginnastica artistica, ma soprattutto da quello emotivo. Il mio personaggio deve reprimere le emozioni, anche se l’amore è una di quelle che non si riesce a domare e creerà scompensi a lei e alla serie”.

Quattro mesi di intensi allenamenti con uno squadra di stunt man al massimo livello, per Matilda De Angelis. “Mi sono preparata e sono arrivata pronta ed entusiasta”, ha dichiarato, “anche se non mi aspettavo fosse così difficile, fra il parkour e le arti marziali, oltre al maestro d’armi. Dovevo dare l’idea di essere credibile come macchina da guerra pronta a uccidere, anche perché la nostra è una serie analogica, tutte le azioni sono fatte realmente, ci sono pochissimi effetti. Era importante essere in grado di fare il 90 per cento delle scene d’azione. Maneggiare armi ha significato un peso specifico emotivo e fisico molto grande. Non erano ovviamente vere, eravamo in piena sicurezza, ma pesavano molto e tenere in mano un oggetto così piccolo e potenzialmente letale è spaventoso. Detto questo, ho acquisito fluidità e confidenza col mezzo e cambiavo caricatori come una pazza, il mio allenatore era fierissimo di me. È quasi diventata una cosa divertente, visto che sapevo di non far male a nessuno”.

Amante del genere fin da ragazzino, invece, con passione particolare per l’action hongkonghese è il regista di tutti i sei episodi della prima stagione di Citadel: Diana, Arnaldo Catrinari, una lunga carriera di successo come direttore della fotografia alle spalle, oltre a un film e due serie, Suburra e Vita da Carlo, dietro alla macchina da presa. “Sono cresciuto da amante dello spionaggio e di 007. Raccontare una storia come questo, all’interno del genere, è una delle cose più interessanti che può capitare”, ha dichiarato incontrando la stampa. “Non ho pensato allo stile dei fratelli Russo e di Citadel, ma abbiamo realizzato una versione italiana con alle spalle la nostra tradizione, molto orientata ai personaggi, in cui le scene non sono ritoccate digitalmente ma sono coreografie molto precise. L’attore è la chiave di una scena d’azione, non il contrario”.

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