Dopo l'8 settembre 1943, i soldati abbandonano i loro reparti e ritornano alle loro case. Cesare ritorna al suo paese natale e lo trova pieno di sfollati, poveri e ricchi. Il giovane amoreggia con Laura, una sartina, ma non sa resistere alle lusinghe di Matilde, ricca proprietaria e donna sposata, della quale diviene l'amante. Un giorno che i partigiani calano in paese per impadronirsi di un camion di farina, Cesare s'unisce ai vecchi amici e fugge sulla montagna. Nel frattempo arrivano i tedeschi che mettono un presidio nel paese e compiono un vero saccheggio. In seguito alla fucilazione di Don Camillo, il parroco del paese, e alla sollevazione di Milano, gli abitanti del paese e gli operai della fornace insorgono contro i tedeschi. Questi minacciano di far saltare in aria il paese ma sono battuti e cacciati dai partigiani. Matilde, la ricca proprietaria, sentendosi coinvolta nella rovina della classe sociale cui appartiene, sfida il fuoco della battaglia e muore. Mentre il padrone della fornace si dà da fare per acquistare meriti partigiani e il fratello di Cesare, filotedesco, viene ucciso, Cesare riabbraccia la sua sartina.
"II difetto organico del film non consiste, come ha scritto tanta gente, nel fatto che la polemica sociale, che vi è sottintesa, è basata su accuse inconsistenti, su caratteri astratti, su circostanze che non hanno riscontro [...] ma nel fatto che la fantasia, la forza motrice del regista Vergano, non sono riuscite a rendere corpulente, per dirla col Vico, efficaci e correnti quelle grottesche immagini borghesi. II dialogo reticente e l'interpretazione, approssimativa e distratta, non han giovato a dar carne sangue e nervi alla volonterosa (e per certi versi ispirata) regia di Vergano." (P. Bianchi, 'Candido', 18/1/1947)"II film si propone di esaltare la resistenza; ma non risulta sempre efficace, fatta eccezione per alcune sequenze, che si distinguono per il loro vigore drammatico, come quella relativa alla fucilazione di Don Camillo. Il tono troppo apertamente polemico del racconto fa sì che il film non possa assumere il significato di un valido messaggio umano." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. XXXVI, 1954)
- NASTRO D'ARGENTO PER PARTICOLARI VALORI ESPRESSIVI E A MASSIMO SERATO COME MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA.
Attore | Ruolo |
---|---|
Elli Parvo | Matilde |
Lea Padovani | Laura |
Vittorio Duse | Cesare |
Ada Cristina Almirante | Contessa |
Checco Rissone | Mario |
Carlo Lizzani | Don Camillo |
Gillo Pontecorvo | Pietro |
Egisto Olivieri | Padre di Cesare |
Marco Sarri | Spartaco |
Riccardo Tassani | Stefano |
Mirko Ellis | Ufficiale Tedesco |
Ruggero Jacobbi | Federale fascista |
Lia Gollmar | Nevri |
Aldo Vergano | Ferroviere |
Giuseppe De Santis | Tonino |
Alfonso Gatto | Macchinista |
Raf Pindi | Guido |
Massimo Serato | Maggiore Heinrich |
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 1947