Il camorrista è un film del 1986 diretto da Giuseppe Tornatore.
La storia segue le vicende del Professore (Ben Gazzara), boss della camorra, stimato e temuto da tutti nel giro della malavita. Il suo nome comincia a circolare quando viene condannato a trent'anni di galera, reo di aver ucciso un ragazzo che aveva toccato sua sorella Rosaria (Laura del Sol). In carcere si guadagna il rispetto anche grazie alla sua cultura e sfidando Don Antonio "O' Malacarne" (Lino Troisi), diventa il capo di tutti i detenuti.
È allora che decide di dare vita al suo piano: fondare la Nuova Camorra Riformata, arruolando migliaia di criminali che già trafficavano in Campania. Avviato il giro, gli resta solo una cosa da fare: uscire dalla galera. Per farlo riesce a ottenere l’infermità mentale con perizie false e si fa trasferire al manicomio, dal quale scappa qualche tempo dopo senza alcun ostacolo.
Divenuto latitante, stringe legami anche con Cosa Nostra statunitense grazie a Frank Titas, boss della mala milanese. Tutto precipita proprio quando il Professore arriva al culmine della sua ascesa: la sua organizzazione, troppo forte sul territorio, induce alcuni clan storici napoletani a staccarsi e formare un nuovo cartello...
"Sarebbe ardito annoverare 'Il camorrista' tra i film d'autore, visto che è una saga di stereotipi, a cominciare dall'avvertenza iniziale che lo definisce un tentativo di affresco 'contro la violenza e la sopraffazione'. Ciononostante, l'esordio nel lungometraggio di Giuseppe Tornatore (che si fece le ossa con 'Cento giorni a Palermo' di Giuseppe Ferrara) non è trascurabile. Il ritratto del professore, nell'ordine psicologico e comportamentale, il suo ambiguo rapporto con la sorella, le trame che possono avere legato camorristi, servizi segreti, parlamentari, certi sinistri compromessi fra la malavita e le forze dell'ordine, tutto il sistema di favori e minacce che devasta il nostro tessuto sociale sono rappresentati con un piglio didascalico efficacemente popolare. Avendo per modello 'Il Padrino', ma provandosi a coniugare il cinema sociale alla Francesco Rosi e alla Damiani col melodramma, il giallo d'azione, l'avventuroso e il carcerario, Tornatore rivela già alla prima prova di saper confezionare uno spettacolo che magari come italiani ci lascia ancor più depressi ma ci coinvolge in quella spirale di barbarie. Alla quale conviene, proprio per il suo manierismo, persino l'interpretazione di Ben Gazzara, istrione d'alta scuola con al fianco una Laura Del Sol di doverosa durezza e caratteristi eccellenti fra cui primeggia Nicola Di Pinto nei panni del braccio destro del professore. Ben servito dalla fotografia di Blasco Giurato, dalle scenografie di Osvaldo Desideri, dalla musica di Nicola Piovani, 'Il camorrista' dura oltre due ore e mezzo, ma chi fosse ancora attratto dal mito del furfante ne aspetti la versione Tv. Avrà doppia dose, in cinque puntate." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 28 Novembre 1986)"Aiutato dalle musiche funzionali di Nicola Piovani, Tornatore traccia il suo affresco di sangue, violenza abominio con corposa evidenza, plastica suggestione e sagace ricorso agli stereotipi che ribadiscono un sistema di attese. C'è anche una colorita galleria di personaggi minori tra cui spicca il suo fido aiutante, interpretato da un ottimo Nicola Di Pinto. 'Il camorrista' non è fatto per piacere allo spettatore piccolo e medio borghese, che probabilmente lo giudica rozzo, inverosimile ed enfatico. Piacerà in alto e in basso, al pubblico della provincia e agli spettatori colti in grado di capire - il primo per istinto, i secondi per conoscenza - quanto sia vicino alla realtà questo - melodramma romanzesco. Non è escluso che troverà il suo vero successo quando sarà messo in onda da Canale 5 nell'edizione di cinque ore." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 1 Dicembre 1986)"Il film di Tornatore è tutto qui, in questa storia drammatica, difficile, tormentata, che ha segnato in modo indelebile la vita di una città martoriata come Napoli, col suo hinterland (omicidi, traffici illeciti, carceri, terrorismo, disoccupazione, processi, droga) con i suoi personaggi che conducono - inevitabilmente - alla figura di Cutolo, il boss di Ottaviano ('o professore vesuviano') un po' mitizzato, quasi alla stregua di un vero e proprio padrino, di coppoliana memoria. Narrato con un certo ritmo e non privo di scene ed elementi spettacolari, il film di Tornatore mostra però la corda nel disegno troppo rozzo ed enfatizzato dei personaggi, nelle scene di cruda ed efferata violenza, nelle conclusioni pessimistiche, amare su un fenomeno endemico, che ha radici difficilmente sradicabili, a detta del regista. Intensa e vigorosa, nei panni del boss camorrista, l'interpretazione di Ben Gazzarra, mentre Laura Del Sol è la sorella Rosaria. Da citare, tra gli altri, le prove di Leo Gullotta, Lino Troisi, Nicola Di Pinto." ('Il Tempo', 28 Settembre 1986).
La pellicola è tratta dall'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo sulla figura di Raffaele Cutolo.
Il film ha vinto il Premio Flaiano per la sceneggiatura a Giuseppe Tornatore e ha ottenuto una candidatura ai Nastri d’Argento al miglior regista esordiente e ai David di Donatello per il migliore attore non protagonista a Leo Gullotta.
Fu girato in venti settimane, soprattutto a Napoli. Per evitare inconvenienti durante la lavorazione, sul ciak veniva scritto il titolo "La Febbre".
Attore | Ruolo |
---|---|
Ben Gazzara | Il "Professore" |
Laura del Sol | Rosaria |
Leo Gullotta | Commissario Iervolino |
Marzio Onorato | Salvatore |
Luciano Bartoli | Ciro Parrella |
Nicola Di Pinto | Alfredo |
Maria Carta | La madre |
Lino Troisi | O' Malacarne |
Franco Interlenghi | Don Saverio |
Anita Zagaria | Anna |
Cloris Brosca | Cettina |
Ecco tutti i premi e nomination David di Donatello 1987
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 1987