Salò o le 120 giornate di Sodoma, è l'ultimo film del 1975 scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1975.
Ispirato al romanzo incompiuto del marchese Donatien Alphonse Francois de Sade "Le centoventi giornate di Sodoma", il film è suddiviso in quattro parti che rappresentano un chiaro riferimento dantesco: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del sangue.
Durante la Repubblica Sociale italiana, quattro signori (metafora delle forme di potere: casta, clero, giustizia, economia) il Duca (Paolo Bonacelli), il Vescovo (Giorgio Cataldi), il Presidente della Corte d'Appello e il Presidente della Banca Centrale si chiudono in una enorme villa in campagna (di proprietà del Duca e arredata con capolavori d'arte), incaricando le SS e i soldati repubblichini di rapire un gruppo di giovani (ragazze - ragazzi) di famiglie antifasciste.
Per 120 giorni i diciotto giovani sono oggetto di un regime carnale. Una cruenta commedia fatta di un susseguirsi di abusi, violenze e crimini. Tutto questo viene regolamentato da un codice rigoroso stipulato dai "Signori" che impone ai ragazzi assoluta obbedienza, pena umiliazioni, torture e infine la morte.
Le sevizie inflitte ai giovani sono di ogni genere e mirano ad annullare l'individualità delle vittime. Assistiti da quattro ex prostitute di bordello che hanno il compito di stimolare con i loro racconti le perversioni dei "Signori" che poi le manifesteranno sui corpi dei giovani. I giovani sono il simbolo della manipolazione del potere che li rende schiavi incatenandoli, controllando le loro menti. Questo susseguirsi di violenza disarmante, vuole descrivere l'abominio del regime fascista della seconda guerra mondiale ai confini tra trasgressione e conservazione. Scene al limite del paradossale, pedofilia, erotismo maniacale, sono una tormentata descrizione delle dinamiche vissute in quegli anni.
"Con molte intuizioni narrative, quali il rapporto fra la squisitezza triviale dei racconti e la matta bestialità dell'azioni, le pitture "degenerate" di cui i mostri si circondano, l'uso di sfatte bellezze per le parti di ruffiane di lusso, la musica che accompagna le orge, il silenzio sulle torture finali (...). Salò è un film privo di gioia erotica, e per paradosso anche privo di volgarità, ma dove la luce dell'intelligenza di Pasolini è appannata da un'ideologia della sconfitta (...)." (Giovanni Grazzini, "Corriere della Sera, 16 novembre 1975)
Il produttore Alberto Grimaldi subì processi per oscenità e corruzione di minori e nel 1976 fu decretato il sequestro della pellicola, che scomparve dagli schemi per poi essere rimessa in circolazione nel 1978.
Al Festival di Venezia 2015 il lungometraggio restaurato dalla Cineteca di Bologna e dal Centro Sperimentale di Cinematografia, in collaborazione con Alberto Grimaldi, ricevette il premio per il miglior film restaurato.
Attore | Ruolo |
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Paolo Bonacelli | Il Duca |
Giorgio Cataldi | Il Monsignore |
Umberto Paolo Quintavalle | L'Eccellenza |
Aldo Valletti | Il Presidente |
Caterina Boratto | Sig.ra Castelli |
Elsa De Giorgi | Sig.ra Maggi |
Hélène Surgère | Sig.ra Vaccari |
Sonia Saviange | La pianista |
Ines Pellegrini | Cameriera |