Un produttore cinematografico, noto per la sua spregiudicatezza e per la sua mancanza di scrupoli, trova “fortunosamente” una location a buon mercato per un film da far dirigere a un regista non più giovane ma dalla coscienza immacolata: una splendida villa immersa in un parco del viterbese. Quando il produttore, insieme ad alcuni attori e al regista, si trasferisce nella villa per la preparazione del film, incontra la proprietaria, Anna, una donna sofisticata, non più giovanissima ma ancora molto bella, che vive sola nella villa in compagnia del suo enigmatico maggiordomo, Raffaele. La finzione del mondo del cinema riverbera negli atteggiamenti e nei rapporti dei suoi protagonisti rivelando senza pietà la sua incresciosa bassezza. Ma la “vita vera”, quella che dovrebbe essere rappresentata da Anna e da Raffaele, si rivelerà non meno finta di quella cinematografica: gli ospiti “cinematografari” non sono lì per caso. Dietro la loro presenza c’è una vendetta in attesa di essere compiuta, e che si compirà, certo, a scapito della vittima designata. Ma in un mondo come quello del cinema, dove tutto è finzione, può la morte essere reale