La fiera della vanità è un film diretto da Mira Nair.
Inizio Ottocento, Gran Bretagna. L’orfana e povera Becky Sharp (Reese Witherspoon), dopo aver frequentato il collegio insieme alla benestante Amelia Sedley (Romola Garai), ha come obiettivo principale di sposarsi con un uomo ricco e garantirsi una vita agiata. La ragazza, determinata e sveglia, tenta di sedurre Joseph, il fratello della sua compagna di scuola, arricchitosi grazie ai commerci con l’India. Purtroppo ci si mette in mezzo George Osborne (Jonathan Rhys-Meyers), il fidanzato di Amelia, che sconsiglia al futuro cognato di impegnarsi con una donna bella ma povera.
Avendo fallito nel cercare un marito facoltoso, Becky viene assunta dal nobile decaduto Sir Pitt come istitutrice delle sue due figlie. Lì conosce Rawdon Crawley (James Purefoy), un giovane ufficiale con cui si sposa in segreto, sapendo della grossa eredità che è destinato a ricevere da un'anziana zia. Ma anche questa volta le cose non vanno come sperato, perché Rawdon viene cancellato dal testamento.
Intanto Amelia, la cui ricca famiglia è caduta in rovina, ha sposato George ed è rimasta incinta. Il marito però non si esime dal corteggiare altre donne, inclusa la sua migliore amica. Tuttavia la guerra napoleonica stravolgerà ogni cosa, cambiando più volte il destino di Becky…
"Piuttosto deludente l'attesissima trasposizione del superclassico 'La fiera delle vanità' firmata Mira Nair. Sarà perché gli spettatori italiani di una certa età ricordano lo splendido sceneggiato tv con Adriana Asti e Ilaria Occhini, ma certo i personaggi di straordinario spessore creati da William Makepeace Thackeray - a cominciare dall'immortale Becky Sharp affidata a Reese Witherspoon - ci sono sembrati come immiseriti, sterilizzati dallo sguardo 'cinematograficamente corretto' della regista già vincitrice tre anni fa a Venezia col sopravvalutato 'Monsoon Wedding'. Intendiamoci, le vicende che ruotano attorno alla povera orfana decisa a conquistare l'alta società inglese del primo ottocento ricorrendo a tutta la sua intelligenza, astuzia e sensualità sono diligentemente sciorinate e confortate da una confezione luxury. Ma manca del tutto l'approfondimento psicologico." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 settembre 2004)"Non mi riesce neanche di contare le tante volte in cui, prima al cinema e poi anche in televisione, ci si è imbattuti in trasposizioni del grande romanzo ottocentesco di William Thackeray, 'Vanity Flair', e cioè 'La Fiera della Vanità'. (...) Pensando a questo patrimonio, ed esaltandolo, tocca adesso alla regista indiana Mira Nair, salutata, finché ha operato in India, da consensi senza riserve, tal segno che con uno dei suoi film, 'Monsoon Wedding' si vide assegnare proprio qui a Venezia un Leone d'oro. Dopo, stabilitasi da anni negli Stati Uniti, è sembrata costringere spesso la propria ispirazione fra le spire dei prepotenti schemi di Hollywood. Oggi, però, aveva a che fare con un monumento della letteratura inglese, così, pur non dimenticando Hollywood, si è trasferita negli studi di Londra, si è rivolta quasi soltanto ad attori inglesi e si è fortemente impegnata a darci un film in cui si potesse respirare quell'atmosfera imperiale britannica suggerita a suo tempo dall'autore letterario. Naturalmente la storia è sempre quella dell'arrampicatrice sociale, Becky Sharp, appunto, che dalla strada arriva fino ai salotti più mondani dell'Inghilterra pre-vittoriana, finendo per inciamparvi avendo voluto salire troppo in alto. Ma il clima rispecchia l'epoca, i costumi, le mentalità: con colorita precisione. E le molte pompe attorno non sono quasi mai a danno dei caratteri né dei loro problemi. Un merito non da poco." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 settembre 2004)"Per più della metà il film coinvolge e diverte, facendo mostra di un ampio respiro narrativo e di caratteri ben stagliati. (...) Anche l'americana Reese Witherspoon, in un ruolo diversissimo dai suoi abituali, se la cava egregiamente, offrendo a Becky un profilo determinato e volitivo. Però il film della Nair finisce per scontare il peccato comune a tante trasposizioni dei grandi romanzi: la parte finale è una lista di avvenimenti messi l'uno in fila all'altro col fiatone, come nel timore di non riuscire a farceli stare tutti." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2004)"La regista indiana Mira Nair illustra con passione e intelligenza il più bel romanzo dell' 800 (colonialista) inglese, il capolavoro scritto da Thackeray nel 1846. (...) Dopo una prima parte fastosa e illustrativa, ne segue una seconda che deve riassumere la vasta materia del libro, sacrificando le umiliazioni finali e Amelia, essenziale alter ego femminile, nuocendo così all' impianto etico del concerto sociale di un' epoca. Ma resta un filmone ancien régime di buona fattura con Reese Witherspoon nel ruolo di star a Bollywood in un cast con alcune voci soliste di gran classe." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 marzo 2005) "Nel Giardino delle fontane luminose dell'Excelsior, agosto 1935, l'elegante pubblico della Terza Mostra applaudì Becky Sharp con Miriam Hopkins, dal romanzo 'La fiera delle vanità' (1847) di W.M. Thackeray; e il futuro regista Alberto Lattuada, scrivendone su 'Libro e moschetto', elogiò i virtuosismi cromatici di Rouben Mamoulian
Il film è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo dello scrittore inglese William Makepeace Thackeray.
La pellicola è stata presentata nel 2004 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Attore | Ruolo |
---|---|
Reese Witherspoon | Becky Sharp |
James Purefoy | Rawdon Crawley |
Romola Garai | Amelia Sedley |
Jonathan Rhys Meyers | George Osborne |
Gabriel Byrne | Steyne |
Jim Broadbent | Sig. Osborne |
Bob Hoskins | Pitt, Il Vecchio |
Rhys Ifans | Dobbin |
Eileen Atkins | Zia Matilde |
Douglas Hodge | Sir Pitt Crawley |
Geraldine McEwan | Lady Southdown |
Natasha Little | Lady Jane Sheepshanks |
Camilla Rutherford | Lady Gaunt |
Brian Pettifer | Sig. Raggles |
Alexandra Staden | Lady George |
Richard McCabe | Giorgio Iv |
Sophie Hunter | Maria Osborne |
Robert Pattinson | Rawdy Crawley |
Kathryn Drysdale | Rhoda Swartz |