La famiglia Gori si riunisce per una triste circostanza, la morte di Adele Papini, coniugata Gori. Il fatto ha colto quasi tutti di sorpresa, e così si verificano ritorni affrettati, senza preparazione. Dall'Africa tornano la nipote Sandra con il marito Luciano, mentre la sorella Bruna vede apparire una vecchia passione amorosa e deve contenere i propri slanci e la nostalgia per il passato. Il figlio un po' debosciato Danilo torna da una rapina e ha i suoi problemi a far finta di niente con i familiari, finché a rendere omaggio alla salma non si presenta un ufficiale dei carabinieri e la situazione si fa delicata. Intanto il vedovo Gino minaccia più volte di suicidarsi e si riprende solo per continuare l'antica rivalità con il vecchio nonno Annibale. Intorno c'è un viavai continuo di amici e conoscenti che entrano ed escono più volte per spettegolare attorno alla cara estinta. Sandra e Luciano, che erano in crisi coniugale, ritrovano la convinzione per ridare un senso al loro matrimonio, anche Danilo, di solito scorbutico e insicuro, si lascia andare al conforto della moglie trascurata; Faustino, figlio ritardato di un'amica di famiglia, porta scompiglio con la sua folle innocenza tra i vari presenti. Dall'alto la defunta sembra sorvegliare tutti, sorridendo dei piccoli-grandi guai che ciascuno si porta dentro. E sulle note del Bel Danubio blu, i contrasti si stemperano e prevale il rispetto per il mistero della morte. Serie tv, Show e Film su NOW!
"Benvenuti riesce a far diventare cinema - cioè movimento - una piéce teatrale quasi tutta collocata all'interno dell'appartamento dei Gori (stridore fiabesco provocano, in un contesto acidulo, le acquose apparizioni della defunta)." (L'Eco di Bergamo, Franco Colombo, 7/12/96)"Diamo a Cesare quel che è di Cesare: tolto Moretti, che è un caso a parte. Alessandro Benvenuti è oggi il miglior regista-attore su piazza in Italia. E lo è per diverse ragioni. La prima è la lingua, un toscano schietto e saporoso che è musica per orecchie ferite dal doppiaggio e dal neo-birignao in cui talvolta cadono anche i migliori. La seconda è la scrittura: teatrante oltre che cineasta, Benvenuti calibra ogni battuta, ogni scena, ogni psicologia, e le traduce in cinema, ovvero in spazi, tempi, volti, e "soggettive". La terza ragione è l'umiltà, parola che scrostata dalla retorica indica la capacità artigianale di affrontare i problemi uno per uno, su tutti i fronti. Con risultati discontinui, ma non è questo che conta. Conta la tensione, la generosità: e difatti Benvenuti è l'unico a saper orchestrare a dovere una vera e propria folla di personaggi." (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 4/11/96)
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996.
Attore | Ruolo |
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Alessandro Benvenuti | Luciano |
Sabrina Ferilli | Sandra |
Athina Cenci | Bruna |
Alessandro Haber | Libero |
Carlo Monni | Gino |
Novello Novelli | Annibale |
Massimo Ceccherini | Danilo |
Barbara Enrichi | Cinzia |
Vito | Faustino |
Andrea Buscemi | Uomo della Misericordia |
Gianna Giachetti | Fosca |
Francesco Ciampi | Renato |