A Good Marriage: il film dal racconto di Stephen King ispirato alla storia di un vero serial killer
Dalla raccolta "Notte buia, niente stelle", Peter Askin adatta una storia sceneggiata dallo stesso Stephen King e affida ad Anthony La Paglia un personaggio ispirato a Dennis Rader e a Joan Allen quello dell'inconsapevole moglie, che all'improvviso scopre la verità.
Tra gli innumerevoli adattamenti di romanzi o racconti del maestro della paura Stephen King, popolare oggi come non mai, c'è anche A Good Marriage, il film del 2014, che Peter Askin ha tratto dalla storia “Un bel matrimonio", contenuta nella raccolta composta da 4 racconti lunghi "Notte buia, niente stelle” pubblicata nel 2010. Quanto conosciamo, si chiede lo scrittore del Maine, le persone che ci stanno accanto? E può un bravo marito e padre amorevole, una persona che conosci praticamente da sempre, essere un serial killer? Decisamente sì, stando ai tanti casi di cronaca nera che ci raccontano storie che sembrano incredibili.
Nel film, Joan Allen è la moglie che scopre per caso che il marito - interpretato dall'attore australiano Anthony La Paglia - che ha sempre creduto perfetto è in realtà un serial killer. Per quanto lo svolgimento sia diverso - soprattutto nella conclusione - da quanto avvenuto nella realtà, King ha dichiarato che ad averlo ispirato - cosa che gli accade raramente - è stata la storia di Dennis Rader, uno dei più terribili serial killer degli Stati Uniti, e della sua inconsapevole famiglia. Queste le sue parole in merito: "Paula Rader è stata sposata con quel mostro per trentaquattro anni, e nella zona di Wichita, dove Rader agiva, molti si rifiutano di credere che abbia potuto vivere con lui e non sapesse cosa stava facendo. Io l'ho creduto subito, lo credo ancora e ho scritto questo racconto per capire cosa accadrebbe se una moglie scoprisse all'improvviso l'orribile hobby del marito. L'ho scritto anche per indagare l'idea che sia impossibile conoscere a fondo qualcuno, comprese le persone che più amiamo".
Vi riassumiamo questa tremenda storia vera, e le reazioni della figlia di Radner alla notizia del racconto e del film.
Chi era il vero Dennis Rader, serial killer e amorevole marito e padre
Come direbbe forse Carlo Lucarelli "questa è una storia terribile. La storia di una donna sposata per 34 anni a sua insaputa con un uomo malvagio e di una figlia che a 26 anni scopre che l'amorevole papà che l'ha accompagnata all'altare è in realtà un mostro”. Dennis Rader ha tenuto in scacco la polizia di Wichita, nel Kansas, uccidendo orribilmente - per lo più tramite lento strangolamento - 10 persone tra il 1974 e il 1991. Contrariamente ad altri serial killer, ha avuto un lungo periodo di pausa, durato dieci anni, è stato finalmente catturato nel 2005 e sta scontando l'ergastolo. Rader era sposato da oltre trent'anni con la stessa donna che non aveva la minima idea dell'altra identità del marito, da cui aveva avuto due figli, un maschio e una femmina. Come molti suoi scellerati colleghi era abilissimo a mimetizzarsi nella società: presidente della chiesa luterana locale, acchialappiacani e capo boy scout, quest'affabile e stempiato signore nel periodo di massimo allarme per le sue imprese installava sistemi di sicurezza nelle case della gente terrorizzata ed era addetto al censimento. Nessuno sospettava che la sua immagine di persona normale e affabile nascondesse un alter ego oscuro, che fin dall'infanzia aveva sfogato le sue pulsioni su animali indifesi e che era tormentato da fantasie sadomasochiste. Da adulto era solito vestirsi con abiti o biancheria femminili (spesso delle sue vittime), mentre si provocava l'auto asfissia erotica (se avete visto l'ultima stagione di Mindhunter sapete di cosa stiamo parlando). Nel 1974, già sposato e giovane padre, mette alla fine in atto le sue fantasie sterminando un'intera famiglia di quattro persone, inclusi due bambini di 9 e 11 anni: unico sopravvissuto il figlio di 10 anni che scopre i corpi dei suoi tornando da scuola. In cerca di attenzione come quasi tutti i serial killer, Rader inizia a scrivere lettere, la prima delle quali, indirizzata a una stazione televisiva locale, include il nome BTK, acronimo di “lega, tortura e uccidi”, con cui descrive il suo modus operandi e con cui viene da allora chiamato. Le sue lettere deliranti contengono anche un poema e attribuiscono i suoi delitti a un misterioso fattore X che lo accomuna ad altri celebri assassini. Rader è abile ad entrare nelle case vuote: una volta dentro, si nasconde in uno sgabuzzino o in un altro posto, finché le sue vittime non rientrano e le coglie nel sonno o quando sono più indifese. A volte qualcuno gli sfugge: quando una donna tarda troppo a rientrare, lui si stanca e se ne va furibondo, sfogandosi con maggiore crudeltà sulle sue vittime successive. L'ultimo omicidio è del 1991 e nel 2004 il suo è ormai considerato un cold case, ma a sorpresa Radner ricomincia a scrivere lettere in modo compulsivo, di fatto guidando gli investigatori al suo arresto nel 2005, un vero e proprio fulmine a ciel sereno per la sua famiglia. La moglie ottiene un divorzio d'urgenza, cambia il cognome e, come i figli, entra in terapia psicologica.
La reazione di Kerry Rawson, figlia di Dennis Rader, contro A Good Marriage
Dopo la scoperta, la moglie di Radner viene letteralmente messa in croce perché nessuno crede che potesse ignorare chi era l'uomo che aveva sposato, cosa invece possibilissima grazie alla capacità di questi maestri della manipolazione. Per nove anni la famiglia Radner, nel tentativo di recuperare la propria salute mentale, mantiene il silenzio sulla vicenda, aiutata e protetta dalla incessante curiosità dei media, proprio dai poliziotti che hanno hanno catturato l'uomo. La figlia Kerry Rawson rompe però questo silenzio nel 2014, quando si torna a parlare del racconto di Stephen King per il fatto che ne verrà tratto un film, ispirato - sia pure senza riferimenti diretti - alla loro dolorosa vicenda. Queste sono le sue parole:
"Darà a mio padre un ulteriore motivo di orgoglio, e non ne ha assolutamente bisogno. È l'ultima cosa che dovrebbe avere. Quanti milioni di dollari possiede già Stephen King? Qualsiasi cosa guadagni da questa storia dovrebbe andare ai bambini e alle donne maltrattate o alla polizia".
Rawson confessa di esser stata una grande ammiratrice dello scrittore fino a quel momento e, a sorpresa, afferma che anche il padre ne era un avido lettore, insinuando che possa aver tratto spunto per i suoi delitti da qualcuna delle sue storie. "Ci sentiamo sfruttati, ci consideriamo l'undicesima famiglia vittima. Stephen King ha tutto il diritto di raccontare una storia, ma perché metterci in mezzo? Perché non si è fatto ispirare per un altro bel racconto senza dire da dove proveniva l'ispirazione?".
Difficile darle torto e non possiamo neanche immaginare la sua vita dopo la scoperta che il padre era un mostro in forma umana. Forse lo scrittore è stato indelicato, ma A Good Marriage è soltanto un film con poche somiglianze con la vera storia e non ha alcuna pretesa di essere un documentario. Ma è una di quelle storie che ci induce a interrogarci sulle insondabili profondità della mente umana e sulla nostra incapacità di concepire l'inconcepibile