La piccola bottega degli orrori è un film del 1986 diretto da Frank Oz.
Il protagonista della vicenda è Seymour Krelborn (Rick Moranis), commesso del negozio di fiori del signor Mushnik (Vincent Gardenia) a New York. Seymour è segretamente innamorato della collega, Audrey (Ellen Greene), fidanzata con l’odioso dentista Tony Scrivello (Steve Martin).
Quando il negozio rischia di chiudere per mancanza di clientela, Audrey suggerisce a Seymour di esporre al pubblico la bizzarra pianta carnivora che ha rinominato ‘Audrey II’.
La pianta riscuote un discreto successo tra i clienti ma ben presto il suo possessore scopre che, per sopravvivere, Audrey II deve nutrirsi di sangue umano.
Seymour inizia così a somministrarle un po’ del suo sangue ma l’avida pianta pretende un sacrificio ben più considerevole. Sebbene sia inizialmente inorridito dalla richiesta, Seymour decide di accontentarla uccidendo Scrivello, così da punirlo per il crudele atteggiamento che riserva ad Audrey.
Giunto nello studio del suo rivale, l’uomo sta per rinunciare al suo piano quando Scrivello ha un incidente e muore.
Mentre Seymour approfitta della situazione per macellare il suo corpo e nutrire Audrey II, Mushnik sorprende il suo dipendente e fugge terrorizzato.
Per evitare di essere consegnato alle autorità, Seymour fa in modo che Audrey II si nutra di Mushnik e progetta di fuggire con Audrey lontano da New York. Ma la pianta carnivora non ha intenzione di perderlo e, approfittando della sua assenza, tenta di uccidere la ragazza...
"Qua e là lo ammetto, mi sono divertito, perché le canzoni - sottotitolate e non doppiate - sono piacevoli, perché i personaggi principali sono sbozzati con modi coloriti, perché la situazione di base, pur derivata in pieno dai temi dell'orrore, riesce a poco a poco a trasformarsi quasi in una beffa. Nel suo insieme, però, il film è fiacco, lo stile della regia (non so chi sia questo Oz) esita troppo spesso fra il reale e il surreale e la recitazione degli attori, anche se attenta, risulta quasi ad ogni scena vittima proprio di queste esitazioni. Tra i più plausibili, però, vorrei citare Rick Moranis, quello di 'Ghostbusters', nei timidi spaventi e negli amori sospirosi del piccolo fioraio, Ellen Greene, la bionda commessa che tende a rifarsi al tipo classico hollywoodiano delle svampite, e Vincent Gardenia, un po' bonario e un po' orco nelle vesti del proprietario del negozio. Il dentista che terrorizza con i suoi furori la commessa è Steve Martin. Le pagine in cui, nel suo studio, con trapani e tenaglie esercita il suo sadismo ai danni dei suoi pazienti sono i momenti forse più caricaturali del film. Con orrori di contorno che sembrano citazioni di Corman." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 Settembre 1987)"'La piccola bottega degli orrori', tratto da un successo off Broadway che a sua volta riprendeva un misconosciuto film di Roger Corman, non vanta una storia spettacolare né una recitazione uniforme. Vive delle piccole trovate. dell'efficace supporto musicale di Goodman e Menken, dell'aria sofisticata che pervade ogni inquadratura e anima ogni trovata. Spiritosa la regia di Frank Oz, l'inventore dei Muppets ed elegante il trucco di Lyle Conway (Dark Crystal). Rick Moranis ed Ellen Greene fanno con garbo gli amanti timidi." ('La Stampa', 23 Settembre 1987)"La favoletta della pianticella vampira piovuta dallo spazio e raccolta da Seymour, imbranato pollice verde e commesso di un decrepito negozio di fiori dei bassifondi, in sé non ha nulla di nuovo o particolarmente eccitante. Nel mentre fa la fortuna del proprietario del negozio, costituisce un problema, una ferita aperta per Seymour, il quale, avendo scoperto che la pianta è antropofaga ed ama il sangue, deve purtroppo provvedere a soddisfare la sua voracità, sempre più incontenibile, come le sue dimensioni. Prima basta qualche goccia di sangue che Seymour fa cadere dalle sue dita, poi finiscono fagocitati dalla pianta il teddy-boy dentista, fidanzato di Audrey, la commessa del negozio, ed il proprietario del negozio stesso. Poi nella trama passano vari temi come la storia del giovane povero che conosce infine l'amore (per Audrey) ed il successo, qualche sberleffo agli amanti del verde, una gustosissima caricatura del macho matto (il dentista sadico) e dei rosei sogni familiari dell'americano medio, l'orrore, sotto il segno del divertimento, per la cosa venuta dallo spazio (ricordate i baccelli del film 'L'invasione degli ultracorpi' di Siegel?). Ma il clou del film è la pianta, la creatura inventata da Lyle Conway e gli effetti speciali che le fanno da coro nel pirotecnico finale." (Fabio Bo, 'Brescia Oggi', 1 Novembre 1987)
Il film è ispirato all’omonimo musical di Alan Menken e Howard Ashman, a sua volta tratto dal film omonimo diretto da Roger Corman.
Il film fu candidato agli Oscar per ‘Migliori effetti speciali’ e ‘Miglior canzone originale’.
Prima di assegnare il ruolo di Audrey a Ellen Greee, che interpretava la parte nel musical di Broadway, Frank Oz aveva proposto la parte a Cyndi Lauper.
Testo Omonimo Di Charles B. Griffith
Attore | Ruolo |
---|---|
Rick Moranis | Seymour Krelborn |
Ellen Greene | Audrey |
Vincent Gardenia | Mushnik |
Steve Martin | Crin Scrivello |
Tichina Arnold | Crystal |
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