E' la mattina di Pasqua, il commendator Carloni, proprietario d'un vapoforno, si sveglia di soprassalto ai colpi di clacson del proprio autista che gli ha portato sotto le sue finestre, perché tutti i vicini la vedano, l'automobile appena comperata. Mentre si veste, ammirando dalla finestra la vicina di casa, viene a sapere che il vestito per la prima comunione di sua figlia Anna non è ancora arrivato. Carloni strepita e, dopo le insistenze di sua moglie Maria, decide di andare lui stesso dalla sarta. Quando arriva il vestito è pronto, manca solo l'etichetta. Carloni sbuffa, poi, vedendo la figlia della sarta alla finestra, smette di trattar male sua madre e decide di pazientare finché l'etichetta è cucita. Ma sulla via del ritorno gli capitano una serie di imprevisti: l'automobile si guasta, un taxi gli viene portato via sotto il naso, infine nell'autobus litiga con un passeggero e scende per picchiarlo. Intanto affida il pacco col vestito ad un povero zoppo che ha scambiato per il giornalaio; ma quando la rissa è finita, lo zoppo e il pacco sono spariti. Carloni torna a casa amareggiato e furente e i pianti della piccola Anna lo spingono ai tentativi più impensati. Tutto è inutile e Carloni se la piglia con la moglie, che si ribella ai suoi ingiusti rimproveri. All'ultimo momento, arriva lo zoppo col vestito. Per mezzo dell'etichetta è riuscito a risalire alla sarta e di conseguenza al cliente.
"Tutto il racconto è commentato da una voce fuori campo che, appunto, ci scherza sopra; e, anzi, a tratti è interrotto da brani di poca immaginazione ed espone i fatti come si sarebbero svolti se il signor Carloni avesse meglio dominato i suoi impulsi collerici. E questa è la vera trovata dell'opera, che sarebbe stata tanto più efficace, se non ci si fosse insistito sopra troppo a lungo. 'Prima comunione' non è tutto ugualmente sostenuto, ma è tutto sorridente e tutto grazioso. Pieno di piacevoli invenzioni, esso innalza un genere di per sé dimesso, il genere bozzettistico, e trasforma in personaggi le figure". (Arturo Lanocita, 'Corriere della Sera', 7 settembre 1950)
- FOTOGRAFO DI SCENA: OSVALDO CIVIRANI.- PREMIO INTERNAZIONALE SPECIALE ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1950. NASTRO D'ARGENTO PER MIGLIOR REGIA, SCENEGGIATURA E ATTORE PROTAGONISTA (ALDO FABRIZI).
Attore | Ruolo |
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Aldo Fabrizi | Commendator Carloni |
Gaby Morlay | Maria Carloni |
Ludmilla Dudarova | Signorina Ludovisi |
Lucien Baroux | L'arciprete |
Enrico Viarisio | Uomo del filobus |
Andreina Mazzotti | Anna Carloni |
Adriana Gallandt | Antonia, la cameriera |
Ernesto Almirante | Invitato anziano |
Aldo Silvani | Inquilino con le scarpe rumorose |
Lauro Gazzolo | Cliente che compra l'uovo pasquale |
Max Elloy | Lo spazzino |
Jean Tissier | Il medico sul taxi |
Amedeo Trilli | Il vigile urbano |
Dante Maggio | Metropolitano che regola il traffico |
Carlo Romano | Il tassista |
Umberto Sacripante | Lo zoppo |
Marga Cella | Invitata con il turbante |
Amalia Pellegrini | La nonna |
Silvio Bagolini | Il sacrestano |
Salvatore Costa | Uomo delle elemosine |
Louis de Funès | Un prete |
Adele Moretti | La sarta |
Alberto Sordi | (voce narrante, non accreditato) |
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 1951