Lolita è un film del 1962 di Stanley Kubrick, tratto dal romanzo omonimo di Vladimir Nabokov.
Humbert Humbert (James Mason), un quarantenne professore di letteratura francese, arriva a Ramsdale, nel New Hampshire, con l'intenzione di trascorrerci l'estate prima di assumere la cattedra al Beardsley College in Ohio. Cerca una stanza da affittare e Charlotte Haze, una vedova sessualmente frustrata, lo invita a stare a casa sua. L'uomo rifiuta fino a quando incontra sua figlia, Dolores (Sue Lyon), affettuosamente chiamata Lolita, di cui Humbert si infatua. Per avvicinarsi all'adolescente, accetta l'offerta della vedova e diventa ospite della sua casa.
Dopo che la famiglia Haze è partita per l'estate, la cameriera consegna a Humbert una lettera di Charlotte, in cui gli confessa il suo amore e gli chiede di non farsi trovare al loro ritorno, qualora non provasse le stesse cose per lei. Se invece sarà ancora in casa quando tornerà, Charlotte saprà che il suo amore è corrisposto e dovranno sposarsi. Pur di restare vicino a Lolita, Humbert sceglie di sposare sua madre.
Durante l'assenza di Lolita - partita per un campo estivo - i rapporti nella coppia s'inaspriscono. Charlotte, dopo aver letto le pagine del diario di Humbert, che descrivono la sua passione per Lolita, ha uno sfogo isterico, corre fuori e viene investita da un'auto che la uccide sul colpo. Finalmente Humbert può avere Lolita tutta per sé, ma qualcosa non andrà per il verso giusto...
Lolita è il sesto lungometraggio diretto da Stanley Kubrick, il quale si basa sull’omonimo romanzo del 1955 dello scrittore russo Vladimir Nabokov, che firma anche la sceneggiatura (ampiamente modificata dal regista e dalle improvvisazioni degli attori sul set). Già dall’acquisizione dei diritti del romanzo - che parla apertamente di argomenti scabrosi - il regista Kubrick e il produttore James Harris si posero il problema su come ottenere il sigillo di approvazione della MPA (la Motion Picture Association, l'organizzazione statunitense che produce il noto film rating system), senza cui era impossibile distribuire il film nelle sale cinematografiche. Rispettando tutte le restrizioni imposte dalla MPA, Kubrick cercò di smorzare gli aspetti più scabrosi ed erotici della storia, lasciando molto all’immaginazione del pubblico. Un’altra decisione che gli permise di ottenere il visto fu quella di ingaggiare Sue Lyon per la parte di Lolita: l’attrice - al suo debutto cinematografico - aveva quattordici anni e avrebbe interpretato una teenager della sua stessa età, mentre nel romanzo di Nabokov Lolita ha solo dodici anni. Il resto del cast principale include James Mason (Humbert Humbert), Shelley Winters (Charlotte Haze) e Peter Sellers (Quilty): quest’ultimo fece molte improvvisazioni comiche durante le riprese, che sono servite a dare un tocco di humor nero al film. Proprio come il romanzo di Nabokov, anche la trasposizione cinematografica di Lolita suscitò scalpore e scandalo, ma fu comunque apprezzata moltissimo dalla critica, fu un successo al botteghino ed è tuttora considerato un film cult. Il lungometraggio ottenne una nomination agli Oscar 1963 per la migliore sceneggiatura non originale e cinque candidature ai Golden Globe, di cui Sue Lyon vinse il premio come miglior promessa femminile. Esiste un secondo adattamento del romanzo di Nabokov: Lolita (1997) del regista inglese Adrian Lyne.
"Lolita (il romanzo, n.d.r.) era soprattuto la storia di una ragazzina più che minorenne che, dopo la morte dellla madre, si lasciava sedurre dal patrigno, il non ancora quaranteen Humbert Humbert. Il film di Kubrick capovolge i termini del rapporto e si occupa soprattutto di Humbert Humbert, l'uomo ancora giovane ma non più giovanissimo che si lascia sedurre da Lolita, concepisce per lei una passione folle e si trova a dover presto lottare con una bestiola incosciente e viziosa che non afferra l'importanza dei sentimenti suscitati. (...) L'accento del film, perciò, cade sul dramma di Humbert e su un carattere che, pur nella sua immoralità, persegue con tenacia dei principi morali, coltivando la speranza di un ordine da ristabilire. Evocandoci questo dramma, Kubrick è riuscito a tenere lontano il personaggio dall'erotismo scoperto per immergerlo, invece, in un'atmosfera di quasi tragica grandezza. (...) Certo tutto questo non è più Nabokov, ma francamente non dispiace. Il romanzo era decisamente più aggressivo del film dal punto di vista del sesso ed era, dal punto di vista del linguaggio, meno disinvolto e scorrevole. Probabilmente qua e là, in certe caricature, Kubrick ha superato un po' qualche limite e, pur imponendosi sempre con molte preziosità di stile, in qualche pagina ha forse sfiorato la calligrafia (per di più un po' barocca), ma sono difetti che non sminuiscono il rigore, l'impegno e anche la dignità di un'opera che, una volta tanto, migliora e non peggiora il testo cui si è ispirata. Gli interpreti sono la giovanissima Sue Lyon, un misto quasi perfetto di sensualità e di finto candore, di perfidia e di incoscienza, James Mason, un Humbert Humbert forse più felice nei momenti caricaturali del suo carattere che non in quelli drammatici, Peters Sellers, colorito e istrionico in modo sapientissimo nei panni del commediografo, Shelley Winters, una madre che, pur con sottili intenzioni satiriche, sa spesso vibrare di commozione." 21.12.1962 (Gian Luigi Rondi, '"Kurosawa, Bergman e gli altri...", parte I, Le Monnier', 2000)"Pur essendo realizzato con impegno e dovizia di mezzi, 'Lolita' rimane opera di mestiere. Difetta la costruzione dei personaggi, scricchiola paurosamente l'adattamento dal testo di Nabokov, l'eccessiva prolissità di alcune pagine tutt'altro che essenziali appesantisce il ritmo e tutto si muove su di un piano di grande esteriorità, che inficia il dramma in tutte le sue fasi. Ottima la fotografia, impegnata l'interpretazione." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 53, 1963)
Gli iconici occhiali da sole a forma di cuore appaiono solo nelle foto pubblicitarie: nel film Lolita indossa occhiali da sole a occhi di gatto.
Circa 800 ragazze fecero il provino per la parte di Lolita Haze.
Sue Lyon andava a cavallo ogni giorno dopo le riprese e Stanley Kubrick le disse che se fosse caduta avrebbe dovuto rotolarsi in modo da proteggere il viso.
Nel 1963 lo scrittore Vladimir Nabokov, che partecipò alla realizzazione del film, vinse il premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Attore | Ruolo |
---|---|
James Mason | Humbert Humbert |
Shelley Winters | Charlotte Haze |
Sue Lyon | Lolita |
Gary Cockrell | Dick |
Diana Decker | Jean Farlow |
Peter Sellers | Clare Quilty |
Jerry Stovin | John Farlow |
Suzanne Gibbs | Mona Farlow |
William Greene | Swine |
Roland Brand | Bill |
Shirley Douglas | Signora Starch |
James Dyrenforth | Beale |
Colin Maitland | Charlie |
John Harryson | Tom |
Maxime Holden | Addetto reception |
Cec Linder | Il medico |
Denir C. Warren | Potts |
Irwin Allen | Assistente dell'ospedale |
Roberta Shore | Lorna |
Marianne Stone | Vivian Darkbloom |
Eric Lane | Roy |
Craig Sams | Rex |
Isobel Lucas | Louise |
Marion Mathie | Miss Lebone |
Ecco tutti i premi e nomination Oscar 1963
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