LA TRAMA DI LE LOCUSTE
Una storia torbida ambientata in un'afosa estate del 1960 in Kansas. Un misterioso straniero trova lavoro in una fattoria, proprietà di una donna inquieta e tormentata, che lo accoglie con enorme sollievo. Ma il giovane risveglia anche la passione della miss del paese, infrangendo gli equilibri di un'esistenza sonnolenta, portando alla luce, come in un'improvvisa esplosione, tutti i più nascosti segreti.
RECENSIONE
"Mi sono spesso chiesto che cosa rendeva affascinanti le intorcinate e morbose trame dei drammi di Tennessee Williams nelle leggendarie messe in scena di Elia Kazan a Broadway e di Luchino Visconti da noi. La risposta emerge da questo filmetto "alla Williams" che si intitola a una metafora zoologica, Le locuste (ovvero gli animaletti che si svegliano e cantano una sola estate), scritto e diretto fuori tempo massimo dall'esordiente John Patrick Kelley. Dove Vince Vaughn, vagabondo in canottiera travestito da Marlon Brando come per un ballo in maschera, arriva in un borgo del Texas e si impiglia nelle trame di Kate Capshaw (nella vita signora Spielberg), baronessa del bestiame e perfida castratrice del figlio Jeremy Davies. Vince resiste alle oscene brame della matriarca fumatrice e alcolista e si fa paladino del riscatto dell'imbranato Jeremy, ma viene ricattato perché ha uno scheletro nell'armadio, come del resto la sua persecutrice che arriva da una storia di incesti e violenze da oscurare il record degli Atridi. L'orrendo intrigo culmina in un paio di suicidi, che si aggiungono a quelli avvenuti nel prologo, mentre Vince fugge stralunato in compagnia della morbida salvatrice Ashley Judd. Il tutto in un contesto manieristico incredibile e insopportabile, recitato male e girato senza grazia. E poiché la storiaccia non si discosta granché da Pelle di serpente o da La gatta sul tetto che scotta, possiamo concluderne che quelle si accettavano e questa no perché là c'era (e non è poco) la vertiginosa bravura stilistica e la qualità poetica della scrittura di un drammaturgo che resta fra i grandi del secolo. Qui siamo sul terreno dell'imitazione, ingenua o presuntuosa, e il risultato è quello che è".(Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 18 luglio 1998)
CURIOSITÀ SU LE LOCUSTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 54MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA NELLA SEZIONE MEZZOGIORNO (1997).- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI LE LOCUSTE