Un vedovo si lascia commuovere dalle manifestazioni di dolore di una falsa vedova incontrata al cimitero, la quale abilmente sfrutta la propria avvenenza per spillare quattrini a quanti han perso la moglie di recente.
"[...] Insomma è un bilancio da cui c'è ben poco di positivo da ricavare: certo ogni tanto si ride ma sono risate di cui, in fondo, ci si vergogna. L'immagine della donna come appare in questo film è quella di creatura del tutto sprovvista di intelligenza e interamente in funzione delle linee curve del suo corpo. Ha la moralità di un gatto e appartiene al genere umano solo per un caso accidentale [...]". (M. Vicini, "Noi Donne", aprile 1964).