La resistenza dell'aria, il film diretto da Fred Grivois, è la storia di un campione di tiro sportivo che, dopo aver accettato un'allettante offerta di lavoro, finisce per essere coinvolto in losche attività criminali che potrebbero costargli la vita. Vincent (Reda Kateb), maestro di tiro a segno da 300 metri, vive un'esistenza piuttosto ordinaria insieme a sua moglie Delphine (Ludivine Sagnier) e alla loro figlioletta.
Oltre ai problemi matrimoniali, tuttavia, Vincent è costretto a far fronte a una serie di preoccupazioni di natura economica: la sua famiglia è fortemente indebitata e il peso della rovina ormai imminente che grava sulle sue spalle non lo fa dormire ormai da mesi. Un giorno, incontra al poligono Renaud (Johan Heldenbergh), un uomo enigmatico che gli offre un incarico particolare. Pronto a mettere da parte la morale pur di garantire un futuro ai propri cari, Vincent accetta l'offerta che crede possa risolvere tutte le sue difficoltà finanziarie in un colpo solo, anche se questo vuol dire scendere a patti con la criminalità. Il suo cliente, infatti, è un pericoloso boss che vuole Vincent nella sua squadra in qualità di tiratore scelto per compiere una missione mortale...
Il fascino del crimine seduce da sempre in tanti thriller o polar, per dirla alla francese. A questa tradizione appartiene questo film, scritto e diretto da collaboratori di Jacques Audiard, che presentano la scorciatoia del crimine a un uomo in crisi, Vincent, la cui vita quotidiana è una lotta ormai contro i conti economici che non tornano, una moglie che si sta sempre più allontanando, mentre si avvicina un padre insopportabile e non autosufficiente che ha invaso casa, spaventando la figlia della giovane coppia. Cupo e grigio, formalmente come narrativamente, gira fin troppo con le marce gravi, per creare senso di angoscia nello spettatore, pronto a quel punto a empatizzare con la scorciatoia che appare improvvisamente al protagonista, sotto forma di un seducente personaggio dall'accento straniero. La metafora del tiro col fucile, nido in cui si rifugia Vincent, è sviluppato con precisione, anche grazie al sempre più bravo e carismatico Reda Kateb, maestro della recitazione in sottrazione, senza scene madri e con grande attenzione ai dettagli. (Mauro Donzelli - ComingSoon.it)
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L'idea del film è venuta allo sceneggiatore Thomas Bidegain mentre guardava il documentario Tokyo Olympiad, sui giochi Olimpici di Tokyo del 1964, in cui una sequenza dedicata al tiro al bersaglio ha subito colpito la sua fantasia.
Per interpretare al meglio il ruolo di Vincent, l'attore Reda Kateb ha fatto uno stage intenso con un esperto allenatore di tiro al bersaglio del GIGN (Groupe d'intervention de la Gendarmerie nationale, unità d'élite della gendarmeria francese), seguendo corsi di teoria e pratica. Durante la sua preparazione ha anche letto le celebri opere del filosofo tedesco Eugen Herrigel "L'arte cavalleresca del tiro con l'arco" e il celeberrimo "Lo zen e il tiro con l'arco".
Attore | Ruolo |
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Reda Kateb | Vincent Cavelle |
Ludivine Sagnier | Delphine Cavelle |
Johan Heldenbergh | Renaud |
Tchéky Karyo | Armand Cavelle |
Pascal Demolon | JP |
Sylvie Degryse | Evelyne |
Blanche Hemada Costoso | Alexia Cavelle |