Fievel sbarca in America, il film d'animazione del 1986 diretto da Don Bluth e prodotto da Steven Spielberg, racconta il sogno americano in versione cartoon. Nella Russia di fine ‘800, all’interno della casa della famiglia umana dei Moskowitz, la famiglia di topini ebrei Toposkovich sta celebrando Hanukkah. Il papà (voce originale Nehemiah Persoff) dona il cappello a suo figlio Fievel (voce originale Phillip Glasser) mentre gli racconta degli Stati Uniti, il Paese dei sogni dove non esistono i gatti. La festa viene interrotta drammaticamente dall’arrivo dei cosacchi che incendiano le case in un pogrom contro gli abitanti ebrei, mentre i gatti dei cosacchi attaccano i topi del villaggio. Per questo motivo, la casa di Moskowitz, insieme a quella dei Toposkovich, viene distrutta.
La famiglia di topini va ad Amburgo per imbarcarsi su un piroscafo diretto a New York. Tutti i topi a bordo sono felici al pensiero di andare in America, dove finalmente non ci sarà nessun gatto a perseguitarli. Durante il viaggio, una tempesta scaraventa Fievel in mare, separandolo dalla sua famiglia che lo crede morto. Il piccolo, invece, si mette in salvo dentro una bottiglia che, galleggiando lo conduce proprio a New York, dove viene accolto da Henri le Pigeon (voce originale di Christopher Plummer), un piccione francese che gli spiega che nella vita non bisogna mai dire mai.
Ritrovata un pò di fiducia, il topino si mette in cerca della propria famiglia ed incontra una serie di personaggi straordinari, non sempre e non tutti buoni. Per prima cosa è abbindolato dal truffatore Lucky LoRatto (voce originale John Finnegan), che guadagna la sua fiducia e poi lo vende per farlo lavorare in una fabbrica. Da lì riesce a scappare grazie a Tony Toponi (voce originale Pat Musick), un furbissimo topo italiano di strada, e con lui si unisce a Bridget, una topina irlandese di cui Tony è innamorato che non si arrende alle ingiustizie e vuole organizzare i topi in una specie di lotta di classe.
Il giorno in cui i Mott Street Maulers attaccano un mercato di topi, Fievel capisce che la storia sul Paese dove non ci sono gatti è solo una favola. Ma ormai vuole continuare a combattere per i diritti dei topi e anche ritrovare finalmente la propria famiglia.
Dopo ventotto mesi di lavorazione, Don Bluth, ex Disney, ha sfornato un'ora e circa venti minuti di animazione di altissima qualità, sui modelli classici di Walt Disney, adatto a tutti i pubblici. I grandi tornano bambini. Da vedere. (Laura e Morando Morandini, Telesette) Dopo Brisby, il secondo lungometraggio di Don Bluth, cresciuto alla scuola di Walt Disney. Prodotto da Steven Spielberg il film si segnala per l'eccellenza del disegno e dell'animazione. La storia, però, è troppo realistica e priva di autentica fantasia. Certo, un prodotto come questo è di gran lunga preferibile a qualunque concorrente giapponese. (Francesco Mininni, Magazine Italiano tv)
Il brano Somewhere Out There di James Horner, Barry Mann e Cynthia Weil ha ricevuto la nomination all’Oscar e al Golden Globe come miglior canzone, categoria per cui è stata nominata e ha vinto il Grammy Award.
Il film ha ricevuto molte critiche positive per la grande qualità del disegno di animazione e per la caratterizzazione dei personaggi. In particolare è stata data attenzione ai personaggi non protagonisti, come dimostra la voce del famosissimo attore canadese Christopher Plummer nei panni del piccione Henri e il doppiaggio di Leo Gullotta nei panni di Tigre e Massimo Dapporto in quelli di Lucky LoRatto.
Attore | Ruolo |
---|---|
Phillip Glasser | Fievel (voce originale) |
Christopher Plummer | Henri le Pigeon (voce originale) |
Nehemiah Persoff | papà Mousekewitz (voce originale) |
John Finnegan | Lucky LoRatto (voce originale) |
Pat Musick | Tony Toponi (voce originale) |
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