Nel mio amore è un film del 2004 diretto da Susanna Tamaro.
Dopo la morte improvvisa del marito Fausto (Urbano Barberini), Stella (Licia Maglietta) torna a vivere nella casa dove è nata, in riva la lago. Qui, attraverso le foto di famiglia, ripercorre con la mente alcuni ricordi del passato: i primi anni del matrimonio, la nascita di Laura (Alessia Fugardi) e di Michele (Damiano Russo), i suoi due figli.
A questi seguono momenti difficili e dolorosi, dovuti soprattutto al carattere autoritario e crudele di Fausto. A un clima familiare pessimo, i figli crescendo reagiscono in modo diverso, soprattutto Michele, anima sensibile e ribelle, che andrà incontro a un destino crudele.
Sola e in preda ai tristi ricordi del passato, passeggiando tra le montagne della sua infanzia, Stella conosce Jaques (Vincent Riotta), contadino e pittore dalla straordinaria umanità, che ben conosceva Michele. Da questo incontro nasce così una particolare amicizia, che forse darà la speranza a Stella di ricominciare una nuova vita...
"Scritto e diretto da Susanna Tamaro, 'Nel mio amore' è stato respinto dalla Mostra di Venezia, d'ove c'erano film peggiori, forse perché la Tamaro è radical ma non chic. Ispirato da 'L'inferno non esiste' il film è coerente con 'Va dove ti porta il cuore', diretto però da Cristina Comencini. La Tamaro ha un messaggio, sempre lo stesso, che non affida a un telegramma, ma a una narrativa enfatica e a un cinema tecnicamente corretto, apparentemente sommesso, sostanzialmente rabbioso. (...) Girato fra Villa de Banfield, i moli di Trieste e un laghetto di quella che ora è la Slovenia, 'Nel mio amore' s'intitolerebbe meglio 'Nel mio rancore': quello di una vita che alla Tamaro forse non ha dato solo successo." (Maurizio Cabona, "Il Giornale", 23 settembre 2004)"Una storia costellata di disgrazie, ma con un messaggio positivo in coda: che la scrittrice convertita al cinema ha il pieno diritto - come chiunque altro - di esprimere. Salvo che, malgrado la passione da lei dichiarata, il film è svogliato, mal raccontato e spende male il talento di Licia Maglietta. Trieste è una pura scenografia, subito lasciata cadere. Quanto a Michele, figlio del profondo Nord, nelle scene da piccolo parla con l'accento romano." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 settembre 2004)"'Nel tuo amore', esordio registico di Susanna Tamaro, riserva alcune sorprese. La prima delle quali è di scoprire nella confezione una sorprendente professionalità; ma lo spiega il fatto che prima di diventare scrittrice di successo Susanna si era diplomata regista al Centro sperimentale. Altra sorpresa: più che italiano, questo sembra un prodotto mitteleuropeo; e qui va ricordato che l'autrice, pronipote di Svevo, nasce a Trieste. Infatti la pellicola trasuda un sentimento nordico del paesaggio, che fa da sfondo a un conflitto d'anime alla Strindberg. Come per ribadire che il mondo di fuori è bello, mentre brutto è ciò che accade di continuo fra quattro mura. (?) Procedendo sul confine tra la cognizione del dolore e il gusto del romanzesco, il film scandisce un recupero della serenità attraverso l'introduzione di un deus ex machina che svela (ed è la sorpresa finale) una diversa identità. Prevedo che qualcuno, condizionato dal pervicace anticattolicesimo della nostra cultura diagnosticato giorni fa nella sua rubrica da Paolo Mieli, non gradirà le venature criptoconfessionali della Tamaro. Il pericolo di un simile approccio, comune a una cospicua parte della drammaturgia novecentesca da Betti a Fabbri, è di svuotare il dramma sulla scorciatoia della fede, ma la Tamaro si conferma una voce sola che conserva un timbro di originalità anche al cinema. E sul conto positivo di 'Nel tuo amore', egregiamente fotografato da Beppe Lanci, vanno messi Urbano Barberini nel ruolo ingrato del marito e la presenza irradiante e palpitante di Licia Maglietta." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 25 settembre 2004)"Intelligente, dolce e persino non brutto, lui le farà riscoprire l'amore, ma quello in Cristo. Insegnandole che l'unica rivoluzione durevole parte dal cuore. Non è il coraggio che manca a Susanna Tamaro che, per il suo debutto alla regia, ha scelto un film quasi teologico, praticamente un manifesto religioso. Ma, se la seconda parte è più corposa, la prima indugia troppo sul 'meraviglioso mondo della natura', con riprese che, fra alberi, laghi, fiumi e coccinelle, sembrano più infinite della fede in Dio." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 24 settembre 2004)
Il film ha segnato l’esordio dietro la macchina da presa della scrittrice Susanna Tamaro.
L’opera si basa sul racconto L’inferno non esiste, pubblicato nel libro Rispondimi della stessa scrittrice e regista.
Attore | Ruolo |
---|---|
Licia Maglietta | Stella |
Urbano Barberini | Fausto |
Vincent Riotta | Jacques |
Damiano Russo | Michele |
Alessia Fugardi | Laura |
Sergio Fiorentini | Giovanni |
Sara Franchetti | Nives |
Arturo Paglia | Don Massimo |
Chiara Lucisano | Chiara |
Marco Bellini | Michele Bambino |
Angela Curri | Laura Bambina |
Rocco Brunelli | Luigi |
Sonia Pastrovicchio | Giacinta |
Michele Mazzoni | Giulio |
Marino Masé | Prete Anziano |