L'amore secondo Dalva, film diretto da Emmanuelle Nicot, racconta la storia della dodicenne Dalva (Zelda Samson), che - nonostante la tenera età - si veste e si trucca già come una donna adulta. Un giorno viene portata via da casa sua, dove vive con il padre.
Inizialmente è sbalordita e non capisce come mai sia stata allontanata dalla sua abitazione, in seguito, però, conosce l'assistente sociale Jayden e Samia, un'adolescente dal carattere forte. Per Dalva ha inizio una nuova e inaspettata vita...
Al suo esordio cinematografico alla regia di un lungometraggio, Emmanuelle Nicot racconta il bisogno d’amore di una ragazzina che, nel timore di rimanere sola, difende l’unico uomo che crede possa amarla: il padre da cui l’hanno allontanata per molestie. L’idea del film nasce dalla volontà di portare sul grande schermo i temi dell’influenza e del controllo, ma anche dall’esperienza vissuta in prima persona dalla regista: “Durante le riprese di À l’arraché, il mio ultimo cortometraggio, ho passato molto tempo in un centro di prima accoglienza per adolescenti: una cosa che mi ha colpito è che tutti i bambini e i ragazzi che erano lì per comprovati abusi in famiglia, continuavano in ogni caso a stare dalla parte di quest’ultima, sostenendo che il sistema giudiziario sbagliasse a tenerli in un centro. Due di questi ragazzini li ho seguiti per anni, arrivando a scoprire il loro viaggio dall’idea di separazione dalla famiglia a quella di vera e propria liberazione. A questa esperienza si sommano poi i racconti del padre di un amico che lavora come assistente sociale con i giovanissimi” - ha spiegato. Scegliere la protagonista per un ruolo così delicato e complesso non è stato affatto semplice: “Quando abbiamo iniziato il casting per trovare la protagonista, sono arrivate molte candidature e centinaia di video. Tra tutti, quello di Zelda Samson ha subito attirato la mia attenzione. Aveva 11 anni all’epoca e si filmava nella sua stanza, esprimendosi con un vocabolario molto avanzato per la sua età. Spiegava di voler diventare un'astrofisica, lavorare sulla materia oscura, e immaginava di vincere il Nobel! Aveva una visione femminista nei confronti dei ragazzi della sua classe e sembrava straordinariamente matura. Aveva anche fiducia in se stessa, forza, qualcosa di sfacciato nell’atteggiamento e un viso incredibilmente fotogenico. Ed era impossibile darle un'età. Ho capito subito di aver trovato Dalva” - ha confessato Nicot. Dal canto suo la Samson ha dato prova di grande maturità sul set: “Penso di aver scoperto chi sono durante le riprese. Il film mi ha aiutata a capire molte cose di me che non sapevo. È stato come realizzare un sogno, ho imparato qualcosa ogni giorno. Per ogni sequenza la regista mi diceva in che stato si trovasse Dalva, poi mi spiegava l’obiettivo della scena. Mi raccontava storie di vita reale che aveva sentito e io agivo di conseguenza” - ha dichiarato la giovane attrice.
Molte persone mi hanno chiesto: come fai a recitare in questo film, visto l’argomento? È la mia prima volta quindi non posso fare paragoni con niente. Dopo aver girato ero chiaramente esausta, ma sono tornata subito a scuola. Penso di essere davvero cresciuta con questo film (Zelda Samson)
Notevole opera prima che tratta, dal punto di vista della vittima, senza fare sconti ma anche senza facili ricatti emotivi, il tema delle conseguenze della pedofilia su una bambina. Raccontando il percorso di riconquista della propria infanzia da parte di Dalva, plagiata e violentata dal padre, Emmanuelle Nicot ci coinvolge e ci convince con un film esemplare per coerenza e verità, arricchito dalla straordinaria interpretazione della piccola Zelda Samson, una vera rivelazione. (Daniela Catelli - Comingsoon.it)
Presentato alla 61esima Semaine de la Critique in occasione del Festival di Cannes 2022, vincendo il premio per la Migliore interpretazione assegnato alla giovane protagonista Zelda Samson e il premio FIPRESCI.
Almeno una volta nella vita vi sarà sicuramente capitato di ascoltare l'espressione “buona la prima”, che oggi è diventato un modo di dire applicabile in diversi ambiti, ma che in realtà nasce proprio al cinema, pronunciata dal regista quando la ripresa è già “buona” al primo ciak. Ecco, rimanendo in argomento, sono numerosi quei registi che si sono rivelati artisti di successo fin dal loro esordio. Partiamo da Quarto potere (1941) diretto e interpretato da Orson Welles, che per l’occasione vince il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale (su ben 9 nomination). Come non citare François Truffaut, che firma la sua prima regia nel 1959 con I 400 colpi riscuotendo un enorme successo con tanto di Palma D’oro al Festival di Cannes. Nel 1968 George A. Romero debutta con La notte dei morti viventi, rivoluzionando il cinema horror. Spostandoci sul fronte della regia femminile, Sofia Coppola stupisce con Il giardino delle vergini suicide, pellicola di debutto del 1999, dove introduce il delicato tema del malessere adolescenziale con grande disinvoltura. E lo fa anche Emmanuelle Nicot, che esordisce affrontando quello degli abusi in famiglia dal punto di vista di una ragazzina dodicenne, con maturità e consapevolezza, vincendo il premio FIPRESCI al Festival di Cannes 2022.
Attore | Ruolo |
---|---|
Zelda Samson | Dalva |
Alexis Manenti | Jayden Dorkel |
Fanta Guirassi | Samia |
Marie Denarnaud | Zora |
Jean-Louis Coulloc'h | Jacques Keller |
Maia Sandoz | psicologa |
Sandrine Blancke | Marina, la madre |
Charlie Drach | Lucile |
Roman Coustère Hachez | Dimi |
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