Nell'ottocento alcuni giovani russi, rientrati in patria, dopo essersi esiliati in Svizzera, e fermamente risoluti a distruggere il regno zarista, preparano la rivoluzione con atti di terrorismo contro lo Stato. Di diversa estrazione sociale, fanno parte di questo gruppo di anarchici, tra gli altri, sia Sciatov, un onesto tipografo avverso ai delitti, sia Kirillov, un ex seminarista. Questi rivoluzionari sono guidati da due perversi fanatici: il forsennato Piotr ed il torvo Stavrogin, un aristocratico venerato come il profeta della rivolta, i quali non esitano a sacrificare i compagni più deboli pur di rafforzare i vincoli tra i cospiratori. Nel gruppo affiorano forti tensioni anche per i complessi rapporti personali: fatta uccidere da un sicario la propria moglie, una minorata fisica e psichica, Stavrogin, amante della moglie di Sciatov, propone a Piotr, gravemente offeso da questi, di farlo assassinare - incolpandolo falsamente di tradimento - dall'esaltato Kirillov. Questi, dopo essersi dichiarato per iscritto autore del delitto, muore suicida.
Inseriti in una adeguata cornice storica i drammatici episodi sembrano, a volte, appartenere ad un artificioso repertorio oleografico. I dialoghi, troppo spesso declamati, non sono privi di una certa enfasi nell'ammonimento a recuperare certi valori religiosi. (Segnalazioni Cinematografiche)
DIALOGHI: JEAN-CLAUDE CARRIERE.
DAL ROMANZO OMONIMO DI FEDOR MICHAJLOVIC DOSTOEVSKIJ
Attore | Ruolo |
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Jean-Philippe Écoffey | Pierre |
Isabelle Huppert | Maria Chatov |
Bernard Blier | Il Governatore |
Jutta Lampe | Maria Lebiadkine |
Laurent Malet | Kirilov |
Rémi Martin | Erkel |
Omar Sharif | Pr. Verkhovenski |
Lambert Wilson | Stavroguine |
Philippine Leroy-Beaulieu | Lisa |