La tratta delle bianche ha indotto il regista a documentarsi presso l'ONU, pensiamo seriamente, sulle cause che favoriscono l'abietto traffico del sesso. Protagonista è un certo Louis Kistler, un apolide incensurato, elegante, che vive lussuosamente e opera specialmente in Germania. Preferisce avvicinare ragazze di modeste condizioni, farsele amiche e poi col pretesto di intraprendere in loro compagnia, un lungo viaggio, premessa la necessaria vaccinazione, fa iniettare loro un sonnifero e il giuoco è fatto: la merce umana è pronta per la spedizione. Kistler, capo-mafia-sesso, riceve le commissioni mediante una potente radio rice-trasmittente. Sguinzaglia allora i suoi scagnozzi alla ricerca di minorenni ribelli, fuggite da casa; di imprudenti autostoppiste; di Lolite provocanti nella loro acerba, ma appetitosa bellezza; o, quando la merce scarseggia, ricorre al rapimento per strada, nei night-clubs ecc. Il destino dì queste sventurate può essere la schiavitù presso uno sceicco, un emiro; può essere una casa di tolleranza in America latina o in Africa. E' merce umana venduta e rivenduta, che si degrada sempre più, finché le sventurate, abbrutite dalla droga e dal vizio, muoiono abbandonate e dimenticate da tutti.