Tutto il mio folle amore, film diretto da Gabriele Salvatores, è ambientato a Trieste, dove vive Vincent (Giulio Pranno), un sedicenne chiuso in un universo tutto suo, affetto da una forma di autismo e da un disturbo della personalità sin dalla nascita. Proprio a causa della sua situazione, questi ultimi sedici anni non sono stati facili per nessuno, né per il ragazzo stesso né per sua madre Elena (Valeria Golino), che ha dovuto confrontarsi giorno dopo giorno con i problemi causati dai disturbi del figlio. Ad aiutare la donna è arrivato col tempo il suo compagno, Mario (Diego Abatantuono), che ha trattato sin da subito il giovane come suo figlio, adottandolo. Quello che si viene a creare nella famiglia è una sorta di equilibrio, seppur molto precario, nel quale i due adulti riescono tra alti e bassi a gestire Vincent.
In questa situazione delicata irrompe una sera Willi (Claudio Santamaria), padre naturale del giovane e cantante squattrinato, che ha abbandonato Elena nel momento stesso in cui ha saputo che era incinta. In procinto di partire per un tour nei Balcani, l'uomo vuole conoscere il figlio che non ha mai visto, ma non immagina neanche lontanamente la situazione che si ritroverà davanti. Vincent, però, vede nel padre e nel suo furgone un tentativo di fuga e, nascosto nel veicolo, parte insieme a Willi, all'insaputa di quest'ultimo. L'occasione permette ai due di conoscersi meglio e approfondire quel legame di sangue che hanno ignorato per sedici lunghi anni. In questo viaggio nei Balcani e nei sentimenti, Willi e Vincent avranno modo di confrontarsi e parlare, così come Elena e Mario, partiti alla ricerca del figlio.
Tutto il mio folle amore riporta Gabriele Salvatores, regista eclettico per eccellenza, al genere che più gli piace e che, senza nulla togliere ad alcuni suoi noir o all'incursione nella fantascienza con Nirvana, gli riesce in maniera migliore: il road movie.
Ne sono esempi illustri Turné e Marrakech Express, e proprio da Marrakech Express sembra essere uscito, con il suo cantante di matrimoni Willi, Claudio Santamaria, voluto fin dal principio nel ruolo del protagonista. Sempre dal film del 1989 con Fabrizio Bentivoglio, Salvatores ha pescato Diego Abatantuono, uno dei suoi attori-feticcio, già fra gli interpreti di Mediterraneo, Puerto Escondido, Amnésia, Io non ho paura, Happy Family, Kamikazen - Ultima notte a Milano e Turné. Qui impersona Mario, il tenero e paziente padre adottivo di Vincent. Biondo, allegro e sorridente, quest'ultimo ha il volto dell'esordiente Giulio Pranno e prende il nome da un celebre brano di Don McLean che fa parte dell'album del 1971 "American Pie" e che è dedicato al pittore Vincent Van Gogh, al suo celebre dipinto "Notte stellata" e al suo disturbo mentale.
Di notti stellate ce ne sono diverse in Tutto il mio folle amore, e c'è anche la malattia, l'autismo di cui soffre Vincent, che è un personaggio che esiste per davvero. Si chiama Andrea ed è il figlio Fulvio Ervas, che lo ha portato in viaggio in Sudamerica per poi narrare l'avventura vissuta con lui nel libro "Se ti abbraccio non aver paura". Tutto il mio folle amore se ne serve come un canovaccio, cambiando molti elementi e scegliendo come ambientazione, per vicinanza all'Italia e un pizzico di fascino "kusturicano", i Balcani.
Tutto il mio folle amore, che segna la prima collaborazione tra Valeria Golino e Gabriele Salvatores, prende il titolo dell'episodio diretto da Pier Paolo Pasolini del film a più mani Capriccio all'italiana e dal verso una canzone di Domenico Modugno scritta dallo stesso Pierpaolo: "Cosa sono le nuvole". Il brano parla di un affetto intenso e incondizionato, che poi è il sentimento che lega fra loro i personaggi del film.
Tutto il mio folle amore riporta Gabriele Salvatores a trasformare in immagini un romanzo. Il regista ama tuffarsi nelle storie già raccontate da altri e da libri sono tratti Educazione siberiana, Come Dio comanda, Quo vadis, Baby?, Io non ho paura, Denti, Puerto Escondido, Mediterraneo.
E' un film di ritorni per Gabriele Salvatores Tutto il mio folle amore: ritorno al rock & roll, e soprattutto al road-movie un road movie, in questo caso, che di viaggi ne racconta due: uno del corpo e l'altro dell'anima. Come spesso fa, il regista adatta un romanzo e pesca dall'immaginario di qualcun altro per costruire sua personale visione dell'uomo e dei sentimenti. Il sentimento predominante qui è l'amore nelle sue varie declinazioni, anche se in primo piano c'è un rapporto padre/figlio. C'è anche la rappresentazione della malattia mentale, presa di petto e trasformata in un'esplosione di vita e di vitalità, la vitalità dell’esordiente Giorgio Pranno e di un Claudio Santamaria canterino e autoironico, e molto simile ai personaggi di Marrakech Express. Alla loro avventura anche un po' western fanno da contraltare due personaggi notturni e malinconici a cui Valeria Golino e Diego Abatantuono si abbandonano generosamente. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Liberamente ispirato al romanzo "Se ti abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas, edito da Marcos Y Marcos e a sua volta tratto dalla storia vera di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in moto per tre mesi tra Stati Uniti e Sud America.
Film presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2019.
Dal Trailer Ufficiale del Film:
Elena (Valeria Golino): Una sera mi ha dedicato una canzone e io ho capito che lo amavo
Willi (Claudio Santamaria): È mio figlio, non so nemmeno che faccia ha!
Mario (Diego Abatantuono): Ma dopo sedici anni ti preoccupi del ragazzo?!
Willi: Dopo una grande sfiga, arriva sempre una grande fortuna!
Elena: Non è la vita che mi ero immaginata!
Mario: La felicità, purtroppo, non è un diritto, è un colpo di culo!
Attore | Ruolo |
---|---|
Claudio Santamaria | Willi |
Valeria Golino | Elena |
Diego Abatantuono | Mario |
Giulio Pranno | Vincent |
Daniel Vivian | Dragan |
Maruša Majer | Anja |
Tania Garribba | Lorena |
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