Il Club delle prime mogli è una brillante commedia del 1996, diretta da Hugh Wilson.
Annie McDuggan (Diane Keaton), Brenda Morelli (Bette Midler), Cynthia Swann (Stockard Channing) ed Elise Elliot (Goldie Hawn) sono quattro amiche che al tempo del college si erano promesse di essere sempre presenti l’una per l’altra, ma poi si sono perse inesorabilmente di vista.
Dopo diversi anni si incontrano di nuovo, in occasione del funerale di Cynthia, che si è tolta la vita dopo essere stata lasciata dal marito. Le tre amiche rimaste decidono di andare a pranzo insieme e mentre si trovano a tavola a chiacchierare, si rendono conto che oltre alla loro amicizia di vecchia data hanno tante cose in comune.
Le tre donne sono state per anni il sostegno e l’aiuto dei loro mariti, mentre divenivano uomini di successo, ma una volta raggiunta la vetta le hanno abbandonate per una nuova moglie, più giovane e attraente.
Il fatto di ritrovarsi insieme a condividere le loro sofferenze gli fa venire in mente un’idea: progettare una rivalsa nei confronti dei loro mariti, sapendo bene che il punto debole dei loro ex coniugi è il denaro.
Keaton, Midler e Hawn recitano, miagolano, strillacchiano, ridono, cantano e ballano con travolgente vivacità e sicurezza: il finale, con le tre signore in bianco che improvvisano un balletto consolatorio, è da antologia. Al riparo nelle poltrone del cinema, lo spettatore si diverte e ride: perchè, in fondo, la realtà che incombe non si può cambiare, si affronta e si accetta, come fanno le tre mogli in disarmo. E musica e sorrisi, bei vestiti e gag sapienti, aiutano a sdrammatizzare, proponendo un finale irrisolto ma consolatorio. (Avvenire, Mirella Poggialini, 25/1/97) Titoli di gusto pop, fra Lìchtenstein e Almodovar; un terzetto di star impegnate a rifare se stesse sfidando il tempo che passa (soprattutto Goldie Hawn, diva al tramonto, la migliore in campo); un copione non sempre imprevedibile ma zeppo di battute (dietro c'è il best-seller di Olivia Goldsmith tradotto in italiano da Sperling & Kupfer, ma la mano decisiva è quella di Robert Harling, già sceneggiatore di quell'esilarante parodia delle sit-com che era Bolle di sapone); e per finire un'ambientazione che ridisegna la New York dei quartieri alti con il tono, il ritmo, i colori squillanti (da Oscar le scene di Peter Larkin) dei primi Jerry Lewis, quelli diretti dall'ex-cartoonist Frank Tashlin. Magari la regia di Hugh Wilson, che viene da Scuola di polizia, non brilla sempre per leggerezza, si vede anche da come butta via la sublime Maggie Smith nella particina di una regina della moda. E in un mondo così artificioso stridono le inutili comparsate di personaggi veri come l'ex sindaco newyorkese Ed Koch e di Ivana Trump. Ma per il resto, diciamolo, alzi la mano chi non ride. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 19/1/97)
Il film è tratto dal romanzo di Olivia Goldsmith.
Per la parte di Elise fu presa in considerazione anche Jessica Lange.
Elise (Goldie Hawn): A Hollywood ci sono solo tre età: bambola, procuratore legale e "a spasso con Daisy". Brenda (Bette Midler): Chi dovrebbe indossare quella roba?! Un'adolescente anoressica? Un feto? Dr. Morris Packman (Rob Reiner): Se ti faccio un altro tiraggio, ti ritroverai a fare l'occhiolino con le labbra! Elise: Sono gli anni '90! Per amor del cielo, insomma, la chirurgia plastica è come una buona toelettatura, è come lavarsi i denti. Annie (Diane Keaton): Elise, guardati! Sei stata tirata, cucita, infarcita e rimboccata! Sei un tacchino!
Attore | Ruolo |
---|---|
Bette Midler | Brena |
Goldie Hawn | Elise Elliot Atchinson |
Diane Keaton | Annie Mac Duggan Paradise |
Maggie Smith | Gunilla Goldberg |
Sarah Jessica Parker | Shelly |
Eileen Heckart | Catherine |
Dan Hedaya | Morty |
Bronson Pinchot | Duarto |
Philip Bosco | Zio Carmine |
Stockard Channing | Cynthia Swann Griffin |
Stephen Collins | Aaron |
Jennifer Dundas | Chris |
Elizabeth Berkley | Phoebe |
Victor Garber | Bill |
Marcia Gay Harden | Dr. Leslie Rosen |
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