Durante la prima guerra mondiale, in seguito ad un improvviso ripiegamento delle truppe italiane, Luisa, moglie di un ufficiale, e la sua giovane cognata Clara vengono sorprese nella loro villa da una pattuglia austriaca e subiscono gli oltraggi e le violenze della soldatesca. La figlia decenne di Luisa, in seguito alle emozioni di quella notte, perde la parola. Le due donne riparano a Verona, dove sono ospiti di una nobildonna e, dopo qualche tempo, Luisa s'accorge con terrore di essere incinta. Suo marito è all'ospedale, essendo stato ferito, e Luisa non ha il coraggio di rivelargli la tragica verità. Disperata, ella tenta di uccidersi: un medico, vedendo in lei i sintomi di un grave perturbamento psichico, acconsente a liberarla del figlio concepito nell'odio e nella violenza. Anche Clara è rimasta incinta; ma il sentimento della maternità è in lei così forte che, benché ami Franco, il suo fidanzato, prigioniero del nemico, ella acconsente a divenire madre. L'avanzata dell'esercito italiano permette alle due donne di tornare alla loro villa; ma Clara è schernita dai paesani, che non le perdonano di avere accettato il figlio dell'invasore. Luisa le fa capire di non poterla più ospitare perché il suo bimbo le ricorda l'onta subita. La povera Clara si rifugia in casa di Teresa, la levatrice, l'unica che si mostri comprensiva. Anche Franco, quando ritorna dopo l'armistizio, benché riconosca la non colpevolezza di Clara, si sente incapace di perdonarle e di accettare il bambino. In preda alla disperazione, la donna vuol lasciare il paese, ma la gente la rincorre schernendola. Mentre cerca di proteggere il suo bimbo Clara, che sta scendendo una scala, perde l'equilibrio e cade ferendosi mortalmente. Franco, pentito, corre al suo capezzale e, alla presenza di Luisa, la sposa in extremis, promettendole di aver cura del bimbo.
"Un altro film abbastanza rivelatore per Matarazzo (...) che ha come tema l'aborto sullo sfondo della prima guerra mondiale. La guerra è trattata da Matarazzo come cornice, e perciò senza difficoltà ridotta a "cartolina illustrata" (...). Il film è dal punto di vista ideologico solo in parte riuscito, ma è estremamente generoso, da parte di Matarazzo, di superare i limiti di una cultura fondamentalmente idealistica, crociana." (A. Aprà, Neorealismo d'Appendice, Guaraldi, 1976).
Tratto dal romanzo "Vae Victis" di Annie Vivanti
Attore | Ruolo |
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Lea Padovani | Luisa |
Anna Maria Ferrero | Clara |
Clelia Matania | Teresa |
Pierre Cressoy | Franco |
Camillo Pilotto | Dott. Bonechi |
Paola Quattrini | Mirella Figlia Di Luisa |
Giulio Ottavi | Giovanni Figlio Di Clara |
Gualtiero Tumiati | Don Marzi |
Rolf Tasna | Claudio |