LA TRAMA DI D'ANNUNZIO
1887. D'Annunzio è a Roma, marito e padre annoiato, con la prospettiva di un altro figlio in arrivo. Megalomane e candidamente squattrinato, passa senza apparente impegno da una città all'altra: giornalista, cronista mondano, saggista, critico d'arte, scrittore di opere trasgressive e scandalistiche, da un editore a un altro, dall'uno all'altro salotto. Sempre compìto ed elegante, affascina le nobildonne come le borghesi-bene insoddisfatte, con le sue maniere seducenti e il suo parlare levigato. Con una di queste donne, Elvira Fraternali Leoni, intesse un rapporto, all'inizio pieno di passione, in seguito sempre più di routine, fino a stancare la donna, che, pur essendosi privata per lui del marito e della sicurezza economica, lo abbandona in modo inatteso nella camera di una squallida locanda dei Castelli Romani, goffamente gabbato nella sua presunzione di irresistibile insostituibile "dandy".
RECENSIONE
"Aprite le porte dell'alcova, belle signore: arriva il vate in versione dandy. Cinque anni di un D'Annunzio da 'Novella 2000', insaziabile dongiovanni che, stando a Sergio Nasca, non doveva avere il tempo di buttar giù un verso. Bei costumi e dialoghi involontariamente comici. Lui è Robert Powell, già volto ascetico del 'Gesù' di Zeffirelli. La lei per più tempo in scena è Stefania Sandrelli, vestitissima, sia detto per gli improvvisati guardoni che, sognando una 'Chiave' bis, resterebbero con un palmo di naso". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 9 marzo 2001)
SOGGETTO DI D'ANNUNZIO
BASATO SUL TESTO DI PIERO CHIARA
INTERPRETI E PERSONAGGI DI D'ANNUNZIO