Attraverso una serie di scene, ispirate a note canzoni, si rievocano successivamente vari episodi della vita italiana di questi ultimi cinquant'anni. Da "Amore Romantico", che canta l'idillio di due innamorati nella Roma dei primi anni del secolo a "Ninì Tirabuchon" e a "Scettico Blu", che ricorda l'era dei cafè chantants; dalla comicità di "Biondo Corsaro", d'"Ivonne", di "Ziki paki" a "Lodovico", "Biagio adagio", "Stramilano", espressione del periodo autarchico e dopolavoristico, si passa dall'euforia di "Vivere" e di "Faccetta nera" alla tristezza di "Tornerai" e infine, dopo i disastri della guerra, alla canzone "Munastero è Santa Chiara". Fanno seguito i ritmi frenetici delle danze d'importazione, provenienti dagli Stati Uniti.
"L'uzzolo nostalgico-retrospettivo che sta divorando i nostri cineasti ha suggerito, dopo 'Cavalcata di mezzo secolo' e 'Altri tempi' anche 'Canzoni di mezzo secolo' di Domenico Paolella. L'intenzione era analoga a quella del Blasetti del 'pot-purri' di canzoni di 'Altri tempi', appunto. E analogamente insufficienti sono i risultati, ad onta di ogni lodevole proposito. Rievocare mezzo secolo di vita e di costume italiano attraverso una scelta di canzoni rappresentative (...) era impresa attraente (...). Si passa dal bozzettismo alla goffa scopiazzatura di 'Sogni proibiti' (episodio di Rascel). Non manca qua e là qualche intuizione più risentita (...), ma il livello della realizzazione è anche in questi casi inadeguata. Tutto è tirato via alla carlona (...)."(G.C. Castello, 'Cinema', n. 99/100, dicembre 1952)
- SPEZZONI DI QUESTO FILM SONO STATI UTILIZZATI DALLO STESSO PAOLELLA NEL 1962 PER REALIZZARE IL FILM "CANZONI DI IERI, CANZONI DI OGGI, CANZONI DI DOMANI.