Clockers, film diretto da Spike Lee, vede protagonista Ronald Dunham, detto Strike (Mekhi Phifer), un giovanissimo clocker di diciannove anni che spaccia crack per vivere. Il suo boss, Rodney Little (Delroy Lindo), gestisce un esercizio commerciale che è in realtà una copertura ai suoi loschi affari di droga. L'uomo è come un padre per il ragazzo. Intorno al negozio girano due agenti di polizia, Larry Mazilli (John Turturro) e Rocco Klein (Harvey Keitel). Il fratello maggiore di Strike, Victor (Isaiah Washington), è invece una persona onesta che lavora duramente per prendersi cura della sua famiglia. Nel frattempo il giovane clocker conosce Tyrone (Pee Wee Love), un ragazzino di dodici anni che lo prende a esempio e decide di seguirlo per diventare come lui: gli insegna le regole della strada e lo fa stare a casa sua. Un giorno Rodney dice a Strike che se vuole diventare qualcuno nel loro mondo deve fare qualcosa di più. Così gli ordina di uccidere Darryl Adams (Steve White), un dipendente del suo fast food che ruba parte dei guadagni del locale.
Il ragazzo accetta e si apposta fuori dal ristorante per assolvere al suo dovere. Quando Darryl esce, però, un colpo di pistola lo uccide. Non appena il cadavere viene ritrovato, pieno di buchi di proiettile, l'agente Klein comincia le indagini sospettando che l'autore dell'omicidio sia proprio Strike. Sorprendendo tutti, però, Victor si consegna dichiarando di essere lui il colpevole ma di aver agito in realtà per legittima difesa. Il poliziotto non gli crede e decide di indagare a fondo per incastrare il ragazzo, costi quel che costi...
Spike Lee, in Clockers , propone la difesa dell'integrità della persona umana. Non lo fa con un retorico appello ai principi. Ci arriva, sicuro della bontà delle proprie ragioni, ricorrendo a un linguaggio cinematografico che rappresenta, e non la rimuove, la drammaticità di una situazione. Non approfitta neppure di certi risvolti romanzeschi (per l'assassinio del "disubbidiente" va in prigione il fretelli buono dello spacciatore) che lo sceneggiatore Richard Price gli aveva preparato. Li frantuma, li restituisce alla cronaca. La sua cinepresa, spostandosi nel quartiere, sostando fra gli spacciatori, non indietreggiando davanti ai corpi degli uccisi, raccogliendo frammenti dei dialoghi, fondendo piano visivo e piano sonoro (musica "rap"), ci spinge all'interno di un universo sporco, nel mezzo di episodi colti nel corso del loro svolgersi. Si badi, a prova della maturità narrativa di Lee, alla scena dello spaccio del "crack" con quel pellegrinaggio di compratori, con quello slogan di continuo ripetuto: "Prendi due e paghi uno". (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 31/10/95) Seguendo Keitel entriamo nel mondo di Strike, irretito da un boss della droga e, insieme, dalla furbizia del poliziotto che a poco a poco gli mette contro gli altri spacciatori constringendolo a una fuga ubriacante, inseguito da una macchina da presa impazzita, e da musiche sempre più eccitate dalla spirale destinata a travolgerlo. Anche se il delitto - come scopriremo alla fine - è stato commesso da un ragazzino insospettabile affascinato dai "clockers", e che tornerà alla vita normale dopo il riformatorio nella conclusione aperta alla speranza in cui si stemperano le rabbie d'uno Spike Lee costretto a descrivere il degrado del quartiere dov'è nato. Con Harvey Keitel, sullo schermo in un'infinità di film ma sempre interessante per la maschera spressivamente arcigna, John Turturro è un poliziotto magrolino ma possente quando deve fare a pugni, e l'attore di colore Mekhi Phifer lo sfortunato Strike. (Il Giornale, Alfio Cantelli, 27/10/95) Spike Lee, per la prima volta con una sceneggiatura non scritta da lui, stenta ad imboccare la strada che questa gli suggerisce, particolarmente nei momenti più dichiaratamente "allegorici", che egli si prova a piegare sul versante realistico e sé congeniale. Ma ciononostante, Clockers, nella sua commozione appena sfumata (la malattia che probabilmente ucciderà Strike), è un film notevole e un ulteriore tassello nella rappresentazione del malessere sociale della società americana, ammirevolmente interpretato da Harvey Keitel, John Turturro e dall'esordiente Mekhi Phifer nel ruolo di Strike. (La Gazzetta del Mezzogiorno, Vito Attolini, 28/10/95)
Il film è liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Richard Price. È stato presentato in concorso alla 52ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (1995).
Inizialmente Martin Scorsese doveva dirigere il film, ma ha dovuto rinunciare perché impegnato con le riprese di Casinò (1995).
Attore | Ruolo |
---|---|
Keith David | Andre' |
Harvey Keitel | Rocco Klein |
Delroy Lindo | Rodney Little |
Pee Wee Love | Tyrone |
Mekhi Phifer | Ronald £"Strike" Dunham |
Isaiah Washington | Victor Dunham |
John Turturro | Larry Mazilli |