Hamlet è un film del 1996 diretto da Kenneth Branagh, basato sull'omonima tragedia di William Shakespeare.
Il giovane principe Amleto (Kenneth Branagh) è costretto a recarsi in Danimarca al castello di Elsinore: suo padre è morto improvvisamente e se ne celebra il funerale.
Sui bastioni del maniero, lo spettro del defunto re appare al figlio e gli chiede di essere vendicato, sostenendo che a ucciderlo è stato il fratello Claudio (Derek Jacobi), in accordo con la regina Gertrude (Julie Christie) e ora, dopo averla sposata, siede sul trono.
Il principe, sconvolto dalla rivelazione, anche se ha già avuto dei sentori inquietanti riguardo degli atteggiamenti equivoci della madre con lo zio durante il funerale, assicura al fantasma che terrà fede alla promessa.
Ma divorato dal dubbio, decide di ritardare il momento della vendetta: vuole la certezza assoluta che lo zio sia responsabile della morte del padre. Avute le prove, Amleto decide di fingersi pazzo agli occhi della corte per mettere in atto una spietata vendetta: è accecato e non ha più occhi per la sua dolce Ofelia (Kate Winslet), figlia di Polonio consigliere del re, che abbandonata, impazzisce. Amleto innesta così una spirale di morte senza fine...
"Naturalmente, per gustare 'Hamlet' di Branagh, non bisogna star lì con la matita rossa in mano e accettare piuttosto le cosiddette 'licenze poetiche'. Per allontanare ogni aura paludata Branagh ambienta in un '800 da operetta la storia del principe che, avuta dallo spettro del padre la conferma che lo zio Claudio gli ha ucciso l'amato genitore e che sua madre Gertrude è di facile accontentatura, si finge pazzo per preparare la vendetta. (..)Le 'licenze' sono numerose. Eppure, nonostante queste e altre 'concessioni' tendenti a esaltare gli espedienti melodrammatici dispersi nel testo, 'Hamlet' di Branagh coglie motivi che spesso sfuggono. Viene fuori nella sua aggressività la corruzione a cui neppure Amleto è estraneo e di quel Fortebraccio che di solito non si capisce bene perché sia premiato nel finale ci viene spiegata la strategia". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 16 maggio 1997)"Kenneth Branagh ha fatto due cose giuste e una sbagliata, aggiungendo al suo cinema shakespeariano ('Enrico V', 'Molto rumore per nulla') un testo che è già stato portato sullo schermo circa settanta volte, 'Hamlet', Amleto. L'errore sta nell'aver riversato sul suo lavoro un'alluvione di chiacchiere pubblicitario-insensate, provocando sazietà e anche irritazione. Le cose giuste sono: aver deciso di dare 'Amleto' nella versione integrale di quattro ore, affiancandolo nella distribuzione a una versione abbreviata di due ore, lasciando agli spettatori la possibilità di scegliere; e, nel rispetto del testo, spettacolarizzare al massimo la vicenda secondo un gusto attuale. (..) Massima seduzione di 'Hamlet' resta naturalmente la tragedia di Shakespeare: peccato che Kenneth Branagh, platinato e nerovestito come tanti Amleto prima di lui, bravo e vitale, per quanto si dia da fare non arrivi a superare la propria irrimediabile mancanza di fascino". (Alessandra Levatesi, 'La Stampa'13 maggio 1997)"Kenneth Branagh s'è tinto i capelli in biondo platino, come tanti Amleto prima di lui; s'è fatto crescere i baffi e la mosca sotto il labbro come tanti ragazzi attuali; ha dato uno speciale tocco isterico e sgradevole alla rappresentazione della metodica follia di Amleto; ha fatto davvero il massimo. Peccato che continuino a perseguitarlo la mancanza di fascino, l'assenza dì carisma, la carenza di quella magia seducente che forma l'essenza misteriosa e involontaria del grande attore". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 22 maggio 1997)
Per la prima volta viene riportato integralmente il testo originale shakespeariano a livello cinematografico. Nelle sale fu proposta la versione ridotta di due ore e mezza, ma in realtà la pellicola ha una durata complessiva di quattro ore, risultando uno dei film più lunghi di tutti i tempi.
Il castello di Elsinore è in realtà il Blenheim Palace, di cui sono mostrati solo gli esterni. Le sontuose sale del palazzo furono interamente costruite in studio e costarono ben 2 milioni di dollari.
Per il doppiaggio italiano, Gigi Proietti ha dato voce al Re.
Attore | Ruolo |
---|---|
Kenneth Branagh | Amleto |
Julie Christie | Gertrude |
Derek Jacobi | Claudio |
Michael Maloney | Laerte |
Richard Briers | Polonio |
Kate Winslet | Ofelia |
Brian Blessed | Fantasma |
Nicholas Farrell | Orazio |
John Gielgud | Priamo |
Rosemary Harris | Attrice Regina |
Jack Lemmon | Marcello |
Rufus Sewell | Fortebraccio |
Timothy Spall | Rosencrantz |
Richard Attenborough | Ambasciatore Inglese |
Billy Crystal | Becchino |
Judi Dench | Ecuba |
Reece Dinsdale | Guildenstern |
Ken Dodd | Yorick |
Gérard Depardieu | Reynaldo |
Ravil Issyanov | Cornelius |
Charlton Heston | Attore Re |
Robin Williams | Osric |
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