Portrait of a Confused Father, il documentario diretto da Gunnar Hall Jensen, segue il regista norvegese, che per oltre vent’anni ha rivolto la telecamera verso se stesso e la propria famiglia nel tentativo di comprendere e colmare la distanza emotiva che lo separa dall’unico figlio, Jonathan.
Cresciuto senza un padre, Gunnar è consapevole che i suoi modelli di mascolinità e paternità potrebbero essere inadeguati. Alla nascita di Jonathan promette a se stesso di fare meglio, di essere presente e di amare senza condizioni. Ma mentre Jonathan cresce, diventando un giovane uomo brillante, selvaggio e ribelle, spinto da uno spirito avventuroso e da un bisogno incessante di vivere al limite, il legame padre-figlio si tende sempre di più. Gunnar, fedele al suo mestiere e alla sua vulnerabilità, continua a filmare per capire e per non perdere del tutto il contatto tenendo vivo un dialogo anche quando le parole si fanno rare.
Quando Jonathan viene risucchiato da un mondo seducente e pericoloso, fatto di successo facile, influencer e iper-mascolinità tossica, la realtà si frantuma. E arriva la chiamata che ogni genitore teme. Quella che inizia come una cronaca intima sul rapporto tra un padre e un figlio, si trasforma in un ritratto di perdita, fallimento e resistenza emotiva. In una svolta tragicamente inattesa, il film diventa anche una riflessione sulla fragilità maschile, sull’amore imperfetto e sulla difficoltà di connettersi in un mondo che cambia troppo in fretta.
All’età di 18 anni Jonathan ha lasciato la Norvegia per trasferirsi in Brasile, attratto dal mondo degli influencer. Nel 2023, Jonathan è stato ucciso in Brasile a soli 21 anni.
Presentato al 55° Giffoni Film Festival in concorso nella sezione GexDoc.