Il Vangelo secondo Matteo è un film del 1964 diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sulla vita di Gesù come è descritta nel Vangelo di Matteo.
Maria è una fanciulla, intimorita dinanzi al suo promesso sposo, Giuseppe: la giovane è incinta e il turbamento dell'uomo è grande. Un angelo appare in sogno al falegname e lo rassicura, esortandolo a sposare la Vergine Maria senza indugio, poiché il figlio che ha in grembo è opera dello Spirito Santo.
Lo stesso angelo guida i due verso Betlemme, nella grotta dove nascerà Gesù. Si mostra poi ai Re Magi, venuti da lontano per adorare il neonato, e li conduce da lui. In seguito avverte la piccola Santa Famiglia che il Re Erode, venuto a sapere della nascita di un bambino che chiamano re, ordina che questi venga eliminato, facendo così una strage d'innocenti. Maria e Giuseppe fuggono in Egitto, per tornare in Israele dopo la morte di Erode.
Il piccolo cresce sereno, amato dai suoi genitori. Arriva infine il tempo dell'annuncio del Regno dei Cieli, già predicato da Giovanni Battista, che Gesù incontra per farsi battezzare. Ora è pronto per la sua missione: dopo aver digiunato quaranta giorni, affronta le tre tentazioni di Satana e comincia a percorrere la Palestina in compagnia degli Apostoli, compiendo miracoli, annunciando la Buona Notizia, proclamando il Sermone della Montagna e operando conversioni.
Arriva a Gerusalemme con i dodici: qui lo aspetta il tradimento di Giuda, che dà inizio ad un calvario che lo porterà a morire sulla croce. Ma Gesù vince la morte con la Resurrezione, promettendo ai suoi apostoli, ai quali lascia il compito di annunciare la Buona Notizia ovunque, che sarà col loro sino alla fine del mondo.
"Evitando rigorosamente i pericoli e i veleni dell'estetismo (...) ripropone così un Cristo radicato nella terra e nel paesaggio, circoscritto dalla dolente coralità della folla (...). Il suo è soprattutto un Cristo del processo implacabile e strenuo alla razza di vipere (...) che esplode nelle grandi sequenze della collera (...) e ritorna nel grido di protesta e di ribellione del Crocefisso, che si stacca sull'atroce indifferenza della città, murata nella luce dell'alba". (A. Ferrero, "Cinema Nuovo" n. 171, settembre 1964)"Come cura omeopatica e contraltare alla violenza di Gibson, torna in sala il capolavoro spirituale del laico Pasolini restaurato da Mediaset, riportando a gran splendore pittorico la fotografia di Delli Colli e il décor magnifico di Donati con i riferimenti alla pittura del '400. Anche qui gli immobili, proletari sassi di Matera e i volti eterni della povera gente a far da sfondo geo-sociale al Vangelo più antico, prezioso ed epico, quello di Matteo e non di 'Braveheart'. (...) L'autore sceglie la rivoluzionaria, eterna bellezza delle parole del Vangelo, chiamando come complici amici, parenti e intellettuali e offrendo, preveggente autobiografia, all'amata madre il ruolo della sofferente Madonna. Questo Vangelo è figlio di un'epoca, dedicato alla lieta memoria di Giovanni XXIII, contro cui gioca l'integralista film americano. Stupisce ancora la semplice violenza del messaggio, la religione passata al vaglio marxista che non perde fiducia negli uomini. Pasolini porta in dote la profondità interiore cui arriva la cinepresa se materialmente in mano a un poeta che tramanda voglia di pace e di spada, proprio secondo Matteo, nel ricordo, era il '63, di quella crocefissione laica e dolorosa della sua magnifica e religiosissima 'Ricotta'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 aprile 2004)
Le riprese del film sono state fatte nell'Italia meridionale degli anni Sessanta, tra Lazio, Campania, Puglia e Lucania.
Pasolini ha utilizzato attori non professionisti e comparse scelte tra la popolazione contadina locale. Il ruolo di Cristo fu affidato a un diciannovenne catalano, Enrique Irazoqui, sindacalista alla ricerca di sostegno nella lotta contro il regime franchista.
Il regista confidò a Don Rossi: "Farò un film sul Vangelo di Matteo. L'ho deciso dopo aver letto, sdraiato sulla branda, il libretto che ho trovato sul comodino. Però dovete aiutarmi, io non sono credente e sono anche marxista".
Nel 1964 il film si è aggiudicato il Gran premio della giuria al Festival di Venezia. Nel 1965 il film ha vinto tre Nastri d'Argentoper miglior regista, miglior fotografia e migliori costumi e ha ricevuto tre nomination agli Oscar.
Attore | Ruolo |
---|---|
Enrique Irazoqui | Cristo |
Margherita Caruso | Maria giovane |
Susanna Pasolini | Maria vecchia |
Marcello Morante | Giuseppe |
Mario Socrate | Giovanni Battista |
Settimio Di Porto | Pietro |
Otello Sestili | Giuda Iscariota |
Ferruccio Nuzzo | Matteo |
Giacomo Morante | Giovanni Apostolo |
Alfonso Gatto | Andrea |
Enzo Siciliano | Simone |
Guido Cerretani | Bartolomeo |
Giorgio Agamben | Filippo |
Luigi Barbini | Giacomo di Alfeo |
Marcello Galdini | Giacomo di Zebedeo |
Elio Spaziani | Taddeo |
Rosario Migale | Tommaso |
Rodolfo Wilcock | Caifa |
Alessandro Tasca | Ponzio Pilato |
Amerigo Bevilacqua | Erode il Grande |
Francesco Leonetti | Erode Antipa |
Franca Cupane | Eroidiade |
Paola Tedesco | Salomè |
Rossana Di Rocco | L'angelo del Signore |
Eliseo Boschi | Giuseppe d'Arimatea |
Natalia Ginzburg | Maria di Betania |
Renato Terra | Un fariseo |
Ninetto Davoli | Un pastorello |
Enrico Maria Salerno | (voce di Gesù Cristo) |
Ecco tutti i premi e nomination Oscar 1967
Ecco tutti i premi e nomination Festival di Venezia 1964
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 1965