LA TRAMA DI LANTANA
Lantana, film thriller diretto da Ray Lawrence, racconta la storia di Leon Zat (Anthony LaPaglia), un poliziotto che vive a Sydney, in Australia, sposato con Sonja (Kerry Armstrong) e padre di due figli. Una sera l’uomo decide di concedersi una scappatella con Jane (Rachael Blake), una single appena conosciuta durante una lezione di salsa. Nel frattempo la moglie, che si accorge che qualcosa non va nel suo matrimonio, decide di affidarsi a una psicologa, Valerie Somers (Barbara Hershey). Anche la dottoressa sta attraversando un periodo difficile: sua figlia di undici anni è morta e suo marito John (Geoffrey Rush) non accetta che lei abbia scritto un libro sulla tragedia.
Tutto si complica quando una notte la psichiatra fa un incidente e finisce con la macchina in una scarpata. Prova a chiamare qualcuno che la soccorra e lascia uno strano messaggio in segreteria. Poi vede un’automobile che sembra volerla aiutare e, improvvisamente, di lei non si hanno più tracce. Più tardi Jane assiste a una scena piuttosto strana: vede il suo vicino di casa fare rientro e, sconvolto, lanciare una scarpa da donna dall’altra parte della strada. Leon, incaricato di indagare sulla scomparsa di Valerie, scoprirà di essere coinvolto nel caso più di quanto crede…
RECENSIONE
"Si chiama 'Lantana', dal nome di un'erba aromatica e nociva. Arriva, premiatissimo, dall'Australia. Lo ha diretto un certo Ray Lawrence, da una sceneggiatura perfetta di Andrew Bovell. Ed è uno dei più bei gialli della stagione. Anche perché è un giallo dell'anima, costruito a cerchi concentrici, senza spari, azione o ritmi frenetici. La scena più violenta è l'urto frontale fra due uomini di mezz'età che fanno jogging. L'unico cadavere appare nella prima inquadratura. Per il resto toccherà a noi scoprire il come e il perché di quella morte, aggirandoci fra coppie suburbane variamente ma tenacemente infelici. Un poliziotto che tradisce la moglie e finisce per fare amicizia col marito della sua amante. Una psicoanalista che ha perso una figlia di 11 anni. Un marito che non la capisce più. Un paziente che si vanta delle sue imprese gay con uomini sposati. Dei vicini di casa che sanno (quasi) tutto ma non capiscono (quasi) niente. Proprio come noi, persi in questa congiura delle apparenze, dove ogni immagine ha il suo rovescio, ogni sospetto ne cela un altro. Fermo, dolente, sorretto da un magnifico cast. Magistrale". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 aprile 2002) "Il film australiano molto premiato vuol essere un thriller psicologico sull'amore. (...) Il film si ispira a una commedia andata in scena a Sydney nel 1996, scritta dallo sceneggiatore Andrew Bovell, intitolata significativamente 'Speeking in tongues'". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 aprile 2002)"Il regista e lo sceneggiatore riescono, con l'ottima interpretazione di tutti gli attori, a plasmare la struttura a più livelli del film, a valorizzare le diverse identità e a tessere i vari fili di una storia, viscosa e tracimante, nella quale la persistenza del cinema resiste". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 28 aprile 2002)"La regia resta guardinga, quasi sempre fedele ai teoremi della geometria catodica e si spinge a osare solo tra gli spazi angusti dove con lenti e sospesi movimenti di macchina scopre indiscrete porzioni di fuoricampo. Sono probabilmente questi i momenti migliori del film in cui emerge la sensazione di un'inevitabile violazione degli spazi e delle parole, una forma di virulenza sottile connaturata nelle dinamiche di tutti i rapporti interpersonali. Una sorta di violenza di gruppo in cui i personaggi, al contempo vittime e carnefici, restano invischiati fino al giro(in)tondo del video clip finale, forse consolatorio, ma senz'altro segnato dallo spettro cupo di un interminabile falso movimento". ( Fabrizio Jevolella, 'Duel', 1 aprile 2002) "Thriller di coppie a pezzi e sale da ballo di periferia, ma non è 'Ultimo tango a Parigi'... (...) Né da prendere, Né da lasciare, ma toccante per il colore tenue, nel quale fonde suspense e psicologia". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 26 aprile 2002) "'Lantana' è tratto da un testo teatrale e diretto da Ray Lawrence, regista pubblicitario australiano che pone particolare cura nella fotografia, nella scelta delle luci, nella creazione di un'atmosfera claustrofobica e chiusa. I risultati sono assai deprimenti; e non tanto dal punto di vista della qualità cinematografica, più che accettabile, quanto per il tono programmaticamente lugubre con cui vengono messi in scena i rapporti di alcune coppie, quelli interpersonali in generale e una Sidney da suicidio, dove a nessuno verrebbe mai in mente di andare a vivere". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 aprile 2002
CURIOSITÀ SU LANTANA
Il film è basato sull'opera teatrale Speaking In Tongues di Andrew Bovell.
Ha vinto ben sette premi agli Australian Film Institute Awards (2001) e ha ricevuto una nomination ai Nastri d’Argento nel 2002.
Glenn Robbins è stato preso in considerazione per il ruolo principale del detective Leon Zat, ma alla fine è stato scelto Anthony LaPaglia.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI LANTANA
PREMI E RICONOSCIMENTI PER LANTANA
Nastri d'Argento - 2002
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 2002
- Candidatura regista del miglior film straniero a Ray Lawrence