Guido, da anni di lavoro all'estero, torna a Milano e apre un'orologeria. Ma l'uomo trova l'Italia cambiata piena di taglieggiatori, estremisti e rapinatori che lo terrorizzano.
Il perfetto manifesto del qualunquismo nazionale. Un film che propone un moralismo da romanzo d'appendice oltre alle solite smorfie di Villaggio. Se erano talenti, sono andati sprecati. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv). Con un Paolo Villaggio insolitamente senza sale e ripetitivo, il film è un limitativo e qualunquistico compendio di alcuni mali dell'Italia d'oggi. La vicenda è priva di un certo mordente e assai poco comica. (Laura e Morando Morandini, Telesette)
COLL. AL SOGG. E ALLA SCENEGG.: PAOLO VILLAGGIO, LUCIANO SALCE.