Il Giurato, il film diretto da Brian Gibson, vede protagonista Annie Laird (Demi Moore), una giovane donna, madre single del dodicenne Oliver (Joseph Gordon-Levitt), che vive facendo la scultrice.
La sua monotono vita viene sconvolta il giorno in cui viene scelta come giurato in un processo contro il temibile boss mafioso Louie Boffano (Tony Lo Bianco).
Ad averla scelta per far parte della giuria sono stati proprio i malavitosi al servizio di Boffano. In particolar modo, a studiarla a lungo è stato il misterioso "Maestro" (Alec Baldwin) uomo tanto affascinante quanto pericoloso, che ha finito per plagiarla a sua insaputa, grazie a mille astuzie. Ben presto Annie scoprirà però in quale incubo sia finita: se Boffano verrà condannato sarà Oliver a pagarne il prezzo con la sua propria vita. Da quel momento la donna non viene mai lasciata da sola, sorvegliata dai criminali grazie sofisticati strumenti e pedinata da Eddie (James Gandofini), l'autista del boss mafioso.
Annie sembra non avere scelta se vuole salvare il figlio: dovrà fare l'impossibile cercando di influenzare gli altro membri della giuria per fare assolvere Boffano...
"Modesto giallo gruviera, sospeso tra il thriller psicologico e il dramma giudiziario, di evidente assurdità e pieno di incongruenze (si sono mai visti criminali così fessi?), comunque ben dotato di una discreta suspense. La sensuale Demi Moore e il burino rifatto Alec Baldwin si azzannano e tubano senza tregua per due ore, nemmeno sfiorati dal timore del ridicolo". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 6 maggio 2001)"La Moore è stata furba a scegliersi il film, che le permette di fare la sexy all'inizio (nel suo modo classico: mordicchiandosi l'unghia o ciucciandosi golosamente il dito), poi la vittima indifesa e infine la giustiziera casalinga, che praticamente obbliga lo spettatore a solidarizzare con lei. E' stata abile anche nella scelta del partner: quel bietolone di Alec Baldwin, inespressivo ad onta dei begli occhi cerulei, era l'ideale per lasciarla padrona del campo banalizzando un personaggio potenzialmente affascinante come il Maestro, superuomo nietzschiano e perverso pigmalione del crimine. Malgrado tutto questo spiegamento di astuzia, però, Il giurato resta un film convenzionale e poco eccitante, una produzione ricca (vedi la trasferta guatemalteca) ma con l'aspetto di una vecchia "serie B". Gonfiata come le forme di Demi e i muscoli di Baldwin. (la Repubblica, Roberto Nepoti, 1/5/96). Il tema centrale del film è la paura: come ottenere il totale controllo di un essere umano attraverso il terrore. Il Maestro è un sadico che ha l'ambizione di essere un personaggio sadiano. Purtroppo è affidato ad Alec Baldwin, uomo fascinoso e marito di Kim Basinger, ma tra i più detestabili attori americani della sua generazione. Poiché la protagonista è Demi Moore, bella mora e attrice di mezzi limitati, promossa negli anni Novanta al rango di diva, si può capire perché 'Il giurato' sia, più che un vero film, un Pif, un Prodotto Industriale di Finzione, di mediocre levatura e di ostentata velleità che, dopo un primo tempo di arrogante pesantezza, prende un po' d'aria e di ritmo avventuroso verso la conclusione quando l'azione si sposta da New York e dintorni nel Guatemala, trovato in Messico o ricostruito in studio. (Il Giorno, Morando Morandini, 27/4/96)."Il titolo può far pensare a un film sui processi, di quelli tanto in voga a Hollywood, e difatti di mezzo c'è anche un processo (a un boss della mafia), ma resta abbastanza in secondo piano, perché l'accento del film - sceneggiato da Ted Tally, quello del Silenzio degli innocenti, sulla base di un romanzo molto interessante di George Dawes Green - è tutto sul dilemma di una ragazza madre che, chiamata a fare il giurato in un processo, viene a poco a poco coinvolta in un gioco tutti trabocchetti che, ad opera di un subdolo mafioso, finisce per pretendere da lei un voto di assoluzione, pena la sua morte e quella del figlio dodicenne. (Il Tempo, Gian Luigi Rondi, 28/4/96).Il giurato, tratto dal romanzo di George Dawes Green (edito da Baldini & Castoldi), è impastato di quei gusti cinematografici che, nell'ambito del thriller contemporaneo, vanno oggi per la maggiore: il cattivo è uno psicopatico affascinante e intelligente, il rapporto tra vittima e carnefice si tinge d'ambiguità, d'implicite (o soffocate) attrazioni reciproche, l'atmosfera evoca aneliti metafisici (qui il taoismo, un tempio Maja nel Guatemala dove la vicenda vive il suo epilogo), la violenza psicotica esplode a ritmi cadenzati. Qualche idea originale qua e là: la Moore, che presto vedremo in Striptease dal quale ha ricavato un compenso di dodici milioni di dollari, è una scultrice dilettante che realizza scatole di legno da toccare e da esplorare con le mani, Baldwin ricopre il ruolo di villain con una certa (forse un po' vuota) eleganza. Meno elegante l'ideologia che sottende al film: il cittadino fa giustizia da solo e, per di più, la fa perché va dove lo porta il cuore (di mamma). (Il Messaggero, Fabio Bo, 6/5/96)
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di George Dawes Green
Attore | Ruolo |
---|---|
Demi Moore | Annie |
Alec Baldwin | Il Maestro |
Joseph Gordon-Levitt | Oliver |
Anne Heche | Juliet |
James Gandolfini | Eddie |
Fiona Gallagher | Agente |
Julie Halston | Inez |
Jack Gilpin | Contabile |
Polly Adams | Primo Giurato |
Frank Adonis | De Cicco |
Anne Bobby | Agente |
Michael Constantine | Giudice Weitzel |
Matthew Cowles | Rodney |
Tatt Craven | Boone |
Lindsay Crouse | Tallow |
Rosemary De Angelis | Signora Riggio |
Tony Lo Bianco | Louie Boffano |
Charlie Landry | Musicista |
Gary R. Wordham | Uomo |
Chuck Cooper | Agente Di Cambio |
James Michael McCauley | Carew |
Robin Moseley | Guardiana |
Joseph Perrino | Thomas Riggio |
Michael Rispoli | Joseph Boffano |
Tom Signorelli | Ferramenta |
Todd Susman | Bozeman |