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Masterchef 12 decimata: rimangono in dieci a giocarsi la vittoria

Sono rimasti in dieci concorrenti nella cucina di Masterchef Italia dodicesima stagione. Due eliminazioni dolorose quelle di ieri sera, con l'eliminazione di uno dei favoriti, portabandiera di una cucina fusione di culture e sensibilità diverse.

Masterchef 12 decimata: rimangono in dieci a giocarsi la vittoria

La commozione trionfa sempre, quando un concorrente lascia per sempre la cucina di Masterchef. Pure in una dodicesima edizione meno lacrimevole, dal livello medio molto alto e con la strategia a contare non poco, il momento in cui il grembiule nero si depone davanti ai giudici è sempre intenso. Ieri sera ancora di più, considerata l'eliminazione di uno dei favoriti, almeno per molti fra cui chi scrive, un portavoce di una stagione particolarmente intensa in quanto a fusioni di cultura e sensibilità diverse.

Croazia, Francia, ma anche Italia e molte altre culture sono quelle che hanno reso amato nella cucina e fuori Olliver, oltre a una delicatezza e una eleganza innata. Insieme a lui a essere stato eliminato, per la seconda volta da Bruno Barbieri, dopo aver abbandonato senza vincere da ragazzino Junior Masterchef è Nicola. Anche lui sicuramente bravo, ventenne forse al massimo un po' distratto e con il tallone d'Achille rappresentato dai dolci. Ma vediamo cosa è successo ieri sera, quando da dodici i concorrenti sono passati a dieci.

Tra le radici culinarie degli aspiranti chef, la sempre temutissima prova di pasticceria e una spettacolare prova in esterna alle pendici del Monte Cervino, in Valle D’Aosta, MasterChef Italia ha alzato ancor di più il livello tecnico delle prove organizzate dai giudici Bruno Barbieri,Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. In un appuntamento del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, che ha coinvolto su Sky Uno/+1 e on demand una media di 840mila spettatori medi, con il 3,6% di share e il 71% di permanenza. Gli ascolti degli episodi della scorsa settimana, nei sette giorni, hanno raggiunto 2 milioni 120 mila spettatori con quasi 2,7 milioni di contatti unici e una permanenza sempre altissima, al 76%, in crescita del +4% rispetto alla scorsa stagione e un +10% rispetto ai due episodi precedenti.

A inizio serata, la classe si è dovuta confrontare con cinque piatti – in gran parte vegetariani – della tradizione regionale italiana, pietanze che gli aspiranti chef hanno trovato nascoste sotto la Golden Mystery Box. Per la Liguria sotto la cloche si è nascosta la “Mesciua spezzina”, piatto povero della tradizione di La Spezia; per il Lazio la “Vignarola”, tipico contorno romano; per il Trentino Alto Adige c’è stato il “Tortel di patate”; a seguire, la cosiddetta “Incapriata” tradizionale pugliese (piatto a base di fave e cicoria); per la Campania, “‘O sicchio d’a munnezza”, un piatto invernale  creato con la frutta secca avanzata dalle feste di Natale. A partire da queste proposte, i concorrenti in gara hanno dovuto raccontare le loro radici preparando un piatto vegetariano della tradizione, ma in chiave moderna. I migliori sono stati HueSara, Edoardo, e Mattia.

Poco tempo per respirare ed è stato il momento dell'Invention Test caratterizzato da una delle prove più temute, la pasticceria: protagonista è stata la tradizione con la crostata. Ospite in Masterclass lo Chef Maître pâtissier Gianluca Fusto, che si è distinto in Italia e a livello internazionale per le sue collaborazioni. Lo Chef ha presentato quattro creazioni legate alle quattro stagioni dalle quali i cuochi in gara hanno dovuto trarre ispirazione per creare le loro preparazioni: unici requisiti richiesti, la presenza di frolla, crema e frutta. Come da tradizione, quella di pasticceria si è rivelata una prova insidiosa per tutti, risultando fatale per uno degli aspiranti cuochi: Nicola, 20enne studente di scienze gastronomiche di Ravenna e ora a Parma, per il quale ancora una volta, come già successo in un paio di prove in esterna precedenti, il dolce è stato fatale. I piatti migliori, invece, sono risultati quelli di Ollivier e Lavinia, a cui è toccato il compito di formare e guidare la propria brigata nella nuova e ardua sfida in esterna, che ha avuto luogo alle pendici della maestosa vetta del Monte Cervino, in Valle D’Aosta

Vista la location mozzafiato e spettacolare, per entrambi la formazione della propria brigata si è basata sul principio di fiducia della “cordata”, tipica degli alpinisti, che scalano legati insieme dalla stessa corda: con Ollivier, nella Brigata blu, c’erano Francescone, Bubu, Edoardo, Laura e Hue; Lavinia invece aveva con sé Leonardo, Roberto, Mattia e Sara. Il menù per entrambe prendeva spunto dalla tradizione culinaria valdostana. A scegliere i piatti migliori 25 guide alpine e sciatori, 21 dei quali hanno votato a favore dei rossi di Lavinia, proclamati quindi vincitori della prova. 

La Brigata blu ha dovuto invece indossare il grembiule nero del Pressure Test, che era incentrato sulla cottura della pasta. Una volta illustrate sei tecniche di cottura del piatto per eccellenza della nostra tradizione culinaria – il “Forno combinato a vapore”, il “Microonde”, la “Risottata”, la tecnica cosiddetta “Passiva”, quella “Bruciata” e quella “Bollita” – e assegnate, con una “staffetta”, ognuna di queste a un concorrente, in 45 minuti ciascuno di loro ha dovuto proporre il proprio piatto di fatta cotto alla perfezione: la pasta risottata di Ollivier è risultata la peggiore, con grande consapevolezza da parte dell’aspirante chef di origini franco/croate e ora a Parma, che ha quindi dovuto abbandonare per sempre la gara.

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