My Sweet Land, il documentario diretto da Sareen Hairabedian, è una storia di formazione delicata e straziante, ambientata sullo sfondo della guerra multigenerazionale che da decenni infiamma il Caucaso post-sovietico.
Protagonista è Vrej, un ragazzino di undici anni che cresce nell’idilliaca ma fragile regione di Artsakh, un luogo punteggiato da mine inesplose, paesaggi mozzafiato e un’identità nazionale non riconosciuta dalla comunità internazionale. Vrej sogna un futuro semplice, diventare dentista e vivere nel suo villaggio. Ma la realtà infrange presto l’innocenza, la guerra esplode di nuovo, costringendolo a fuggire con la sua famiglia. Dall’esilio alla temporanea sicurezza di Yerevan, fino al ritorno in un villaggio devastato dopo il conflitto del 2020, il film segue un percorso di crescita, in cui l’infanzia è sacrificata in nome della sopravvivenza e della memoria collettiva.
Attraverso lo sguardo sincero e disarmante di Vrej, la narrazione mette a nudo l’assurdità della retorica politica, la dissonanza tra propaganda e realtà quotidiana, e il peso insostenibile che ricade sulle nuove generazioni. Il film, girato con uno sguardo intimo e contemplativo, si muove tra documentario, diario di guerra e road movie, mostrando la resilienza del popolo armeno dell’Artsakh, segnato da numerosi traumi, esodi forzati e sogni di pace. Nel mezzo, un interrogativo profondo: può un bambino portare sulle proprie spalle le speranze di un'intera nazione?
Candidatura ufficiale della Giordania per la categoria Miglior Film Straniero della 97a edizione degli Academy Awards del 2025.
Presentato al 55° Giffoni Film Festival in concorso nella sezione GexDoc.